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La carenza dell’ormone della crescita è la causa di diverse malattie

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Auxologico ha partecipato a una ricerca scientifica che ha indagato il ruolo della carenza dell’ormone della crescita negli adulti in varie patologie dell’età adulta

In un editoriale pubblicato da “Frontiers in Endocrinology”, a cui ha contribuito anche Auxologico, vengono presi in esame le ricerche e gli articoli scientifici sulla carenza dell’ormone della crescita nell’adulto, per cercare di comprenderne il suo ruolo in varie patologie dell’età adulta. La carenza di ormone della crescita in età adulta è principalmente conseguenza di malattie della regione cerebrale ipotalamo-ipofisaria la cui diagnosi può risalire all’età pediatrica per deficit congeniti associati a ritardi della crescita staturale o per lesioni ipotalamo-ipofisarie acquisite più tardivamente tra cui le più frequenti sono i tumori endocranici, come adenomi ipofisari, meningiomi, gliomi o craniofaringiomi, e i loro trattamenti, come la chirurgia o i trattamenti radianti.

«Altre cause possibili sono malattie autoimmuni o rare forme infiltrative o ereditarie», spiega il Prof. Luca Persani, Direttore U.O. Endocrinologia e Malattie del Metabolismo di Auxologico San Luca e professore ordinario di Endocrinologia all’Università di Milano, tra gli autori dell’editoriale sul GH,  «ma vorrei sottolineare come la diagnosi di deficit di GH e di ipopituitarismo – deficit combinato di più ormoni ipofisari – in generale sia tuttora sottostimata in condizioni particolari ad alta prevalenza che si sono invece dimostrate con vari studi esserne una possibile causa. In questa categoria cito i traumi cranici di media-elevata entità o l’ictus della regione e le emorragie subaracnoidee. Ancora troppo pochi sono i centri riabilitativi che sottovalutano queste complicanze endocrine che peggiorano la qualità della vita e la capacità funzionale e riabilitativa del soggetto colpito. In crescita negli ultimi anni sono anche le forme di ipofisite autoimmune conseguente a trattamenti anti-neoplastici con nuovi farmaci immunomodulatori e le linee guide sull’uso di questi farmaci di nuova generazione indicano l’utilità di un controllo delle funzioni endocrine durante terapie con farmaci inibitori del check-point immunitario».

L’ORMONE DELLA CRESCITA: QUALE RUOLO HA NELL’ADULTO?

L’ormone della crescita (GH) è un ormone le cui azioni biochimiche vanno ben oltre ciò che suggerisce il nome. Sicuramente è il principale regolatore della crescita nell’infanzia fino alla pubertà, tuttavia le sue funzioni metaboliche sono benefiche anche in età adulta. La sua secrezione è regolata nell’ipotalamo in due modi: per mezzo di un ormone stimolatore (ormone di rilascio dell’ormone della crescita, GHRH) e uno inibitorio (somatostatina). Le sue azioni sono mediate dalle cosiddette somatomedine, prodotte nel fegato e nella periferia del corpo. Il suo rappresentante più noto è il fattore di crescita insulino-simile-I (IGF-I). Il normale invecchiamento si accompagna ad un graduale fisiologico declino dei livelli di GH e IGF-1. A 70 anni, la secrezione di GH in 24 ore è infatti pari a 1/3 di quella di un giovane adulto (somatopausa).

«L’eccesso di GH e IGF1, come avviene nel doping sportivo», prosegue il Prof. Luca Persani, «è pericoloso ed è ovviamente da condannare perché aumenta significativamente il rischio cardiovascolareoncologico, artrosico e di diabete, come osservato nella condizione naturale di eccesso di GH denominato acromegalia, e il deficit di GH/IGF1 nei modelli animali si associa invece a una maggiore longevità. Tuttavia, la terapia con basse dosi di GH nell’adulto che ne è completamente carente può avere evidenti benefici soprattutto migliorando la qualità della vita e il profilo metabolico (GH favorisce la lipolisi) e contrastando la sarcopenia (riduzione della massa muscolare) tipica dei soggetti con deficit ormonale. Le sfide relative al trattamento con GH negli adulti riguardano l’intera durata della vita (dall’infanzia all’anziano). Quindi è molto importante eseguire dei test di screening appropriati (come la misurazione della IGF1 circolante) ed effettuare appropriati test clinici in ambito ospedaliero necessari per confermare la carenza di GH e di altri ormoni ipofisari in tutte le condizioni a rischio di deficit ipotalamo-ipofisario sopra citate. Una maggiore conoscenza nella classe medica di queste condizioni permetterebbe di svelare condizioni di deficit di GH dell’adulto (GHD) tuttora sottovalutato. Il ruolo metabolico del GH indica che non è semplicemente un ormone della crescita; tuttavia il suo utilizzo non può essere proposto come terapia adiuvante antietà o anti-obesità. Il possibile ruolo del trattamento con GH in altre condizioni di fragilità ad alta prevalenza, come l’osteoporosi, l’infertilità, lo scompenso cardiaco e molte altre, potrebbe rappresentare un’indicazione “non convenzionale” da verificare con ulteriori studi clinici randomizzati».

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