Chirurgia estetica: le 5 domande da fare al dottore prima di operarsi


Spesso quando si parla di interventi di chirurgia estetica si tende a banalizzarli e a sottovalutare rischi e conseguenze post-operatorie. Ecco le 5 domande da fare al medico

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Passaparola tra amiche, un’offerta super-scontata sui social, la promessa di un ringiovanimento rapido e indolore: quando si tratta di sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica, troppo spesso i pazienti tendono a banalizzarlo, sottovalutandone i rischi e affidandosi a criteri poco affidabili per la scelta del professionista. A lanciare l’allarme è un articolo del quotidiano spagnolo El Pais, secondo cui cliniche a basso costo, promozioni commerciali aggressive e massiccia esposizione a modelli di bellezza non reale, se non proprio surreale, soprattutto attraverso i social network, causano una percezione superficiale delle implicazioni delle operazioni.

Una situazione che si sta verificando anche in Italia: “Un’operazione di chirurgia estetica è spesso considerata come un appuntamento “di bellezza”, senza tenere conto che ogni intervento chirurgico, per quanto sicuro, ben fatto, di routine ecc., porta con sé dei rischi, che sono inevitabili – afferma il professor Raffaele Rauso, chirurgo plastico vicepresidente della FIME (Federazione Italiana Medici Estetici), già docente all’Università Vanvitelli di Napoli -. L’importante è che i pazienti ne siano informati, così da scegliere in modo consapevole, senza affidarsi a uno slogan o a promesse di cambiamento irrealizzabili”.

Di norma le operazioni di chirurgia e medicina estetica, eseguite da medici competenti (sul portale FnomCeo si possono verificare le qualifiche) in strutture sicure e in regola, hanno pochissimi rischi ed effetti collaterali, che però non possono mai essere del tutto esclusi. Ecco qualche domanda che è bene fare al chirurgo prima dell’intervento:

1)     Quali sono i tempi della degenza? Dopo che il chirurgo avrà indicato il tipo di intervento da eseguire per risolvere l’inestetismo evidenziato dal paziente o dalla paziente, è bene soffermarsi sul tipo di anestesia o sedazione e sui tempi di recupero previsti in clinica. “I costi ridotti possono nascondere una degenza molto breve in clinica nel post-intervento: il tempo di osservazione è invece importante dopo un’operazione, bisogna considerare almeno 6 ore di degenza, che possono arrivare a 1 o 2 notti in caso di interventi più complicati o della condizione clinica dei pazienti. Ridurre i tempi significa mettere a rischio la sicurezza del paziente nella fase, sempre delicata, del post-operatorio” afferma il prof. Rauso.

2) Come sarà il post-operatorio? Ogni atto chirurgico, per quanto considerato semplice o di routine, richiede almeno 3-6 mesi per stabilizzarsi. “A volte si tende a minimizzare quello che succederà dopo l’intervento, mentre è una delle fasi più delicate e importanti, sotto diversi aspetti: il paziente non vede subito il risultato definitivo, ma deve pazientare e seguire scrupolosamente le indicazioni. E’ corretto informare il paziente di questo aspetto, senza promettere risultati definitivi non appena usciti dalla sala operatoria” dice il vicepresidente Fime. “Altro punto fondamentale sono i controlli e le medicazioni post-operatorie, spesso sottovalutati: un intervento, anche se eseguito a regola d’arte, necessita controlli scrupolosi nelle settimane successive, preferibilmente con la presenza dell’operatore”.

3)     Mi sarà consegnata la cartella clinica? E’ bene chiedere di avere la cartella clinica a disposizione, sia per gli interventi di chirurgia estetica, sia per quelli di medicina estetica, per avere traccia del prodotto utilizzato. “Il paziente deve conservare queste informazioni, che possono tornare utili in caso di successivi interventi, di complicazioni, di eventuali richiami dei prodotti o di risultati non soddisfacenti. Avere a disposizione il report di quanto fatto è fondamentale per poter risolvere problemi che potrebbero insorgere anche dopo mesi o anni” spiega il prof. Rauso.

4)     Posso leggere il consenso informato prima dell’intervento? Conoscere i rischi a cui si va incontro, e la possibilità che si verifichino, è decisivo per una scelta consapevole. “Il consenso informato deve essere consegnato almeno qualche giorno, o meglio qualche settimana, prima dell’intervento in modo che il paziente possa leggerlo con calma, avendo la possibilità di porre al chirurgo tutte le domande che fisiologicamente sovvengono dopo la lettura” aggiunge Rauso.

5)     E se il risultato non mi soddisfa? “Può succedere, soprattutto se fin dall’inizio non è stata fatta una visita accurata e non sono stati spiegati bene i limiti di un intervento, che il paziente non abbia raggiunto l’esito desiderato – conclude il vicepresidente FIME -. Per questo è bene chiarire subito in quali casi si può intervenire e i costi. Un punto da considerare, in particolare da chi sceglie il turismo estetico low cost, facendosi operare all’estero”. La prima visita è online, poi si offrono pacchetti tutto compreso e un marketing convincente: in caso di risultato non soddisfacente, bisogna sobbarcarsi i costi di tornare all’estero per farsi operare oppure di affidarsi a un chirurgo italiano, con costi decisamente più alti.