Con un nuovo esame si può individuare precocemente il fegato grasso in bambini obesi arginando l’aggravamento dell’obesità in età adulta
Prevedere l’evoluzione di un “fegato grasso”, in termini medici una “steatosi epatica non alcolica” o nei casi complicati una “epatite steatosica non alcolica”, è determinante per gestire una corretta terapia e ripristinare delle condizioni di salute nella norma, soprattutto nel caso di bambini e adolescenti affetti da obesità, purtroppo sempre più numerosi nel nostro Paese.
In questa prospettiva il Laboratorio Sperimentale di Ricerche Auxo-Endocrinologiche e la Divisione di Auxologia e Malattie Metaboliche, entrambi di Auxologico, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità, Università degli Studi di Milano, ha condotto una ricerca su 757 bambini e adolescenti, di ambo i sessi, affetti da obesità di grado elevato per valutare l’efficacia di un semplice esame diagnostico attraverso un indice biochimico di facile utilizzo, ottenuto facendo il rapporto fra l’aspartato aminotransferasi (un enzima epatico) e le piastrine (in inglese, aspartate transaminase to platelet ratio index, APRI).
Lo studio dei ricercatori italiani, che ha ottenuto l’onore della copertina dell’ultimo numero della prestigiosa rivista internazionale “Metabolites”, conclude che l’utilizzo di marker come l’APRI, semplice da misurare e di basso costo, può essere utile nell’individuare precocemente uno stato di sofferenza epatica, già presente in circa il 40% della popolazione obesa in età pediatrica. La drammatica prevalenza di fegato grasso in bambini-adolescenti obesi richiede, da un lato, interventi rapidi e mirati per contrastare l’evoluzione verso quadri ancora più severi in età adulta e, d’altro canto, di poter disporre di marker di facile impiego per un costante monitoraggio delle cure.
UN APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE PER LE COMPLICANZE METABOLICHE
Spiega il Dott. Alessandro Sartorio, Direttore dell’U.O. di Auxologia e dell’U.O. di Recupero e Riabilitazione Funzionale di Auxologico Piancavallo, tra gli autori delle ricerche:
«Le complicanze metaboliche già presenti nei bambini-adolescenti obesi (steatosi, insulino-resistenza, ipertensione, ipercolesterolemia, ecc.) devono essere affrontate tempestivamente con un approccio multidisciplinare integrato che, per essere efficace e duraturo nel tempo, deve essere longitudinale e prevedere controlli periodici ambulatoriali presso Centri di riferimento di comprovata esperienza quali i nostri di Auxologico, come ben descritto in una recente pubblicazione dello stesso gruppo di ricerca italiano. Il contenimento dell’obesità pluricomplicata in età adulta può essere infatti ottenuto solo intervenendo in modo efficace e risolutivo in età pediatrica, arginando sul nascere la diffusione e il progressivo aggravamento della patologia».