Soddisfare i livelli di attività fisica raccomandati dalla comunità scientifica riduce il rischio di morte prematura e malattie cardiovascolari del 19-21%
Soddisfare i livelli di attività fisica raccomandati dalla comunità scientifica riduce il rischio di morte prematura e malattie cardiovascolari del 19-21%. Con qualche sforzo i più i benefici possono aumentare fino al 31%.
È quanto emerge da uno studio coordinato dalla Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston (Usa) e pubblicato su Circulation, che ha valutato l’impatto sulla salute dell’attività fisica sia moderata sia vigorosa, prendendo in esame oltre 100.000 persone seguite per 30 anni. Nel dettaglio, l’analisi ha mostrato che le persone che avevano svolto attività fisica intensa per il tempo indicato dalle linee guida aveva un rischio di mortalità inferiore del 31% per malattie cardiovascolari e del 15% per condizioni non cardiovascolari, per un rischio complessivo inferiore del 19% di mortalità per tutte le cause. I partecipanti che hanno soddisfatto le linee guida svolgendo attività fisica moderata avevano invece un rischio inferiore del 22-25% di mortalità per malattie cardiovascolari e del 19-20% per condizioni non cardiovascolari, per un rischio complessivo inferiore del 20-21% di morte per tutte le cause. Il team ha anche voluto capire se aumentare l’attività fisica producesse vantaggi.
“Il potenziale impatto dell’attività fisica sulla salute è grande, ma non è chiaro se impegnarsi in alti livelli di attività fisica prolungata, vigorosa o di intensità moderata al di sopra dei livelli raccomandati fornisca benefici aggiuntivi o effetti dannosi sulla salute cardiovascolare”, ha affermato Dong Hoon Lee, primo autore dello studio. Dallo studio è emerso che raddoppiare i tempi dedicati all’attività fisica (150-300 min/settimana invece di 75-150) aveva come effetto una ulteriore riduzione della mortalità sia che si trattasse di attività intensa (-21-23%) sia moderata (26-31%). Oltre questa soglia non si osservavano benefici.