“Una volta mi sono vestito da Minnie, vi sembro Minnie?”. L’uscita del deputato Giovanni Donzelli (FdI) scatena l’ironia sui social
Un politico travestito da Minnie, la celebre protagonista del cartone animato Walt Disney. L’avreste mai immaginato? E invece è accaduto, per sua stessa ammissione. La simpatica confessione porta la firma di Giovanni Donzelli, deputato di Fratelli d’Italia: “Io mi sono vestito da Minnie a Carnevale, vuol dire che sono Minnie?”. La battuta in realtà cela un tentativo di difendere il collega Galeazzo Bignami, al centro di una bufera politica. Ma scatena l’ironia degli utenti dei social network, con Minnie che diventa subito trending topic su Twitter.
Nel dibattito tra maggioranza e opposizione, continua infatti a tenere banco in queste ore la foto amarcord che ritrae il nuovo viceministro alle Infrastrutture indossare gli abiti di un gerarca nazista. Lo scatto risalente al 2005 immortala l’allora 29enne esponente del governo Meloni – che oggi di anni ne ha 47 – sorridente alla sua festa di addio al celibato, con al braccio la svastica simbolo del regime.
Immagine per cui lo stesso Bignami ha detto di provare “profonda vergogna”, rimarcando la distanza da qualsiasi apprezzamento per forme di gestione del potere di tipo totalitario. Chiarimenti che non sono bastati alle opposizioni, passate subito all’attacco. “E questi sarebbero quelli che non hanno mai avuto simpatie per le dittature? Ma per favore”, è il commento del segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni.
A difesa di Bignami questa mattina è intervenuto proprio Donzelli, ospite di Myrta Merlino a ‘L’aria che tira’ su La7: “Galeazzo è una delle persone più intelligenti che esista. Sfido chiunque a trovare una sua dichiarazione che non sia a difesa della democrazia. È tra le persone di destra che ha avuto più amici in Israele ancor prima che Fini si recasse in visita. Raccontare che la persona è nazista per un travestimento in una festa privata… Io una sera mi sono vestito da Minnie, vuol dire che sono Minnie?“. Il paragone è servito. L’abito non fa il monaco. E per Donzelli, evidentemente, neanche il nazista.