La logistica sostenibile rappresenta uno dei settori più stimolanti nella creazione di nuove opportunità di sviluppo per le aziende: le figure professionali più richieste
In epoca ESG, la logistica sostenibile rappresenta sicuramente uno dei settori più stimolanti nella creazione di nuove opportunità di sviluppo per le aziende, di nuovi modelli di business e di nuove figure professionali che possano affrontare la sfida della transizione da un modello industriale che sfrutta e consuma risorse a un modello che, invece, le trasforma. Ridurre al minimo l’impatto ambientale, anche grazie alla logistica sostenibile, è una delle priorità delle imprese.
“La logistica sostenibile – precisa Claudia Meazza, Manager divisione Banking & Real Estate di Hunters, brand di Hunters Group (società di ricerca e selezione di personale qualificato – si pone l’obiettivo di legare la supply chain al territorio, in modo tale da risolvere i problemi di mobilità all’insegna della sostenibilità e della compatibilità ambientale, per offrire una più economica e performante catena del valore, riducendo i costi, ottimizzando i consumi e promuovendo il riciclo, in ottica zero waste. Una missione indicata a chiare lettere anche nel PNRR che, non dimentichiamolo, spinge anche ad investire fortemente nell’istruzione per colmare quel gap di competenze tecnologiche che diventeranno sempre più determinanti per vincere le sfide future”.
Il settore della logistica sostenibile è alla continua ricerca di personale da inserire in percorsi di carriera sempre più innovativi in ambito supply chain, informatico e mobility. Secondo le stime di Hunters Group, nel corso dei prossimi mesi, assisteremo ad un aumento della richiesta di personale nel settore di circa il 10% rispetto al 2021.
Quali saranno le figure più richieste?
Sustainable Supply Chain Manager. Ha il compito di ridurre gli impatti ambientali della supply chain e attuare strategie di economia circolare, salvaguardando al contempo i margini e la qualità della customer experience. Gestione energetica, riciclo e valorizzazione dei rifiuti, riutilizzo degli imballaggi, trasporti verdi, recupero dei prodotti usati sono tutti ambiti in cui il Sustainable Supply Chain Manager deve muoversi. La retribuzione annua lorda si aggira intorno ai 65.000 euro.
Mobility Manager. Sviluppa ed implementa strategie volte ad assicurare il trasporto delle persone in modo efficiente, sotto l’aspetto sociale, ambientale e di risparmio energetico. Le pubbliche amministrazioni e le aziende private con più di 100 dipendenti e con sede in una città metropolitana, in un capoluogo di provincia o in un comune con almeno 50.000 abitanti sono obbligate ad assumere questo professionista, ma anche aziende di più piccole dimensioni stanno iniziando a tenere sempre in maggiore considerazione il trasporto efficiente delle persone. Il Mobility Manager analizza la domanda di mobilità e i principali fattori che ne determinano i comportamenti ed applica le competenze di economia e management dei trasporti all’analisi delle esigenze degli utenti/clienti e alla pianificazione e gestione di servizi di trasporto pubblico locale sia tradizionale che innovativo. La sua retribuzione può variate tra i 40.000 euro e i 100.000 euro lordi all’anno, a seconda degli anni di esperienza e delle dimensioni dell’aziende e/o dell’Ente.
Data Analyst Supply Chain. Analizza grossi volumi di dati non utilizzati e flussi di informazione interni ed esterni della supply chain per elaborare report e sviluppare modelli predittivi e formulare raccomandazioni di ottimizzazione per l’azienda. Supporta, inoltre, i Demand & Supply Planner o il reparto commerciale nell’elaborazione delle previsioni dei volumi di vendita grazie alle analisi in tempo reale delle transazioni effettuate dai clienti, così da poter adeguare gli stock presenti in magazzino. La sua retribuzione annua lorda si aggira intorno ai 35.000 euro.
Per iniziare la carriera in questi ambiti professionali si può scegliere tra percorsi di studi post universitari – come ad esempio il Master in Supply Chain Management e Green Economy o il Master in Sustainable Mobility – oppure corsi formativi erogati da enti di formazione o società di consulenza per accrescere le competenze dei professionisti già presenti in azienda.
“Negli ultimi tempi – aggiunge Claudia Meazza – le aziende tendono a prediligere supply chain più corte, più responsabili nei confronti dei territori dove operano, ma anche più sicure e remunerative. Le imprese che vantano un rapporto più solido con il territorio e che fanno del rispetto ambientale uno dei punti chiave della loro attività corrono minori rischi sul piano della reputazione e sono certamente più performanti, anche in termini economici. La logistica sostenibile, dunque, è la più vantaggiosa per le aziende poiché riduce le probabilità di contenziosi, migliora il processo di credit risk, limita il rischio di danni, evita rallentamenti nelle attività produttive, migliora il rapporto con fornitori e partner, crea supply chain più corte e sicure ed aumenta la reputazione aziendale”.