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Nuove linee guida della ESC per la chirurgia non cardiaca

digiuno sostituzione valvolare

Nuove linee guida ESC: i pazienti di età superiore ai 65 anni devono sottoporsi a un controllo cardiaco prima di un intervento chirurgico non cardiaco ad alto rischio

Tutti i pazienti di età superiore ai 65 anni devono sottoporsi a un controllo cardiaco prima di un intervento chirurgico non cardiaco (NCS) ad alto rischio. È questo il messaggio-chiave delle nuove le linee guida della Società europea di cardiologia (ESC) sulla valutazione cardiovascolare (CV) e la gestione dei pazienti sottoposti a NCS, presentate a Barcellona durante l’ESC22 e pubblicate online sull’”European Heart Journal”.

Un controllo cardiaco è raccomandato anche in persone apparentemente sane di età superiore ai 65 anni prima della NCS a rischio intermedio o ad alto rischio, secondo il documento.

Struttura e obiettivo del documento
Si stima che più di 300 milioni di persone siano sottoposte ogni anno in tutto il mondo a un intervento chirurgico importante. Quasi l’85% delle operazioni principali sono procedure non cardiache. Inoltre, si stima che nella sola Unione europea almeno 660.000 complicanze CV maggiori si verifichino ogni anno a causa di interventi NCS.

«Il documento fornisce consigli per la cura pre-operatoria, operatoria e post-operatoria dei pazienti sottoposti a NCS» ha spiegato Julinda Mehilli dell’ospedale Landshut-Achdorf di Landshut (Germania), principale coautrice delle linee guida.

«L’obiettivo è prevenire le complicanze CV tra cui infarto miocardico, trombosi negli stent, disturbi del ritmo cardiaco, embolia polmonare, ictus e morte. La probabilità di complicanze CV dipende dalle caratteristiche del paziente, dal tipo di intervento chirurgico e dal fatto che sia elettivo o urgente» ha precisato.

Criteri di classificazione e limitazione del rischio
Nelle linee guida gli interventi chirurgici sono classificati come a rischio chirurgico basso (meno dell’1%), intermedio (1-5%) e alto (superiore al 5%), in base alla probabilità di infarto, ictus o morte entro 30 giorni a causa di malattie CV. Per esempio, la chirurgia del ginocchio è a basso rischio, un trapianto di rene è a rischio intermedio e un trapianto di polmone è ad alto rischio.

«Nei pazienti di età compresa tra 45 e 65 anni senza segni, sintomi o storia di malattie CV, prima della NCS ad alto rischio dovrebbero essere considerati un elettrocardiogramma (ECG) e misurazioni della troponina» ha sottolineato Mehilli.

Le linee guida delineano anche le azioni che i pazienti possono intraprendere prima e dopo l’intervento chirurgico per ridurre la probabilità di complicanze CV. In particolare, si consiglia di smettere di fumare per più di quattro settimane prima dell’intervento chirurgico e di controllare l’ipertensione, la dislipidemia e il diabete.

I pazienti devono essere controllati per l’eventuale presenza di anemia, che deve essere trattata prima dell’intervento chirurgico. Se i pazienti sono in trattamento con determinati farmaci, in particolare gli anticoagulanti, devono essere informati dal proprio medico se sospendere o continuare la loro assunzione. «È molto importante che i pazienti che usano fluidificanti del sangue ricevano informazioni dettagliate su come gestire questi farmaci prima e dopo l’intervento chirurgico.» ha ribadito Sigrun Halvorsen dell’Oslo University Hospital Ulleval (Norvegia).

La valutazione del rischio dovrebbe comprendere gli aspetti relativi ai pazienti e quelli chirurgici in modo da poter prendere decisioni individualizzate. A tale proposito, nel documento si legge come sia «importante che i valori e le preferenze dei pazienti rispetto ai benefici e ai rischi della chirurgia siano presi in considerazione e che i pazienti siano coinvolti nelle decisioni. Ciò è particolarmente importante quando si tratta di decisioni su come sottoporsi a chirurgia elettiva o meno, i tempi dell’intervento chirurgico e la scelta delle tecniche chirurgiche e anestetiche».

I soggetti con COVID-19
Le linee guida forniscono raccomandazioni su misura per i pazienti con diverse condizioni CV, malattie renali, diabete, cancro, obesità e COVID-19. In generale, dopo COVID-19, la chirurgia elettiva non cardiaca dovrebbe essere posticipata fino al completo recupero e all’ottimizzazione delle condizioni coesistenti.

Le malattie cardiache esistenti aumentano il rischio di complicanze CV perioperatorie, in particolare nei pazienti più anziani.

Come agire in caso di pazienti cardiopatici, coronaropatici, con valvulopatie e aritmie
Tutti i pazienti con malattia coronarica devono ricevere una valutazione cardiaca. La decisione per l’esame diagnostico invasivo e la rivascolarizzazione con stent o un intervento chirurgico di bypass prima di un’operazione non cardiaca deve essere individualizzata in base ai sintomi e alla presenza di restringimento o blocco dei vasi cardiaci.

I pazienti con cardiopatia valvolare sintomatica, in particolare quelli con stenosi della valvola aortica o rigurgito della valvola mitrale, sono a più alto rischio di complicanze perioperatorie, specialmente quando sottoposti a NCS a rischio intermedio e ad alto rischio. A seconda della gravità della stenosi della valvola aortica e dell’urgenza e della gravità della NCS pianificata, le linee guida raccomandano la riparazione chirurgica o transcatetere della valvola o la valvuloplastica con palloncino come terapia-ponte per la riparazione.

I pazienti con grave rigurgito mitralico hanno spesso insufficienza cardiaca, che raddoppia il rischio di complicanze, in particolare dopo un intervento chirurgico non cardiaco a rischio intermedio o alto. La riparazione percutanea o chirurgica della valvola mitrale deve essere presa in considerazione prima della NCS, in aggiunta alla terapia medica ottimale diretta dalle linee guida.

Un controllo cardiaco pre-operatorio con un ECG è raccomandato anche nei pazienti con aritmie, che dovrebbero continuare a prendere il loro abituale farmaco antiaritmico prescritto. I pazienti con un pacemaker o un defibrillatore cardioverter impiantabile devono far controllare il loro dispositivo prima dell’intervento chirurgico, se ciò non è stato fatto di recente.

A seguito di NCS, in particolare chirurgia a rischio intermedio e alto, la complicanza CV più comune è la lesione miocardica, che è associata a un aumentato rischio di morte entro un mese dall’intervento chirurgico. I pazienti con malattie cardiache hanno maggiori probabilità di sperimentare questa complicanza e possono richiedere un’osservazione più lunga in terapia intensiva rispetto a quelli senza malattie cardiache.

Un work in progress, tra ciò che è noto e quanto va ancora definito
Nel complesso, dalle linee guida emergono vari ‘statement’, in parte da considerarsi raccomandazioni/messaggi-chiave, in parte come evidenziazione di varie lacune con implicito auspicio che molti quesiti aperti siano approfonditi e sviluppati in futuro.

I messaggi-chiave

I ‘gap’ in evidenza

Ribadita l’indispensabilità del lavoro multidisciplinare
«Esiste una complessa interazione tra il rischio intrinseco della chirurgia e il rischio correlato al paziente di complicanze CV peri-operatorie» scrivono in conclusione Halvorsen, Mehilli e colleghi.

«Quest’ultimo rischio dipende dallo stato generale e CV di base dei pazienti programmati per NCS. Per ogni paziente» ribadiscono «la corretta quantificazione e comunicazione del rischio chirurgico richiede una stretta collaborazione tra cardiologi, chirurghi, anestesisti, medici generici e altri operatori sanitari».

Bibliografia:
Halvorsen S, Mehilli J, Cassese S, et al. 2022 ESC Guidelines on cardiovascular assessment and management of patients undergoing non-cardiac surgery. Eur Heart J. 2022 Aug 26.doi: 10.1093/eurheartj/ehac270. [Epub ahead of print] Link

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