I pazienti con fibromialgia hanno un tasso di depressione 3 volte superiore rispetto alle persone sane e oltre il 50% ne soffre per tutta la vita
I pazienti con fibromialgia hanno un tasso di depressione 3 volte superiore rispetto alle persone sane e oltre il 50% ne soffre per tutta la vita, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Primary Care & Community Health. Le future linee guida dovrebbero concentrarsi sull’importanza sia dell’identificazione che del trattamento della depressione quando viene diagnosticata la fibromialgia.
«La depressione è stata una questione controversa nella concettualizzazione e nel trattamento della fibromialgia e i due disturbi sono collegati in modo importante» hanno affermato i ricercatori. «I soggetti fibromialgici hanno un tasso di depressione 3 volte superiore rispetto a quelli senza fibromialgia e oltre il 50% ne soffre per tutta la vita. C’è una significativa sovrapposizione di sintomi che risulta in teorie secondo cui la fibromialgia è semplicemente un equivalente depressivo o un disturbo della sindrome affettiva, a causa della presentazione condivisa dei sintomi».
Inoltre il miglioramento dei sintomi della fibromialgia con alcuni antidepressivi aumenta la possibilità di una fisiopatologia condivisa. È stato riscontrato che fibromialgia e depressione hanno una relazione temporale bidirezionale, dove la presenza di una delle due condizioni aumenta il rischio di sviluppare l’altra. È anche noto che le persone con dolore persistente hanno maggiori probabilità di soddisfare i criteri diagnostici per la depressione rispetto a quelli senza dolore e che il rischio di sviluppare la depressione è maggiore per gli individui con dolore in più siti corporei, hanno fatto presente gli autori.
Come riportato in precedenza, un programma multicomponente di trattamento della fibromialgia può migliorare con successo sia la depressione che la funzionalità fisica, ma non è noto se la depressione basale influisca sugli esiti del trattamento per la fibromialgia. Il presente studio si proponeva di valutare la prevalenza dei sintomi della depressione in un campione ben definito di pazienti con fibromialgia e di determinare l’impatto della depressione sugli esiti del trattamento in seguito alla partecipazione a un programma multicomponente per il trattamento della fibromialgia.
Valutazione dell’impatto della depressione sulla funzionalità fisica
Uno studio longitudinale sull’esito del trattamento ha analizzato la prevalenza dei sintomi della depressione nei pazienti con fibromialgia in un centro di cure terziarie. I ricercatori hanno studiato l’impatto della depressione sugli esiti funzionali dopo che i pazienti hanno completato un programma di trattamento multicomponente ambulatoriale intensivo per la fibromialgia, che consisteva in 16 ore (2 giorni) di terapia cognitivo comportamentale (CBT) come strategia di intervento.
Per determinare lo stato funzionale dei pazienti è stato utilizzato il Fibromyalgia Impact Questionnaire Revised (FIQR), mentre con la misura del Center for Epidemiologic Study of Depression (CES-D) è stata valutata la depressione. Queste misure sono state somministrate sia all’inizio che 5 mesi dopo il completamento del programma, tramite sondaggi inviati per posta. I pazienti idonei avevano una diagnosi di fibromialgia confermata da medici attraverso i criteri dell’American College of Rheumatology (ACR).
La terapia cognitivo comportamentale migliora sia la depressione che la fibromialgia
Lo studio ha coinvolto un totale di 411 pazienti adulti, la maggior parte dei quali (73,2%) ha riportato sintomi depressivi al momento del ricovero. L’età media era di 54,7 anni e in prevalenza bianchi (90,5%) e di sesso femminile (90,3%).
Dopo il programma di trattamento sono migliorate significativamente sia la depressione che la compromissione funzionale (CES-D: media 25 vs 21, P<0,001; FIQR: media 59 vs 46, P<0,001). Punteggi di depressione più elevati al basale erano predittivi di esiti peggiori dopo il trattamento multicomponente.
I pazienti con depressione erano funzionalmente più compromessi rispetto ai pazienti senza depressione al follow-up, tuttavia quelli che sono stati in grado di trattare efficacemente la loro depressione hanno ottenuto un miglioramento della funzionalità fisica alla valutazione di follow-up.
Diversi limiti da superare con ulteriori studi
I limiti dello studio includono il fatto che i pazienti non hanno partecipato a un colloquio diagnostico clinico strutturato per diagnosticare la depressione, anche se il CES-D è un valido strumento di screening. Inoltre i risultati provengono da una coorte di centri di assistenza terziaria composta solo da pazienti con fibromialgia, che potrebbe ostacolarne la generalizzabilità. Diverse variabili, tra cui disturbi del sonno, fatigue, problemi cognitivi e uso illegale di sostanze non sono state prese in considerazione nelle analisi statistiche e potrebbero aver influenzato l’accuratezza dei risultati. Infine i ricercatori non hanno tenuto conto dei cambiamenti nello stato antidepressivo dal basale al follow-up. Nonostante questo, va sottolineato che lo studio ha incluso un ampio campione di popolazione di pazienti con fibromialgia confermata dal medico, che ha migliorato la validità della diagnosi.
«L’identificazione proattiva con strumenti di screening convalidati e il trattamento della depressione come parte di programmi completi per la gestione della fibromialgia possono migliorare i risultati» hanno concluso gli autori. «Ulteriori valutazioni su un’ampia coorte di pazienti affetti da fibromialgia, tramite uno studio randomizzato e controllato per valutare l’impatto della depressione e del suo trattamento sugli esiti della fibromialgia, sono essenziali per confermare le differenze negli esiti osservati nel nostro studio».
«Considerato l’impatto sia della fibromialgia che della depressione sulla qualità di vita delle persone, è probabile che una diagnosi e un trattamento efficace della depressione migliorino la risposta individuale alla gestione non farmacologica della fibromialgia» hanno aggiunto.
Referenze
Munipalli B et al. Depression: A Modifiable Risk Factor for Poor Outcomes in Fibromyalgia. J Prim Care Community Health. 2022 Jan-Dec;13:21501319221120738.