Questi componimenti poetici di Claudio Zanini hanno per oggetto enti geometrici e narrano di volumetrie e teoremi immaginari
“Dei numeri, nella folta schiera e illimitata,
altrettanti vengono detti irrazionali, forse
perché dediti ai turbamenti della passione,
o alle intermittenze instabili del cuore?”
Questi componimenti poetici hanno per oggetto enti geometrici e narrano di volumetrie e teoremi immaginari, il loro declinare nell’ombra o lo svanire nella luce. In essi ci si duole per l’irrisolto rapporto tra finito e infinito, tra verità, incertezza e dubbio; luce e ombra; permanenza e lo scorrere temporale. Ci sono triangoli che feriscono con i loro angoli affilati, rette parallele di cui l’una si smarrisce lasciando l’altra vagare solitaria nell’infinito; figure piane vittime d’ingannevoli aporie, altre che acquisiscono volumetrie incongrue; mappe incerte che disorientano e testimoniano il turbamento dei cartografi.
Sono figurazioni di geometrie ansiose e accadimenti immaginari, forse sognati nelle notti argentine da Borges; frammenti di teoremi ignoti; dimostrazioni apocrife o paradossali, appena affioranti dall’ombra, oppure in attesa di sprofondare in essa.
Claudio Zanini, nato a Trieste, vive a Milano. È scrittore, poeta e appassionato pittore. In quest’ultima veste ha esposto in Italia e all’estero. Pratica diverse forme di scrittura, pubblicando finora cinque romanzi (ha vinto il premio Morselli del 2013). Questa è la sua prima raccolta poetica.