Nei pazienti con danno attinico grave, l’uso topico e orale per 12 mesi di un estratto di Polypodium leucotomos ha comportato miglioramenti sia clinici che anatomici
Nei soggetti con danno attinico grave, l’uso topico e orale per 12 mesi di un estratto di Polypodium leucotomos ha comportato miglioramenti sia clinici che anatomici rispetto ai controlli, con maggiori benefici in confronto al solo trattamento topico. Sono i risultati di uno studio presentato al congresso della European Association of Dermatology and Venereology (EADV) 2022.
Le cheratosi attiniche sono lesioni epidermiche displasiche conseguenti all’esposizione prolungata alle radiazioni solari e possono evolvere in un tumore della pelle non melanoma, in particolare il carcinoma a cellule squamose. Sono una manifestazione dell’anormale proliferazione e differenziazione dei cheratinociti. In alcuni casi la condizione può risolversi spontaneamente o rimanere stabile senza diventare maligna.
La prevalenza varia dal 6 al 60% e sembra essere in aumento. I fattori che ne aumentano il rischio includono età, fototipo della pelle, stile di vita e occupazione (come lavorare all’aperto), posizione geografica, storia di cancro della pelle e stato di immunodepressione. Lo sviluppo della condizione è più probabile nei pazienti con un fototipo che si ustiona facilmente (fototipo I).
Alcune cheratosi attiniche sono associate a sensazioni di prurito o dolore, ma generalmente sono asintomatiche. I pazienti spesso descrivono le lesioni come chiazze ruvide simili a carta vetrata. Vengono classificate utilizzando una scala a 3 punti: le lesioni di grado 1 sono visibili e palpabili, le lesioni di grado 2 sono generalmente rosse e squamose e le lesioni di grado 3 sono ipercheratosiche e più spesse, talvolta difficili da distinguere dal carcinoma a cellule squamose.
Fotoprotezione topica e orale
«La fotoprotezione è importante sempre, per evitare che si manifestino manifestazioni cliniche. La situazione clinica per eccellenza causata dalla radiazione solare è la cheratosi attinica e il cosiddetto campo di cancerizzazione. In questo caso la protezione non solo permette di non peggiorare il danno, ma anche di prevenire nuove lesioni» ha spiegato il prof. Giovanni Pellacani, direttore della Clinica Dermatologica Umberto I di Roma. «La protezione solare deve essere adeguata, con un fattore compreso tra 30 e 50 a seconda delle latitudini e dell’intensità dei raggi UV»
La fotoprotezione, compreso l’uso di filtri solari topici e orali, è considerata un approccio terapeutico rilevante nei soggetti con danno attinico grave (SAD, severe actinic damage). Tuttavia pochi studi clinici controllati hanno valutato l’efficacia di un approccio topica e/o orale nell’evoluzione del danno attinico grave in soggetti ad alto rischio.
L’estratto di Polypodium leucotomos (PLE), una felce tropicale ricca di antiossidanti, è utilizzato nei prodotti fotoprotettivi, in virtù del suo meccanismi d’azione basato sulla fotoprotezione immunitaria pleiotropica e supportato da diversi dati in vitro e in vivo.
È disponibile in capsule, come integratore, e in formulazioni per uso topico, soprattutto nei prodotti solari e doposole. L’assunzione per via orale si è rivelata efficace nel prevenire i danni cutanei da raggi UV. L’estratto standardizzato di Polypodium leucotomos possiede proprietà antinfiammatorie e antiossidanti e ha dimostrato di mitigare potenzialmente il fotoinvecchiamento attraverso vari meccanismi.
Valutazione dell’impatto dell’estratto di Polypodium leucotomos
Attualmente non sono disponibili ricerche controllate che abbiano valutato l’effetto protettivo a medio termine dell’estratto in formulazioni topiche e/o orali nei soggetti con SAD, hanno premesso gli autori, pertanto è stato condotto uno studio con l’obiettivo di valutare gli effetti di diverse strategie di protezione solare:
- consigli generali sulla fotoprotezione (gruppo Cnt)
- solo fotoprotezione topica elevata (prodotto topico SPF100 + crema/gel contenente PLE) (gruppo T)
- fotoprotezione topica elevata in combinazione con fotoprotezione orale (PLE 240 mg una volta al giorno) (gruppo TO).
I prodotti solari topici sono stati applicati due volte al giorno nella zona esposta al sole, ossia viso, cuoio capelluto, braccia e dorso delle mani.
Lo studio è stato condotto in tre cliniche dermatologiche italiane di terzo livello (Roma, Modena e Reggio Emilia) da aprile 2017 a gennaio 2021. Ha coinvolto un totale di 131 pazienti (84% uomini, età media 74 anni) con SAD (definita da fotoinvecchiamento grave e almeno 3 cheratosi attiniche), assegnati in modo casuale ai gruppi Cnt, T o TO. Per ciascun soggetto sono state eseguite un totale di 3 visite (al basale e ai mesi 6 e 12)
Gli endpoint erano l’evoluzione dell’Actinic Keratosis Area Score Index (AKASI), l’AK Field Assessment Scale (AK-FAS) area, la comparsa di nuove lesioni da cheratosi attinica e/o la necessità di interventi specifici per la malattia in caso di peggiormaneto o comparsa di nuove lesioni attiniche (terapia fotodinamica, crioterapia, 5-Fluorouracile o imiquimod).
A ogni visita tutti i partecipanti sono stati valutati con esame al microscopio confocale a riflettanza (RCM) (Vivascope 1500) in un’area interessata dal campo di cancerizzazione valutando sette parametri RCM (modello a nido d’ape, pigmentazione screziata, contorno papillare policiclico, collagene reticolato, collagene grossolano, collagene huddle e struttura luminosa arricciata). Tutte le visite cliniche e le valutazioni RCM sono state eseguite da dermatologi ignari dell’allocazione del gruppo di trattamento.
Risultato clinico e anatomico positivo della fotoprotezione combinata topica e orale
Hanno completato lo studio 116 pazienti, 43 nel gruppo Cnt, 44 nel gruppo T e 44 nel gruppo TO.
- L’indice AKASI è aumentato (+6%) significativamente (p<0,001) sia al mese 6 che al mese 12 nel gruppo Cnt, mentre è diminuito significativamente (-7%) nei gruppi T e TO.
- Rispetto al basale, al mese 12 l’AK-FAS è migliorato nei gruppi TO (+26%) e T (+4%) ed è peggiorato (-13%) nel gruppo Cnt.
- Nuove lesioni AK e/o nuovi interventi per il trattamento della cheratosi attinica a 6 mesi sono state osservate nel 38% dei soggetti del gruppo Cnt, nell’11% nel gruppo T e 2% nel gruppo TO (p=0,001). Dopo 12 mesi queste percentuali erano 16%, 7% e 0% rispettivamente nei gruppi Cnt, T e TO.
- Alla fine dello studio, la percentuale di soggetti con pattern a nido d’ape normale o quasi normale alla valutazione RCM (espressione di discheratosi cheratinocitica) era del 26% nel gruppo Cnt, 45% nel gruppo T e 50% nel gruppo TO (p=0,04 T e TO vs Cnt). Non sono state osservate differenze in altri parametri RCM tra i 3 gruppi.
«Nei soggetti con danno attinico grave, l’uso per 12 mesi della fotoprotezione topica e orale a base di Polypodium leucotomos è associato a un risultato clinico e anatomico positivo rispetto al controllo» hanno concluso gli autori. «La combinazione della fotoprotezione immunitaria topica e orale sembra aggiungere ulteriori vantaggi rispetto alla sola fotoprotezione topica».
Salvador González, specialista in dermatologia presso l’Università di Alcalá, Madrid, Spagna, ritiene che il PLE meriti un’ulteriore valutazione non solo per la fotoprotezione, ma anche per rinvigorire la pelle danneggiata grazie alle sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie. Tra i suoi meccanismi, infatti, genera specie reattive dell’ossigeno (ROS) e previene l’esaurimento delle cellule di Langerhans indotto dalla luce ultravioletta (UV), ha spiegato in un’intervista.
«A livello cellulare, il PLE attiva la soppressione della proteina tumorale 53, inibisce l’espressione della ciclossigenasi 2 (COX-2) indotta dai raggi UV, riduce l’infiammazione e previene l’immunosoppressione» ha aggiunto. «Inoltre previene le delezioni comuni indotte dai raggi UV-A relative al danno mitocondriale e all’espressione di MMP1 indotta da varie lunghezze d’onda ultraviolette. Questi effetti molecolari e cellulari possono tradursi in un’inibizione a lungo termine della cancerogenesi, inclusa la cheratosi attinica».
Referenze
Pellacani G et al. Topical and Topical&Oral Immune photoprotection in severe actinic damage. A randomised, prospective, assessor-blinded, 12-month, controlled trial with reflectance confocal microscopy evaluation in 132 subjects. Poster presented at EADV 2022.