Emofilia A grave: la Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione condizionata all’immissione in commercio alla terapia genica valoctocogene roxaparvovec
La Commissione Europea ha concesso l’autorizzazione condizionata all’immissione in commercio (CMA) alla terapia genica valoctocogene roxaparvovec per il trattamento dell’emofilia A grave (carenza congenita di Fattore VIII) in pazienti adulti senza una storia di inibitori del Fattore VIII e senza anticorpi rilevabili contro il virus adeno-associato di sierotipo 5 (AAV5). Sviluppato dalla casa farmaceutica Biomarin sarà posto in commercio con il marchio Roctavian.
La Commissione Europea ha inoltre deciso di mantenere la designazione di farmaco orfano per Roctavian, garantendo così un periodo di esclusiva di mercato di 10 anni.
“Questa approvazione nell’UE rappresenta una svolta medica nel trattamento dei pazienti affetti da emofilia A grave, che amplia la conversazione tra paziente e medico sulle scelte terapeutiche, includendo ora un’infusione unica che protegge dalle emorragie per diversi anni”, ha dichiarato Johannes Oldenburg, Direttore dell’Istituto di Ematologia Sperimentale e Medicina Trasfusionale e del Centro Emofilia presso la Clinica Universitaria di Bonn, Germania. “È emozionante immaginare le possibilità di questa terapia genica approvata, che ha dimostrato una riduzione sostanziale e duratura del sanguinamento per i pazienti, che potenzialmente potrebbero essere liberati dall’onere di infusioni regolari”.
“L’approvazione di Roctavian in Europa è una pietra miliare storica della medicina e si basa su quasi quattro decenni di scoperte scientifiche, innovazione e perseveranza. Ringraziamo la Commissione Europea per aver riconosciuto il valore di Roctavian come prima terapia genica per l’emofilia A, un’impresa che crediamo trasformerà il modo in cui gli operatori sanitari e la comunità dei pazienti pensano alla cura dei disturbi emorragici”, ha dichiarato Jean-Jacques Bienaimé, Presidente e Amministratore Delegato di BioMarin. “Siamo grati ai pazienti, agli sperimentatori e alla comunità che hanno dedicato il loro tempo e i loro sforzi a questo risultato e le cui aspirazioni sono state la forza trainante per rendere questa terapia unica una realtà”.
Come agisce la terapia genica
Roctavian è la prima terapia genica per il trattamento dell’emofilia A. Il principio attivo, valoctocogene roxaparvovec, è basato su un virus (virus adeno-associato o AAV) modificato per non causare malattie nell’uomo. Il virus contiene il gene del fattore VIII; una volta somministrato al paziente come infusione unica, si prevede che porti il gene del fattore VIII nelle cellule del fegato, consentendo loro di produrre il fattore VIII mancante. Questo aiuta il sangue a coagulare più facilmente e a prevenire le emorragie o a ridurre gli episodi di sanguinamento senza la necessità di continuare la profilassi dell’emofilia, alleggerendo così i pazienti dal peso del trattamento rispetto alle terapie attualmente disponibili.
Non è ancora noto quanto durerà l’effetto terapeutico di questa singola infusione in un singolo paziente. Un effetto terapeutico positivo duraturo fino a due anni dopo una singola infusione è stato riportato in circa cento pazienti nello studio principale e fino a cinque anni in alcuni pazienti in uno studio di supporto condotto dal richiedente. Potrebbero essere necessari test di follow-up a più lungo termine per verificare il mantenimento di una risposta sicura ed efficace al farmaco.
Emofilia A
I pazienti affetti da emofilia A non sono in grado di produrre il fattore VIII (una proteina essenziale per la coagulazione del sangue e l’arresto delle emorragie); sono più soggetti a emorragie e a sanguinamenti prolungati, ad esempio dopo una ferita o un intervento chirurgico. L’emofilia A è una malattia rara e debilitante che colpisce circa 0,7 persone su 10.000 nell’UE. È una malattia che dura tutta la vita e può essere pericolosa per la vita quando si verifica un’emorragia nel cervello, nel midollo spinale o nell’intestino.
Si stima che oltre 20.000 adulti siano affetti da emofilia A grave in più di 70 Paesi in Europa, Medio Oriente e Africa. Degli 8.000 adulti affetti da emofilia A grave nei 24 Paesi coperti dall’approvazione odierna dell’EMA da parte di BioMarin, si stima che circa 3.200 saranno eligibili all’assunzione di Roctavian.
I farmaci attualmente autorizzati per il trattamento dell’emofilia A contengono per lo più il fattore VIII, che sostituisce la proteina mancante. I trattamenti disponibili richiedono una o più iniezioni alla settimana o al mese e durano tutta la vita. Esiste quindi un bisogno medico insoddisfatto di nuovi approcci terapeutici che possano liberare i pazienti dalle frequenti iniezioni.
Gli studi registrativi
La raccomandazione dell’EMA si basa sui risultati di uno studio di Fase 3 a braccio singolo (studio principale), non randomizzato, condotto su 134 pazienti maschi affetti da emofilia A senza una storia di inibizione del fattore VIII e senza anticorpi preesistenti rilevabili verso AAV5. Due anni dopo la somministrazione, i dati di efficacia hanno mostrato che la terapia ha aumentato significativamente i livelli di attività del fattore VIII nella maggior parte dei pazienti. I tassi di sanguinamento sono stati ridotti dell’85% e la maggior parte dei pazienti (128) non ha più avuto bisogno della terapia sostitutiva con fattore VIII.
La Commissione Europea ha basato la sua decisione su una serie significativa di dati provenienti dal programma di sviluppo clinico di Roctavian, la terapia genica per l’emofilia A più ampiamente studiata, compresi i risultati a due anni dello studio globale di fase 3 GENEr8-1. Lo studio GENEr8-1 di Fase 3 ha dimostrato un controllo stabile e duraturo del sanguinamento, compresa una riduzione del tasso medio annualizzato di sanguinamento (ABR) e del tasso medio annualizzato di infusione di Fattore VIII. Inoltre, i dati includono cinque e quattro anni di follow-up delle coorti di dosi di 6e13 vg/kg e 4e13 vg/kg, rispettivamente.
Con Roctavian è stata segnalata l’epatotossicità (danno epatico), un effetto collaterale comune dovuto alla reazione immunitaria indotta da queste terapie geniche basate su AAV e caratterizzato finora da un aumento dei livelli di un enzima epatico chiamato alanina aminotransferasi (ALT). La condizione può essere trattata con successo con corticosteroidi. Altri effetti collaterali comuni sono cefalea, dolori articolari e nausea.
I pazienti trattati con Roctavian saranno monitorati per 15 anni, per garantire l’efficacia e la sicurezza a lungo termine di questa terapia genica.