Malattie respiratorie: benefici con N-acetilcisteina


I pazienti con malattie respiratorie che presentano secrezioni dense di muco possono ottenere un certo sollievo dalla somministrazione endovena di N-acetilcisteina

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I pazienti con malattie respiratorie che presentano secrezioni dense di muco che non consentono la facile espettorazione possono ottenere un certo sollievo dalla somministrazione endovena di N-acetilcisteina (NAC) a livello ospedaliero, stando ai risultati di uno presentato nel corso del Congresso ERS che ha coinvolto anche ricercatori provenienti dal nostro Paese come il prof. Alberto Papi dell’Università di Ferrara che ha presentato lo studio.

Razionale e disegno dello studio
NAC rappresenta uno dei diversi trattamenti a disposizione per la terapia mucolitica, ma le evidenze a supporto dell’efficacia e della sicurezza d’impiego di questo vecchio farmaco sono piuttosto scarse.

La somministrazione endovena rappresenta una modalità di somministrazione di farmaci di largo impiego nel setting ospedaliero. I dati sull’impiego endovena di NAC come mucolitico e come terapia espettorante provengono, attualmente, solo da piccoli studi che non hanno coinvolto più di 65 pazienti.

L’obiettivo di questo trial, pertanto, è stato quello di fornire evidenze qualitativamente migliori (studio randomizzato di Fase III) sull’efficacia e la sicurezza di NAC 600 mg bis die endovena, dimostrando la superiorità del trattamento rispetto al placebo e la non inferiorità ad ambroxolo relativamente alla viscosità del catarro e alle difficoltà di espettorazione alla fine di una settimana di trattamento.

Lo studio, di ampie dimensioni numeriche, multicentrico, randomizzato e controllato, nonchè adeguato per potenza statistica, ha reclutato 333 pazienti ospedalizzati con malattia respiratoria (bronchite acuta, bronchite cronica con espettorazioni, enfisema, mucoviscidosi, bronchiettasie e secrezione anomala di muco).

Questi sono stati randomizzati, secondo uno schema 1:1:1, a trattamento con NAC 600 mg, ambroxolo HCl 30 mg o a placebo mediante infusioni bis die per 7 giorni.

L’efficacia mucolitica ed espettorante è stata valutata mediante apposite scale di valutazione. Nello specifico, con il punteggio pari a 0 si indicava il riscontro di una funzione normale e con 3 un’anomalia severa (muco denso relativamente alla viscosità dell’espettorato, difficoltà notevoli relativamente alla espettorazione.

Era motivo di inclusione nello studio una valutazione dell’espettorato come denso o viscoso (punteggio pari a 2). I punteggi medi all’inizio dello studio erano pari a 2,2 sia per la viscosità del catarro che per le difficoltà di espettorazione.

Risultati principali
Dopo 7 giorni di trattamento, nei pazienti sottoposti a infusioni di NAC i punteggi medi di viscosità del catarro e quelli relativi alle difficoltà di espettorazione si sono ridotti in misura maggiore rispetto a quelli sottoposti a trattamento con placebo [-0,24 punti rispetto a placebo nel primo caso (p<0,001); -0,29 punti rispetto a placebo nel secondo (p=0,002).
NAC, inoltre, si è dimostrato non-inferiore ad ambroxolo relativamente a questi outcome.

Non è stata documentata, invece, l’esistenza di differenze tra gruppi in termini di volume catarrale o di variazioni di colore dell’espettorato.

Quanto agli eventi avversi legati al trattamento, non sono state rilevate differenze tra NAC e ambroxolo, e la loro tipologia è risultata essere in linea con quanto riportato negli studi precedenti.

Considerazioni conclusive
Nel commentare i risultati del trial alla fine della presentazione al Congresso, il dott. Frits Franssen, MD, PhD, dell’Università di Maastricht (Paesi Bassi), ha affermato che lo studio ha sollevato in lui alcune domande relativamente al suo disegno.

Ad esempio, Franssen si è chiesto se il ciclo di trattamento di 7 giorni abbia comportato un prolungamento dell’ospedalizzazione per alcuni pazienti, che altrimenti non avrebbero avuto bisogno di una settimana intera in ospedale. Franssen ha anche messo in dubbio la scelta dell’iniezione endovenosa rispetto al trattamento orale, che è facilmente disponibile.

Papi ha risposto che gli sperimentatori ritengono che il trattamento per via endovenosa sia più adatto nei pazienti gravemente malati “che potrebbero avere difficoltà con i farmaci per via orale”, e quindi hanno deciso di concentrarsi su questo aspetto nello studio.

Franssen ha anche chiesto se altri farmaci assunti dai pazienti prima del ricovero possano aver influenzato i risultati. Papi ha risposto che la maggior parte dei pazienti stava assumendo anche antibiotici e una parte aveva fatto uso di farmaci tradizionali cinesi, ma questi erano “bilanciati tra i due gruppi” e quindi non avrebbero dovuto influenzare i risultati.

Nel complesso, dunque, i risultati del trial forniscono ulteriori evidenze di efficacia e sicurezza di NAC endovena come trattamento mucolitico ed espettorante in quelle situazioni cliniche nelle quali la somministrazione in infusione endovena è da preferire.

Bibliografia
Tang W, et al “Randomized, rater-blinded, controlled study of intravenous (IV) N‐acetylcysteine (NAC) in hospitalized adults with respiratory tract disease and abnormal mucus secretion” ERS 2022.