Nuova indagine: i consumatori italiani sostenibili sono meno disposti a pagare un premium price per i prodotti e servizi green (lo 0,5% in più, in media)
La “Sustainable Consumer Research”, colosso delle applicazioni software per le imprese, ha reso noto nel report annuale per il 2022 lo studio che traccia il profilo degli consumatori green italiani.
L’indagine è stata condotta nel dicembre 2021, coinvolgendo in Italia 762 persone di età compresa tra i 20 e i 79 anni, per il 59% uomini e per il restante 41% donne. Ne emerge che nel nostro Paese i consumatori sostenibili di abbigliamento e accessori hanno un livello di maturità “moderato” in fatto di richiesta di maggiore sostenibilità (17% degli intervistati), rispetto alle categorie cibo e beni di consumo (35%) e sui livelli di categorie come le utility e i servizi finanziari e bancari.
Un risultato chiave della ricerca rispetto all’edizione 2021, che vale per tutti i settori analizzati, è che i consumatori italiani sostenibili sono meno disposti a pagare un premium price per i prodotti e servizi green (lo 0,5% in più, in media) rispetto ai consumatori non green (propensi a pagare mediamente tra l’11% e il 20% in più). «Probabilmente – spiegano da Sap – si aspettano che si trovi il modo di fornire prodotti e servizi sostenibili, senza far ricadere sul cliente finale gli eventuali costi aggiuntivi».
In generale, i consumatori italiani sostenibili sono sensibili soprattutto ai temi dell’inquinamento dell’acqua (53% degli intervistati), dell’aria (43%), del consumo di risorse disponibili (38%) e della produzione di rifiuti (35%).
L’indagine evidenzia che i modi con cui un’azienda può coinvolgere maggiormente i propri clienti sui temi legati alla sostenibilità variano da settore a settore. Per il fashion la modalità preferita (secondo il 40% dei rispondenti) è la possibilità di accedere a un tool che visualizza come le loro azioni possano contribuire direttamente alla sostenibilità.
Nel caso del cibo e di altri beni di consumo, la maggioranza (60%) desidera ricevere informazioni trasparenti sui prodotti, mentre nel settore bancario il 45% vorrebbe poter accedere a momenti pratici di apprendimento su come adottare comportamenti e pratiche sostenibili.