“Toni Servillo” è il singolo di debutto di Sena


Fuori “Toni Servillo“, il singolo di debutto del progetto Sena. Primo capitolo per l’atipica cantautrice, ben rappresentativo della poetica ironica-onirica del progetto

sena

Esce “Toni Servillo“, il singolo di debutto del progetto Sena. Ecco un primo capitolo per l’atipica cantautrice, ben rappresentativo della poetica ironica-onirica del progetto: la coppia artistica Sorrentino-Servillo è simbolo universale del rapporto di interdipendenza e reciproca necessità che si crea in ogni coppia nella vita. In questa ballad pop dal gusto retrò una melodia romantica si fonde con immagini ironiche e agrodolci, in una tessitura musicale che crea un sound morbido e senza tempo grazie alla produzione di Taketo Gohara.
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BIO:

Sena nasce nel 1993 − già col nome d’arte “Sena” per una scelta commerciale dei suoi genitori − e muore un po’ ogni giorno. Si fa conoscere dal grande pubblico nel 2000 al suo primo saggio di musica dove si esibisce in una versione piano e voce di “Ti rubacchio un po’ di pop-corn”. L’esibizione raccoglie il favore di pubblico e critica, nonostante una momentanea paresi delle mani dovuta all’ansia da palcoscenico. Amplia i suoi orizzonti musicali esplorando il cantautorato italiano, l’alternative rock britannico, le prime generazioni di indie italiano e la corrente nu metal dei neomelodici napoletani. All’età di 19 anni entra nel pericoloso tunnel della giurisprudenza da cui esce, stremata e avvocata, dopo un lungo percorso riabilitativo.

In questi anni bui inizia a scrivere le sue prime canzoni, molto apprezzate da sua mamma, e inizia ad esibirsi in fortunate tournèe presso tutte le camerette, soggiorni e baretti di amici e parenti entro il terzo grado. Per anni scrive per il programma televisivo di Canale 5 “Avanti un altro!”, in cui compare in qualità di giudice, anche se non riesce a giudicare nessuno, a parte se stessa (e in modo impietoso). Siccome ha il vizio di anagrammare i nomi e le cose si autodefinisce “ironica” e “onirica”.

Scrive canzoni perché è l’unico modo che finora ha trovato per consolarsi e per esprimersi, per dire cose che forse non interesseranno a nessuno, ma speriamo che a qualcuno sì.