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Lavoro nero: Confartigianato lancia l’allarme in Sardegna

Elaborazione Uecoop sul settore delle costruzioni: negli ultimi 7 anni in Italia perso 1 posto di lavoro su 3 nel settore delle cooperative edili

Operai e artigiani, in Sardegna uno su cinque è in nero. Confartigianato imprese lancia l’allarme: “Un esercito di 126 mila ‘fantasmi’ che vale un sommerso di oltre 2 miliardi”

In Sardegna quasi un lavoratore del mondo delle imprese su cinque, è abusivo o irregolare, 126.000 “fantasmi” che popolano un sommerso che nell’isola vale più di due miliardi di euro. A lanciare l’allarme è la Confartigianato imprese Sardegna, che con il suo ufficio studi ha condotto e pubblicato un’analisi sulla concorrenza sleale dell’abusivismo nell’isola, basandosi su dati Istat. Secondo i numeri dell’associazione, dei 126.000 lavoratori irregolari o abusivi, 32.500 sono “imprenditori”, gli altri 94.000 dipendenti. Un sommerso- fatto soprattutto di meccanici, muratori, estetisti, impiantisti e giardinieri- che mette in difficoltà oltre 13.000 imprese artigiane sarde.

CONFARTIGIANATO: “TOLLERANZA ZERO, CONSUMATORI I PRIMI AD ESSERE COLPITI”

“Siamo molto preoccupati- il commento di Maria Amelia Lai, presidente di Confartigianato imprese Sardegna- l’isola si posiziona al sesto posto fra le regioni italiane per l’irregolarità degli indipendenti. Un sommerso che mette in difficoltà le nostre imprese, già sotto stress dopo due anni di pandemia, per gli effetti della guerra, per l’aumento dei costi delle materie prime e la crisi energetica”.

Per Daniele Serra, segretario di Confartigianato Sardegna, serve “tolleranza zero” nei confronti di chi opera fuori dalle regole, “più volte abbiamo richiamato l’attenzione sul tema, che colpisce non solo le imprese ma la comunità tutta”. A pagare per primi le conseguenze di questa forma illecita di attività, prosegue Serra, “sono infatti i consumatori, che si mettono nelle mani di operatori improvvisati. Tra le categorie più colpite ci sono quelle legate al benessere, ovvero acconciatura ed estetica: non a caso, nel corso della pandemia abbiamo più volte invitato i consumatori a rivolgersi solo a saloni e centri estetici regolari, perché solo lì è garantito un servizio all’altezza, grazie a personale qualificato e opportunamente preparato”.

Ma anche in altri settori, rimarca ancora Lai, “c’è da chiedersi se valga davvero la pena di rischiare la propria sicurezza per pochi euro. Ad esempio affidando manutenzione e revisione della propria auto, la realizzazione degli impianti di casa, o la sistemazione del giardino, a maestranze dal sapere improvvisato e che non forniscono alcun tipo di garanzia sul lavoro svolto. La caccia al risparmio non è certo questa, anche perché spesso, a fronte di un lavoro mal fatto, ci si deve poi rivolgere a veri professionisti”.

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