La compilazione della ritenuta di acconto si ritiene necessaria nel momento in cui si effettua un lavoro occasionale in forma autonoma: ecco i consigli utili
Prima di definire come procedere alla compilazione della ritenuta d’acconto, è necessario vedere cosa s’intende esattamente con: attività da lavoro autonomo occasionale e da quale legge è disciplinata.
L’articolo 2222 del codice civile prevede la possibilità di fornire occasionalmente una prestazione di lavoro autonomo e di ottenere così un compenso certificato dalla ritenuta d’acconto.
L’attività per essere definita come lavoro autonomo occasionale non deve essere di natura commerciale, ma deve derivare dal proprio lavoro intellettuale o manuale. Inoltre, non bisogna essere sottoposti a nessun vincolo di subordinazione e il pagamento deve identificare un lavoro che avviene una tantum e non abitualmente.
Se invece il lavoro assume le caratteristiche di professionalità, continuità, abitualità e coordinazione, allora non sarà possibile fare una ritenuta d’acconto, ma sarà necessario provvedere obbligatoriamente all’apertura della Partita IVA.
Inoltre, bisogna ricordare che l’emissione della ritenuta d’acconto è possibile sino a un massimo di 5000 euro totali per le prestazioni tenute durante l’anno, e queste non devono essere emesse tutte in favore di un unico committente, altrimenti andrebbe a mancare la clausola di occasionalità che contraddistingue questo strumento.
Guida alla Corretta Compilazione della Ritenuta
Se non si è in possesso di un modello già pronto per la ritenuta d’acconto è possibile realizzarlo in modo semplice con il proprio PC. Quindi non bisogna far altro che aprire un documento Word o Excel e creare delle tabelle che possano delineare i vari dati da inserire all’interno della ritenuta.
I dati principali da inserire nella ritenuta d’acconto sono:
Data e Numero della ritenuta
Dati anagrafici e societari del committente
Dati anagrafici del lavoratore
Oggetto della prestazione
Importo lordo del lavoro svolto
Eventuale applicazione del sostituto d’imposta
Importo netto da corrispondere al lavoratore
La ritenuta d’acconto dunque formalmente assomiglia a una fattura, anche se non prevede l’IVA, e la sua funzione si differenzia in quanto, questa serve per certificare nell’immediato il ricevimento del pagamento. Vediamo dunque nel dettaglio come inserire i dati citati all’interno della ritenuta d’acconto.
Data e Numero della ritenuta
Uno degli aspetti più importanti della ritenuta d’acconto sono proprio il numero e la data. Se questa è la prima che emetti durante il 2018 allora dovrai indicarla come 01 e progressivamente seguiranno i numeri delle successive ritenute. Oltre alla numerazione è necessario fare attenzione alla data. L’indicazione della data, a differenza della fattura, non deve avvenire prima del pagamento ma in concomitanza con esso. La ritenuta rappresenta in effetti una ricevuta del compenso, per questo motivo la data non può essere antecedente a questo.
Dati anagrafici e aziendali
Come abbiamo anticipato all’interno della ritenuta d’acconto bisogna inserire i dati del committente. Se questo è un soggetto dotato di Partita IVA si deve segnalare: nome della Società, della ditta individuale, associazione o nome e cognome del libero professionista; codice Fiscale del committente; Numero di Partita IVA; indirizzo del domicilio fiscale dell’azienda.
Se il committente è un privato allora basterà inserire: nome, cognome, indirizzo di residenza e codice fiscale. Infine, anche chi ha eseguito la prestazione lavorativa deve inserire i propri dati anagrafici (nome, cognome, codice fiscale e indirizzo di residenza), questi vanno posti al di sotto del numero e la data della fattura.
Oggetto dell’attività da ritenuta
Come in una fattura, anche all’interno della ritenuta d’acconto è necessario definire qual è stata l’attività svolta su ordine del committente. In questo caso è possibile segnalare che tipo di lavoro autonomo è stato effettuato e in che misura. Per esempio, se sei un web designer non professionista e hai realizzato un logo per un’azienda come prestazione occasionale. Puoi scegliere di segnalare l’attività come: creazione logo, e definire la misura in questo caso con il numero di loghi richiesti.
L’Oggetto dell’attività non è obbligatorio (infatti si può scrivere semplicemente Prestazione da lavoro autonomo) ma è consigliata per evitare che durante dei possibili controlli finanziari si possano imputare le varie ritenute d’acconto come attività abituale e professionale, e non occasionale.
Indicazione del corrispettivo lordo
La somma concordata con il committente dev’essere riportata prima lorda, quindi senza il conteggio del sostituto d’imposta. Quindi se si è concordato un compenso totale incluse le tasse da corrispondere pari a 100 euro, sarà questa la somma da indicare in linea con l’oggetto dell’attività svolta.
Ritenuta e Corrispettivo Netto
Nel rigo finale è necessario segnalare il sostituto d’imposta e l’importo netto (che sarà poi quello che viene pagato realmente dal committente).
Il sostituto d’imposta viene applicato solo nel momento in cui l’attività lavorativa occasionale è stata svolta per un committente in possesso di Partita Iva. Quindi solo per le ritenute d’acconto emesse nei confronti di: liberi professionisti, commercianti, società, imprese, aziende agricoli, associazioni, ecc…
Nel caso in cui il soggetto committente sia un privato, allora non sarà necessario impostare importo lordo, sostituto d’imposta e somma al netto per il pagamento finale. Ma basterà segnalare solo il costo della prestazione. Infatti, le tasse in questo caso andranno pagate dal lavoratore al momento della dichiarazione dei redditi.
In caso di ritenuta d’acconto richiesta da aziende e società il pagamento di prevede che si corrisponde un’aliquota che viene definita dal sostituto d’imposta è si presenta pari al 20% dell’importo lordo.
Quindi se il lavoro prevede un pagamento lordo pari a 100 euro, bisogna segnalare un sostituto d’imposta pari a 20 euro. Dunque, infine, l’importo netto che il committente dovrà pagare per il lavoro svolto sarà di 80 euro. I 20 euro del sostituto di imposta, invece, il committente dovrà versarli all’Erario per conto del lavoratore. Questo sistema permette che i pagamenti per l’Erario siano corrisposti correttamente, in quanto l’onere della tassa ricade su un soggetto terzo e viene pagato dal committente anziché dal prestatore dell’opera.