Luci, musiche e coreografie nello spettacolo che dà il via ai Mondiali di calcio in Qatar: sfilano gli Sbandieratori di Faenza e la mascotte di Italia ’90. L’Ecuador vince 2-0 il match inaugurale
Rispetto e inclusione, nelle intenzioni almeno. Mondiali di Qatar 2022, si comincia. La Cerimonia di apertura della rassegna iridata, la prima nel deserto, chiude il conto alla rovescia lasciando spazio al calcio giocato con la prima partita in programma, Qatar-Ecuador terminata 0-2. Protagonista dello spettacolo in scena allo stadio Al-Bayt l’attore statunitense Morgan Freeman, all’inizio voce narrante di un filmato che ha vuole far conoscere – tra tende dei beduini e squali balena – la terra che ospita la Coppa del Mondo; poi fisicamente al centro del campo in un dialogo sull’inclusione con un giovane qatariota affetto da una malattia che lo ha privato degli arti inferiori alla nascita. “Con il rispetto reciproco possiamo vivere insieme”, il fulcro delle loro parole, perché “con la tolleranza e il rispetto possiamo vivere sotto un unico tetto”.
VIAGGIO TRA LE MASCOTTE, C’È ANCHE ‘CIAO’ DI ITALIA ’90
Realizzata dall’italiano Marco Balich, esperto nel ‘disegnare’ gli spettacoli di apertura e chiusura di eventi come i Giochi Olimpici, la cerimonia è andata avanti con bandiere, luci e coreografie che hanno visto in campo anche gli Sbandieratori di Faenza. Su tutto, le sagome con le maglie delle 32 Nazionali che si contenderanno il trofeo, vere protagoniste del Mondiale.
E ancora musica, emozioni e amarcord con il viaggio tra le mascotte delle edizioni del passato – c’è anche ‘Ciao’ di Italia ’90 – e le colonne sonore più famose, dall’inno di Ricky Martin a quello di Shakira, solo per fare due esempi. È qui che – scendendo dal soffitto dell’impianto – viene presentata ufficialmente ‘La’eeb’, il simbolo di Qatar 2022: il gutra, classico copricapo arabo trasformato in personaggio con tanto di occhi e bocca disegnati, mentre risuona la voce di Jeon Jung-Kook, solista della band sudcoreana Bts autrice dell’inno 2022.
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LA PROMESSA DELL’EMIRO: “CELEBRIAMO LE DIVERSITÀ”
Quindi, racconta la Dire (www.dire.it), il momento istituzionale. Sul maxischermo viene proiettato il filmato di una partita giocata nel deserto oltre 50 anni fa, che aveva tra i protagonisti quello che sarebbe poi diventato l’Emiro del Qatar. Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani prende la parola dando il benvenuto agli spettatori di tutto il mondo, non solo quelli presenti allo stadio, promettendo rispetto e integrazione.
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“Abbiamo lavorato tanto per garantire un torneo di successo – le sue dichiarazioni – Per i prossimi 28 giorni seguiremo la grande festa del calcio in un ambiente di umana e civile comunicazione. Persone di tanti Paesi diversi verranno in Qatar: è bello che i popoli condividano e celebrino le diversità e ciò che li unisce. Che siano giorni che possano ispirare bontà e speranza“. Auspicio o realtà, per il bilancio appuntamento al 18 dicembre.