Uno studio ha analizzato la reale efficacia o meno di alcuni prodotti di origine vegetale e fitochimici nel controllo della glicemia
A livello popolare ha sempre più diffusione l’uso di integratori o prodotti erboristici con l’intento di controllare il livello degli zuccheri nel sangue (glicemia) o, addirittura, per trattare il diabete. Ma è davvero possibile tutto ciò e soprattutto quali sono i rischi?
Una revisione delle ricerche fatte a questo proposito, pubblicata dalla rivista scientifica “Frontiers in Endocrinology”, a cui ha partecipato anche Auxologico, ha analizzato la reale efficacia o meno di alcuni prodotti di origine vegetale e fitochimici nel controllo della glicemia.
Il diabete è un grave problema di salute pubblica che ha raggiunto proporzioni epidemiche a livello globale. Il rapido incremento della prevalenza dell’obesità e del diabete di tipo 2 è strettamente associato allo sviluppo economico e alla “transizione nutrizionale”, ovvero ai cambiamenti nelle abitudini alimentari avvenuti negli ultimi decenni, associati ai cambiamenti nel modo in cui viene prodotto il cibo, distribuito e consumato
Le modifiche dello stile di vita volte a migliorare la qualità nutrizionale della dieta e aumentare l’attività fisica rappresentano la prima linea di intervento per il trattamento dell’obesità e del diabete di tipo 2, ma l’attuazione rimane difficile. Per questo motivo, si fa sempre più ricorso alla seconda linea di intervento, che prevede l’uso di ipoglicemizzanti orali.
LO STUDIO DI AUXOLOGICO
Attualmente, sono disponibili molti farmaci antidiabetici per il trattamento dell’iperglicemia, che agiscono specificamente migliorando la sensibilità all’insulina, integrando l’insulina, aumentando la secrezione di insulina e stimolando l’eliminazione di glucosio. Tuttavia, alcuni farmaci antidiabetici causano numerosi effetti collaterali indesiderati come disturbi gastrointestinali, insufficienza epatica, aumento di peso, tachicardia e ipotiroidismo. Inoltre, il maggiore uso di farmaci ipoglicemizzanti, in particolare di quelli di nuova generazione, porta a un aumento della spesa sanitaria, spesso insostenibile per i paesi in via di sviluppo dove esistono barriere all’accesso all’assistenza sanitaria e ai medicinali essenziali. L’ambiente alimentare rappresenta una risorsa di sostanze fitochimiche e composti bioattivi relativamente più sicuri che possono migliorare il controllo glicemico.
In conclusione, alcune linee di evidenza suggeriscono che le piante medicinali insieme ai composti bioattivi isolati, hanno il potenziale per migliorare il controllo glicemico prevenendo lo sviluppo del diabete di tipo 2 e delle sue complicanze. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi clinici per supportare le prove attualmente disponibili. Se confermate, le piante medicinali e dietetiche rappresenterebbero una fonte attraente, facilmente accessibile, a basso costo e sostenibile di numerosi composti bioattivi utili nello sviluppo di nuovi alimenti funzionali, nutraceutici e terapie sostitutive/complementari per i tradizionali farmaci antidiabetici.
Spiega la Prof.ssa Simona Bertoli, Responsabile clinico dei Centri Obesità Lombardi di Auxologico e professore ordinario di scienze dietetiche applicate presso il Dipartimento di scienze degli alimenti, la nutrizione e l’ambiente dell’Università di Milano, tra gli autori dell’articolo pubblicato da “Frontiers in Endocrinology”:
Alcuni studi scientifici suggeriscono che prodotti vegetali, grazie al loro contenuto di composti bioattivi, posso favorire il controllo glicemico tuttavia altri studi sono ancora necessari per confermare i risultati. Va altresì sottolineato che l’alterata glicemia a digiuno, l’insulino-resistenza e il diabete sono condizioni cliniche che richiedono una presa in carico costante da parte del medico e l’assunzione di eventuali composti bioattivi, compresi quelli di origine vegetale, deve sempre essere condivisa con lo specialista di riferimento.
FONTE: AUXOLOGICO