L’Italia si conferma leader nel settore biologico per quota di superficie agricola, operatori ed export. In crescita anche i consumi interni di prodotti bio
Italia a tutto ‘bio’. Il paese si conferma leader nel settore biologico per quota di superficie agricola, operatori ed export. In crescita anche i consumi interni, che aumentano grazie al traino dei consumi extra-domestici (ristorazione commerciale e collettiva segnano un +53%) a fronte di un segno meno della componente domestica (-0,8%) e un’incidenza dei consumi bio sul totale dei consumi alimentati ancora più bassa rispetto a quanto accade nei principali paesi europei.
A BOLOGNA PER GLI STATI GENERALI DEL BIOLOGICO
E’ quanto emerge dall’Osservatorio Sana 2022 realizzato da Nomisma e presentato oggi in occasione di Rivoluzione Bio 2022, gli stati generali del settore al Sana di Bologna. Un momento per fare il punto sullo stato di salute del comparto biologico in una fase cruciale: da una parte vi sono gli impatti collegati prima alla pandemia, dall’altra il conflitto russo-ucraino e l’inflazione che contribuiscono a delineare uno scenario evolutivo che sta producendo effetti sul modello di consumo degli italiani.
I NUMERI DELLA PRODUZIONE NAZIONALE
L’Italia, con quasi 2,2 milioni di ettari, vanta la più alta percentuale di superfici bio sul totale (17%), a fronte di una quota media europea ancora ferma al 9% e ben lontana dall’obiettivo del 25% inserito nella strategia Farm to Fork per il 2030. Nel 2022 le vendite alimentari bio nel mercato interno (consumi domestici e consumi fuori casa) hanno raggiunto 5 miliardi di euro e rappresentano il 3,5% delle vendite al dettaglio biologiche mondiali. A trainare la crescita del mercato sono i consumi fuori casa che hanno superato il miliardo, segnando un incremento del +53% rispetto al 2021 grazie alla dinamica sia della componente legata alla ristorazione collettiva (+20%) che a quella della ristorazione commerciale (+79%).
PRODOTTI BIO CONQUISTANO BAR E RISTORANTI
In controtendenza i consumi domestici che segnano dopo anni una leggera flessione (-0,8% a valore rispetto allo stesso periodo 2021): a soffrire è soprattutto la rete di negozi specializzati che segna una battuta di arresto (-8% rispetto allo stesso periodo del 2021), mentre la grande distribuzione mantiene a valore le dimensioni del 2021 (+0,8%) e crescono del 5% gli altri canali (vendita diretta realizzata in mercatini e aziende, gruppi di acquisto solidale, farmacie, parafarmacie ed erboristerie).
VOLA L’EXPORT
Le performance migliori arrivano dall’export, che è cresciuto del 16% rispetto allo scorso anno, raggiungendo i 3,4 miliardi di euro di vendite sui mercati internazionali. Dal 2012 ad oggi il mercato interno legato al biologico è cresciuto del 131%, ancor più brillante la crescita dell’export (+181% rispetto al 2008).
“POLITICA PARLA POCO DI AGRICOLTURA”
“Il biologico rappresenta ancora un punto di riferimento delle preferenze del consumatore italiano: si confermano di fatto le dimensioni dei consumi in ambito domestico mentre è forte la ripresa nella ristorazione commerciale e collettiva, dopo le restrizioni imposte dalla pandemia. Questo deve essere solo un punto di partenza per una nuova crescita, ma occorre vincere due sfide ancora aperte: sostenibilità e informazione“, spiega Silvia Zucconi, responsabile market intelligence di Nomisma. “Dobbiamo pensare ai prossimi anni comportandoci come il pianeta ci chiede. Sana è un’occasione per fare una riflessione. Vedo poca attenzione in questa campagna elettorale all’agricoltura, che è la seconda manifattura italiana: ma abbiamo bisogno di molta attenzione”, conclude Gianpiero Calzolari, presidente della Fiera di Bologna, inaugurando questa mattina il salone.