ENEA nel progetto UE per le Comunità energetiche rinnovabili


ENEA nel progetto dell’Unione europea da 2,5 milioni di euro per promuovere le Comunità energetiche rinnovabili (CER)

Comunità energetiche rinnovabili

Supportare il processo di diffusione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) su scala locale, nazionale ed europea, identificando barriere, opportunità, misure e soluzioni tecnologiche specifiche per ogni contesto geografico. È l’obiettivo del progetto Ue COM RES[1], finanziato dal programma Horizon2020 con 2,5 milioni di euro, che vede ENEA tra i partner di ricerca per facilitare lo scambio di esperienze e il trasferimento di buone pratiche verso contesti territoriali ‘meno avanzati’. Nel progetto sono coinvolti 16 partner di nove Paesi europei[2]; ognuno si trova in differenti stadi di recepimento della direttiva europea RED II[3] sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili e, di conseguenza, ad un diverso livello di sviluppo e diffusione delle CER. Per accelerare il processo, è prevista la presentazione di best practice nazionali a gruppi di esperti provenienti dalle cosiddette learning region, ovvero realtà estere in cui il processo di creazione delle CER è in una fase iniziale e, dunque, c’è l’interesse ad apprendere, da una ‘regione modello’, l’esperienza di successo.

“In Italia abbiamo individuato, come best practice da esportare in Europa, la comunità energetica ‘Energy City Hall’ di Magliano Alpi, in Piemonte, costituita nel 2020. Qui un impianto fotovoltaico da 20 kWp installato sul tetto del palazzo comunale produce l’energia che viene condivisa con la CER, per soddisfare i consumi della biblioteca, della palestra, delle scuole e di alcuni residenti che per primi hanno aderito al nucleo di partenza”, spiega Gilda Massa, ricercatrice del Laboratorio ENEA di Cross Technologies per distretti urbani e industriali. “Allo stesso impianto saranno poi collegate due colonnine di ricarica elettrica, utilizzabili gratuitamente dai residenti. Il Piemonte si è dato l’obiettivo di una copertura del 10% del territorio con le comunità energetiche ma, in generale, l’Italia ha un grande potenziale di sviluppo di questa nuova forma di associazione ‘energetica’ volontaria, che potrebbe arrivare a circa 130 mila comunità”, aggiunge la ricercatrice.

La best practice di Magliano Alpi è stata identificata dal transfer team della Lettonia come una realtà da cui poter partire per un’azione di trasferimento nel Paese baltico. “L’obiettivo principale delle attività che stiamo organizzando con i partner è quello di far conoscere, da un lato, la struttura di governance adottata, i problemi affrontati e le soluzioni adottate e approfondire, dall’altro, l’intero processo di recepimento delle direttive comunitarie nel contesto italiano. Non solo, queste attività di ‘tutoraggio’ -spiega ancora Massa- permettono di affrontare anche argomenti più specifici, come le regole e l’attuazione pratica della condivisione dell’elettricità all’interno di un condominio, gli attori coinvolti e il loro ruolo nel funzionamento della comunità energetica stessa e i costi da sostenere per l’utilizzo dei servizi del sistema di distribuzione dell’energia”.

Attualmente a Magliano Alpi sono in via di costituzione due nuove CER per una potenza installata di 108 kWp e, grazie alle recenti modifiche del sistema normativo definitivo (legge 199/2021), le tre comunità saranno fuse in un’unica più grande. Inoltre, il Comune sta stipulando accordi con altre città (Matera in Basilicata, Collesalvetti in Toscana e la Comunità Collinare del Friuli) per trasferire il proprio modello di comunità energetica rinnovabile basato su: cinque elementi strategici (pianificazione, governance, costruzione, gestione e replica), una piattaforma digitale IoT per l’analisi e la gestione dei dati  su GO-CER (Gruppo Operativo Comunità Energetiche Rinnovabili). Si tratta del primo network locale di competenze professionali per la realizzazione di CER, che agisce su tre livelli principali: verso i cittadini, per diffondere la consapevolezza dei vantaggi delle comunità energetiche e proporre loro aziende locali e professionisti in grado di realizzarle; verso le organizzazioni, come la PA, per sostenere e seguire il progetto nella sua interezza (dallo studio di fattibilità alla costruzione degli impianti al coinvolgimento dei cittadini) e, infine, verso i gestori delle comunità energetiche per supportare a diversi livelli le esigenze della comunità locale.

“Dopo l’incontro con il team di esperti della Lettonia, continueremo le attività di trasferimento, che comprendono attività di gemellaggio e di mentoring con visite accompagnate, di formazione e di supporto per la definizione del quadro regolatorio. A livello operativo, i gruppi di trasferimento e gli esperti di tutoraggio elaboreranno tabelle di marcia e proposte concrete su come adattare le misure alle regioni di provenienza tenendo conto -prosegue Massa- dei contesti giuridici, economici, sociali, politici, di governance e culturali di ogni Paese e della notevole varietà di soluzioni tecnologiche adottabili, tra cui il fotovoltaico comunitario, l’eolico, lo stoccaggio e  l’idroelettrico. Alla fine del progetto verrà realizzato un report con le ‘lezioni apprese’ durante le attività di trasferimento che hanno coinvolto, solo in Italia, oltre 80 stakeholder interessati ad approfondire lo scenario normativo in corso di evoluzione e le diverse esperienze in campo”, conclude la ricercatrice.

[1] Community Energy for the uptake of RES in the electricity sector: Connecting long-term visions with short-term actions

[2] Italia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Lettonia, Norvegia, Polonia, Portogallo e Svezia.

[3] Il processo di recepimento della RED II in Italia ha previsto una prima fase sperimentale iniziata nel marzo 2020 (Legge 8/2020) e conclusasi nel giugno 2021. Questa fase è stata necessaria per capire le esigenze dello scenario italiano e come fissare o modificare i vincoli specifici per l’implementazione dei REC (potenza massima per gli impianti di generazione da fonti rinnovabili e confini geografici).