Biometano dai rifiuti in cucina, biocarburante dagli oli vegetali esausti, riciclo della plastica… Ecco il patto-progetto di Hera e Cirfood
Il rifiuto organico prodotto nei punti di ristorazione servirà alla produzione di biometano e compost nell’impianto Hera a Sant’Agata Bolognese; gli oli vegetali esausti (quelli che rimangono al termine delle preparazioni alimentari, ad esempio oli di frittura o per conservare gli alimenti), raccolti in modo differenziato, si trasformeranno in biocarburante idrogenato. Ma non solo: si studieranno migliori materiali da utilizzare in alternativa alla plastica monouso, coniugando sicurezza alimentare e minor impatto ambientale possibile, e progetti di riciclo della plastica utilizzata nei punti di ristorazione. Questo, e altro ancora, prevede l’intesa firmata oggi tra Cirfood, impresa cooperativa italiana della ristorazione collettiva, commerciale e nei servizi di welfare, e il Gruppo Hera, alla vigilia della Giornata internazionale di consapevolezza sulla perdita e lo spreco alimentare. Un’alleanza di tre anni su progetti che favoriscono economia circolare, sostenibilità ambientale e mobilità sostenibile. L’accordo svilupperà gradualmente azioni e iniziative a partire dai punti di ristorazione situati prevalentemente nei territori serviti da Hera, per poi estendere il raggio d’azione ad altre regioni. Saranno inoltre sviluppate attività di comunicazione rivolte sia ai dipendenti che ai clienti, destinatari di campagne mirate.
PROGETTI SU PIÙ AMBITI: DAGLI IMBALLAGGI ALLA PLASTICA MONOUSO, DALLA DIFFERENZIATA ALLA SENSIBILIZZAZIONE
L’intesa opera su più ambiti: dalla lotta allo spreco alimentare, a soluzioni per una mobilità sostenibile, passando per lo studio di soluzioni coerenti con i principi dell’economia circolare sia nella scelta della tipologia degli imballaggi, sia nella gestione del loro fine vita, fino alle soluzioni di valorizzazione degli scarti, alimentari e non. Hera potrà, inoltre, fornire supporto sulla raccolta differenziata e sul trattamento dei rifiuti prodotti.
“La collaborazione appare ancora più significativa se si considerano i numeri delle due realtà”, dicono Cirfood ed Hera in un nota congiunta. Nel 2021, Cirfood ha preparato oltre 77 milioni di pasti, impiegando quasi 12.000 persone e gestendo 1.700 cucine e 120 pubblici esercizi. Hera nel 2021 ha superato il 65,3% di raccolta differenziata in media sui territori serviti (oltre 180 comuni con 3,2 milioni di cittadini). Saranno 269 i punti di ristorazione di Cirfood potenzialmente coinvolti nei vari progetti oggetto del protocollo. Più nel dettaglio, dall’1 settembre, 245 cucine conferiscono ad Hera oli alimentari esausti, mentre il rifiuto organico prodotto in 24 punti di ristorazione serve per la produzione di biometano e compost nell’impianto Hera di Sant’Agata Bolognese.
DIACONO (AD HERA): ANCHE ATTIVITÀ APPARTENTEMENTE DISTANTI POSSONO TROVARE TERRENO COMUNE PER PORTARE AVANTI IL CAMBIAMENTO
“La transizione verso un’economia circolare è una sfida prima di tutto culturale. Questa intesa con Cirfood ne è un esempio virtuoso, e testimonia come realtà anche apparentemente molto distanti nelle loro attività quotidiane possano trovare un terreno comune per portare avanti insieme questo importante cambiamento”, dichiara Orazio Iacono, ad di Hera. “Le sfide che abbiamo davanti- prosegue- richiedono una sempre maggiore valorizzazione di quelli che fino a ieri chiamavamo rifiuti e che invece, oggi, devono essere sempre più visti come risorse: opportunità per consumare meno materie prime e creare e sostenere un’industria del recupero efficiente che contribuisca al benessere e alla prosperità”. La sostenibilità “non può che essere un obiettivo comune e l’impegno congiunto di Cirfood ed Hera sui temi dell’economia circolare vuole essere una risposta ai bisogni delle comunità e alle sfide della società, in ottica intergenerazionale”, aggiunge Chiara Nasi, presidente Cirfood.