Metotressato meno tollerabile dai pazienti con artrite psoriasica


Metotressato: se si mettono a confronto i pazienti con artrite reumatoide e quelli con artrite psoriasica, questi ultimi tendono più spesso a sperimentare effetti collaterali

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Stando ai risultati di uno studio recentemente pubblicato su ACR Open Rheumatology, quando si mettono a confronto i pazienti con AR con quelli con PsA, quelli affetti da PsA tendono più spesso a sperimentare effetti collaterali legati al trattamento in essere.

Non solo: tale differenza si estrinseca in modo particolare nei pazienti trattati con MTX rispetto a quelli trattati con un farmaco anti-TNF.

Di qui la necessità di personalizzare meglio la terapia tenendo conto dell’esperienza di tollerabilità dei farmaci prescritti, vissuta dai pazienti.

Razionale e obiettivi dello studio
“MTX, storicamente, è stato impiegato come trattamento di prima linea nell’AR e nella PsA – ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio -; tuttavia, le recenti linee guida di trattamento ACR e NPS (National Psoriasi Foundation) suggeriscono che i pazienti con PsA potrebbero utilizzare i farmaci anti-TNF come terapia di prima linea. Questo cambio di rotta è stato guidato non solo dalla scarsa efficacia nell’evidenza scientifica disponibile, ma anche da problemi legati alla tollerabilità e agli effetti collaterali legati al farmaco”.

“Uno studio recente ha osservato che il 58,3% dei pazienti con PsA di nuova diagnosi negli Usa era stato inizialmente sottoposto a trattamento con MTX ma che, dopo un anno, solo il 34,1% continuava la monoterapia con il farmaco. (…) Una delle ragioni invocate per spiegare la scarsa persistenza in terapia invoca l’esistenza di differenze di tollerabilità a questo farmaco. MTX è associato a molti effetti collaterali ben documentati (es: nausea, fatigue, innalzamento delle transaminasi) e si ritiene che i pazienti con PsA siano suscettibili alla loro insorgenza”.

MTX è generalmente ben tollerato nell’AR, mentre si sa poco sulla sua tollerabilità nella PsA.

“Quando parliamo di “impatto del trattamento” (treatment burden) – continuano i ricercatori – ci riferiamo ad un costrutto complesso che incorpora, la tollerabilità, gli effetti collaterali, gli eventi avversi (AE) ed altri aspetti legati all’impatto derivante dall’assunzione di un farmaco”.

Ndr: Per “evento avverso” si intende un qualsiasi fenomeno clinico spiacevole che si presenta durante un trattamento con un farmaco ma senza avere necessariamente un rapporto di causalità o di relazione con il trattamento stesso.

“L’impatto del trattamento – spiegano – è un elemento di importanza sostanziale per i pazienti ma è stato poco indagato dalla loro prospettiva, a differenza degli eventi avversi. Quando viene prescritta una nuova terapia, si raccomanda ai medici di discutere con i propri pazienti i rischi e i benefici derivanti dalla sua assunzione. Ciò nonostante, il profilo rischio-beneficio di un trattamento assume una connotazione differente nei pazienti in quanto, anche se un trattamento è potenzialmente in grado di migliorare alcuni aspetti della malattia da cui sono affetti, questo potrebbe aggiungere un nuovo sintomo che potrebbe avere anche un impatto sostanziale sulla loro qualità di vita”.

“Per quanto gli eventi avversi vengano registrati di default nella trialistica – aggiungono – l’impatto del trattamento così come viene riferito dai pazienti non è intercettato dai trial clinici randomizzati. Di qui l’importanza di tener conto di questo aspetto per fare scelte terapeutiche meglio informate”.

L’obiettivo di questo studio è stato quello di colmare il gap di conoscenze sull’impatto del trattamento con MTX e farmaci anti-TNF in pazienti con PsA e AR, descrivendo la prevalenza relativa e le tipologie di effetti collaterali osservate.

Disegno dello studio 
Attingendo ai dati del database Usa FORWARD (The National Databank for Rheumatic Diseases) relative al period 2000-2019, I ricercatori hanno potuto mettere a confronto, in un’analisi retrospettiva, i pazienti con PsA con quelli affetti da AR.

I pazienti eleggibili per lo studio dovevano avere una diagnosi di malattia auto-riferita o confermata da un clinico e aver completato uno o più questionari prima di iniziare e nell’arco dei primi 12 mesi dall’inizio del trattamento con MTX o con un farmaco anti-TNF.

Le domande incluse nei questionari somministrati erano relative alla tipologia di farmaco assunto, alla severità degli effetti collaterali sperimentata (lievi, moderati e severi), alla presenza di un eventuale ricovero ospedaliero a causa di effetti collaterali, alla perdita di giornate lavorative, e alla data di inizio e alla durata degli effetti collaterali. Tra gli altri dati raccolti vi erano informazioni sulla presenza di trattamenti concomitanti, sulla durata di esposizione ai trattamenti in esame (MTX e farmaci anti-TNF) e sui motivi alla base della sospensione di trattamento con questi ultimi.

L’outcome primario era rappresentato dalla determinazione della prevalenza di effetti collaterali con MTX e farmaci anti-TNF nel corso del primo anno dall’inizio del trattamento.

Gli outcome secondari, invece, hanno analizzato la prevalenza di sintomi potenzialmente legati all’impatto del trattamento e gli outcome riferiti dai pazienti (PRO).

E’ stata condotta, infine, una analisi di regressione logistica multivariata che ha valutato l’associazione tra PsA e AR da un lato e gli effetti collaterali riferiti dall’altro.

Risultati principali
I ricercatori hanno preso in esame i dati relativi a 116 pazienti con PsA e 4,247 pazienti con AR trattati con MTX, nonché quelli relativi a 124 pazienti con PsA e 4.361 pazienti con AR trattati con farmaci anti-TNF.
Considerando i pazienti del gruppo trattato con MTX, il 44,8% di quelli con PsA ha sperimentato effetti collaterali con il trattamento rispetto al 29,4% di quelli con AR.

Invece, la proporzione di pazienti che ha riferito l’insorgenza di effetti collaterali a seguito del trattamento con un farmaco anti-TNF è risultata paragonabile tra il gruppo di pazienti affetto da PsA e quello affetto da AR (24,2% e 22,8, rispettivamente).

I pazienti con PsA che avevano iniziato un trattamento con MTX avevano maggiori probabilità di sviluppare nausea (28,4% vs. 17,4%), intorpidimento o formicolio (49,1% vs. 36,5%), depressione (32,8% vs. 20,1%), dolore addominale (21,6% vs. 13,8%), vomito (10,3% vs. 3,5%) e acufeni (27,6% vs. 22,1%) rispetto ai pazienti con AR trattati con il farmaco in questione. Questi pazienti, inoltre, erano anche maggiormente suscettibili di andare incontro ad effetti collaterali da trattamento rispetto ad entrambi i gruppi di pazienti che avevano iniziato un trattamento con un farmaco anti-TNF.

Implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno affermato come l’impiego di un ampio registro di pazienti, che includeva dati sulla sintomatologia, gli effetti collaterali, le caratteristiche dei pazienti, gli outcome e la conferma della diagnosi di malattia siano stati dei punti di forza del loro lavoro, insieme alla riduzione del bias dell’osservatore resa possibile dall’ estrapolazione prospettica dei dati.

Tra i punti di debolezza dello studio ammessi dai ricercatori, invece, sono stati ricordati la mancanza di misure sull’attività di malattia dei pazienti e la natura osservazionale del lavoro (in questo caso per la presenza di fattori confondenti non misurabili, bias di selezione e di recall dei pazienti, per citare alcuni fattori limitativi).

Da ultimo, alcuni sottogruppi di pazienti si caratterizzavano per un numero ridotto di osservazioni, rendendo più difficile la possibilità di individuare l’esistenza di differenze tra gruppi.

Ciò detto, in conclusione, per quanto MTX continui a rappresentare uno dei farmaci più utilizzati nel trattamento della PsA e dell’AR, i pazienti affetti da queste due condizioni tendono ad interrompere la terapia con questo farmaco a causa della scarsa tollerabilità.

“In questa analisi dei dati del database FORWARD – scrivono i ricercatori – è stato osservato che i pazienti con PsA riportano generalmente più effetti collaterali rispetto a quelli con AR, e ciò si osserva in modo particolare nei pazienti che iniziano il trattamento con MTX (…). Sono necessari, a questo punto, nuovi studi finalizzati a caratterizzare ulteriormente l’esperienza dei pazienti rispetto all’impatto del trattamento (treatment burden), mentre andrebbe già presa in considerazione per la misurazione nei trial clinici l’opportunità di effettuare una valtutazione approfondita degli effetti collaterali considerati critici per gli outcome da parte dei pazienti”.

Bibliografia
Ogdie A et al. Side Effects of Methotrexate and Tumor Necrosis Factor Inhibitors: Differences in Tolerability Among Patients With Psoriatic Arthritis and Rheumatoid Arthritis [published online ahead of print, 2022 Aug 15]. ACR Open Rheumatol. 2022;10.1002/acr2.11467. doi:10.1002/acr2.11467
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