La maggior parte degli anziani statunitensi con dolore articolare è convinto di poterlo gestire senza l’assistenza del medico e il 66% riferisce di trattarlo con farmaci da banco
La maggior parte degli anziani statunitensi con dolore articolare è convinto di poterlo gestire senza l’assistenza del medico e il 66% riferisce di trattarlo con farmaci da banco come paracetamolo o ibuprofene, secondo il sondaggio Arthritis and Joint Pain. University of Michigan National Poll on Healthy Aging.
Artrosi e dolore articolare affliggono milioni di anziani. L’artrosi è associata a ridotta attività fisica, maggiore disabilità e tassi più elevati di problemi di sonno, depressione, ansia e cadute. A gennaio e febbraio 2022, la survey nazionale dell’Università del Michigan sull’invecchiamento in buona salute ha effettuato un sondaggio su un campione nazionale di adulti di età compresa tra 50 e 80 anni in merito alle loro esperienze e alla gestione dell’artrite e del dolore articolare.
Dolore articolare molto diffuso dopo i 50 anni
Ne è risultato che il 70% delle persone con più di 50 anni prova un certo livello di dolore articolare e al 60% di questi soggetti è stata diagnosticata una forma di artrite. In generale l’80% dei pazienti colpiti dichiara di avere almeno una certa sicurezza di essere in grado di gestire il proprio dolore senza alcun tipo di assistenza medica.
Le donne erano più propense degli uomini a riferire dolori articolari (75% contro 65%), così come quelle di età compresa tra 65 e 80 anni rispetto a quelle di età compresa tra 50 e 64 anni (74% contro 68%). Inoltre, gli anziani con livelli di istruzione più bassi, in famiglie a basso reddito e in condizioni fisiche o mentali discrete o carenti, avevano maggiori probabilità di riferire dolori articolari.
In generale il 31% dei partecipanti ha valutato il dolore articolare lieve, il 31% moderato e l’8% grave, mentre il 30% ha riferito di non aver manifestato sintomi di artrosi. Tra i soggetti con sintomi, il 55% ha valutato il dolore articolare come moderato o grave. Le donne avevano maggiori probabilità rispetto agli uomini di riportare dolori articolari moderati o gravi (43% contro 34%). Anche gli anziani di colore, avevano livelli di istruzione più bassi, in famiglie a basso reddito e in condizioni fisiche o mentali discrete o cattive avevano maggiori probabilità di riportare dolori articolari moderati o gravi.
Tra le persone con dolori articolari, il 45% ha affermato di aver manifestato sintomi ogni giorno, il 26% in circa la metà dei giorni, il 19% in meno della metà dei giorni e il 10% raramente. Circa la metà (49%) ha affermato di essere limitata nelle proprie attività abituali (molto o in parte) a causa del dolore articolare e il 36% ha lamentato interferenze con la vita quotidiana.
Due terzi dei pazienti si affidano ai farmaci da banco
Il 66% dei pazienti ha riferito di aver gestito il dolore articolare con farmaci antidolorifici da banco come ibuprofene, paracetamolo o naprossene. Altri farmaci e sostanze che gli anziani hanno riferito di aver utilizzato per l’artrite o il dolore articolare includevano integratori (come glucosamina, condroitina, curcuma) (26%), iniezioni intra-articolari di steroidi (19%), altri farmaci antidolorifici non oppioidi soggetti a prescrizione (18%), steroidi orali (14%), oppioidi (14%), cannabidiolo (11%), marijuana (9%) e farmaci antireumatici modificanti la malattia (4%). Tra questi, marijuana, oppioidi e FANS sono stati spesso valutati come utili dagli utilizzatori.
«Ci sono dei rischi considerevoli associati a molte di queste opzioni di trattamento, specialmente se assunte a lungo termine o in combinazione con altri farmaci» ha affermato il primo autore del report Beth Wallace, reumatologo presso il sistema sanitario Veteran Affairs di Ann Arbor, in un comunicato stampa che annunciava i risultati del sondaggio. «Eppure il 60% di quanti assumono due o più sostanze per i loro dolori articolari ha affermato che il proprio medico non aveva parlato con loro dei rischi, o non riuscivano a ricordare se l’avesse fatto. Inoltre il 26% delle persone che assumevano steroidi per via orale non aveva parlato con un medico dei rischi che questi farmaci comportano».
Perdita di peso ed esercizio fisico sono raccomandati
Wallace ha anche osservato che le linee guida dell’American College of Rheumatology evidenziano un approccio basato sull’evidenza per la gestione del dolore nell’osteoartrosi e nell’artrite reumatoide. «Le linee guida cercano di ridurre il rischio che i farmaci influenzino lo stomaco, il fegato, la pressione sanguigna, i livelli di zucchero nel sangue, l’umore o il sonno» ha riportato il comunicato. «Questi rischi aumentano con l’uso a lungo termine e nelle persone che assumono più farmaci o determinati integratori, così come in quanti fanno un uso regolare di alcolici».
Nel caso dell’osteoartrosi le linee guida mettono in evidenza l’importanza della perdita di peso e dell’esercizio fisico. Nei pazienti con dolore articolare, il 64% riferisce di aver fatto esercizio e il 24% di aver frequentato a un certo punto la terapia fisica.
«Gli anziani con una salute fisica o mentale discreta o scarsa erano molto più propensi a concordare con l’affermazione che non c’è nulla che una persona con dolori articolari possa fare per alleviare i propri sintomi, cosa che sappiamo essere falsa» ha affermato nel comunicato Preeti Malani, un esperto di malattie infettive e geriatria della Michigan Medicine. «Gli operatori sanitari devono sollevare l’argomento del dolore articolare con i loro pazienti più anziani e aiutarli a elaborare un piano di assistenza che potrebbe essere loro utile».
Referenze
Wallace B et al. Arthritis and Joint Pain. University of Michigan National Poll on Healthy Aging. September 2022.