Non si ferma il mercato delle consulenze: il settore ha fatto registrare un ulteriore incremento rispetto allo scorso anno e promette di mantenere il trend di crescita
Nonostante la crisi e il taglio sulle previsioni economiche italiane a opera del Fondo Monetario Internazionale, non si ferma il mercato delle consulenze.
Anzi: con un valore aggregato stimato in 6 miliardi di euro, il settore ha fatto registrare un ulteriore incremento rispetto allo scorso anno e promette di mantenere il trend di crescita, valutato attorno al +9,4%, anche per tutto il 2023.
È questo lo scenario delineato da una ricerca di Assoconsult in merito a una professionalità, quella del consulente, dall’enorme impatto specifico in chiave strategica.
E particolarmente ricercato, non caso, in un momento tutt’altro che facile per le imprese come testimoniato dall’Istat.
Le ragioni del boom, secondo l’esperta Elena Setzu, sono da ricercarsi innanzitutto nelle nuove esigenze che dal 2020 ad oggi hanno caratterizzato la quotidianità delle imprese.
“La grande sfida che professionisti, imprenditori, manager e networker sono chiamati ad affrontare è senza dubbio il clima di forte incertezza presente in quasi ogni settore.
Un’instabilità – spiega la consulente, a capo dell’agenzia Diamond Coaching che ha superato il milione di fatturato già nel 2022 – che si abbatte sulle imprese in uno scenario in costante evoluzione.
Il panorama commerciale che cambia ogni giorno, ed è regolato da normative che mutano rapidamente, ha reso necessaria per sempre più realtà, dati alla mano, la ricerca di una consulenza per far crescere e perfezionare il proprio business.
L’ideazione di un progetto e la conseguente execution necessitano infatti di un supporto qualificato, in grado di intervenire attivamente ottimizzando gli aspetti gestionali al fine di avvicinare il cliente all’obiettivo finale”.
Setzu, specializzata in consulenze dedicate a liberi professionisti e imprenditori che vogliono promuoversi online, ha aiutato con Diamond Coaching migliaia di realtà partendo dalle consulenze high ticket.
Nato con l’obiettivo di fornire un aiuto sempre più accurato e ad alto valore aggiunto, il concetto di high ticket indica proprio un nuovo tipo di approccio al mercato – ulteriormente potenziato dal web – basato sulla capacità di affiancare le imprese generando un impatto positivo.
“La figura del consulente esiste da decenni, – precisa Setzu – ma la sua evoluzione non può più prescindere dei trend internazionali.
Il professionista di domani dovrà essere in grado di garantire su larga scala la delivery del servizio consulenziale con maggior efficacia, posizionandosi proprio sul segmento high ticket e riuscendo a protocollare il proprio modus operandi.
L’automatizzazione è una componente imprescindibile del nostro lavoro, perché siamo spesso chiamati a risolvere problematiche aziendali specifiche e diverse tra loro, ma anche accomunate da goal e dinamiche ricorrenti.
Oltre a un vantaggio per le aziende che si affidano ai consulenti high ticket, si tratta anche di un’evoluzione che renderà il settore ancora più appetibile dando vita opportunità professionali di alto profilo e richieste sul mercato”.