Arriva la Flat tax delle mance, ma chi la pagherà? In manovra la detassazione delle mance al 5%, ma il nodo evasione resta
Arriva la tassazione agevolata al 5% sulle mance destinate a camerieri, baristi e al personale di ristoranti e alberghi. La misura è contenuta nella manovra, e per la ministra del Turismo Daniela Santanchè – che l’ha proposta – servirà a far emergere il nero “più facilmente”. E poi perchè “l’Italia le tassa più di tutti gli altri Paesi”. La normativa finora funziona così: le mance vanno denunciate e tassate secondo il proprio reddito. Ma dal 1° gennaio del 2023, si cambia.
DAL BAR ALL’ALBERGO DI LUSSO
Ovviamente c’è una bella differenza tra il ‘piattino’ sul bancone del bar con le monetine che spesso sono il resto del caffè, e le laute mance che girano negli alberghi a quattro e cinque stelle. Tanto per avere un’idea, di questo tema si discute nelle aule dei tribunali da anni. La Cassazione un anno fa si è pronunciata sul ricorso di un consierge della Costa Smeralda che aveva accumulato 80 mila euro di mance e non voleva pagarci l’Irpef. La Corte però ha dato ragione all’Agenzia delle entrate, le mance vanno tassate nell’ambito del proprio reddito da lavoro.
LA MANCIA SUL POS
Inoltre, la bozza della legge di bilancio stabilisce che la tassazione agevolata sulle mance si applica anche attraverso mezzi di pagamento elettronici. In questo caso, i soldi finiscono nell’incasso del datore di lavoro che poi li gira a sua volta nella busta paga dell’impiegato. Non si capisce dove sia l’incentivo a pagare con la carta o il bancomat, visto che sempre nella legge di bilancio il governo ha abolito le multe verso i commercianti che non hanno il pos.
IL PROBLEMA DEL NERO RESTA
La norma prevede che la detassazione agevolata sia rivolta ai lavoratori che abbiano avuto un reddito nell’anno precedente fino a 50 mila euro, e la quota soggetta all’aliquota del 5% non deve superare il 25% del reddito percepito per le relative prestazioni di lavoro. Questa legge però non sembra sciogliere il nodo del nero, anzi. C’è qualcuno che addirittura prevede un’impennata delle mance, il che permetterebbe al datore di lavoro di pagare “legalmente” una parte della retribuzione fuori della busta paga, e al lavoratore di ottenerla con una tassazione più bassa. Per intenderci, un cameriere con un contratto da mille euro, da gennaio potrebbe ricevere 800 euro in busta paga e gli altri 200 come introiti provenienti dalle mance. Il risparmio sarebbe sia per il datore di lavoro, che per il dipendente.
COME FUNZIONA ALL’ESTERO
In Europa, soprattutto nei Paesi del nord Europa, la mancia si paga con la carta e il bancomat. Quando si va alla cassa per saldare il conto si indica direttamente sul pos o la percentuale del totale che si vuole destinare al servizio, oppure la cifra in valori assoluti. In Francia, ad esempio, come spiega la Dire (www.dire.it) Macron ha detassato solo le mance pagate con mezzi elettronici.