Accadde oggi: 80 anni fa nasceva l’eterna leggenda Jimi Hendrix. Un artista sconvolgente morto giovanissimo ma subito entrato di diritto nell’Olimpo degli eterni
Di Jimi Hendrix si è detto e si dirà sempre che è stato un artista per sconvolgente. Con la sua musica, la sua arte, il suo modo di vivere la chitarra elettrica (perché lui la viveva, non la suonava semplicemente) ha rivoluzionato il mondo. Ha esaltato stili diversi, li ha rivoluzionati, stravolti, amati, cambiati, gli ha dato la sua immagine e il suo stile. Ma, soprattutto, è entrato di diritto nell’Olimpo degli eterni.
Appena 3 album, tanti live ognuno diverso dall’altro, la morte arrivata così velocemente da essere diventata solo un momento di passaggio dalla vita terrena a quella leggendaria, oggi avrebbe compiuto solo 80 anni. ‘Solo’ perché ancora oggi ci sono artisti che girano il mondo in tour o pubblicano album come se non ci fosse un domani: dai Rolling Stones del 79enne Mick Jagger al coetaneo Roger Waters, pronto a quello che dovrebbe essere il suo ultimo (?) tour, dal ‘loner’ 77enne Neil Young al sempre atletico Rod Stewart, quasi 78enne, che sui social annuncia l’uscita del nuovo album in ‘sella’ ad un monopattino. Cinquant’anni e più rispetto a Jimi, che il 18 settembre del 1970 ha deciso che per lui era tempo di lasciare il mondo dei comuni mortali, complice un cocktail di alcool e tranquillanti che causò una morte violenta quanto triste.
Fonte di ispirazione e ammirazione per artisti in rampa di lancio o già affermati, ha conquistato i Beatles con una cover live di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band appena 3 giorni dopo la sua pubblicazione, ma ha anche ispirato i Cream di Eric Clapton nella scrittura di uno dei loro successi, Sunshine of Your Love. Talmente intenso il suo amore per la chitarra, talmente forte che arriva a bruciarle e a farle a pezzi. Potrebbe sembrare una contrazione, ma per lui non lo era: “È stato un sacrificio- ricorderà in una intervista-. Si sacrificano le cose che si amano. Io amo la mia chitarra”. Quello strumento di cui si innamorò da bambino, ma non potendosela permettere, soprattutto il papà, Jimi la sostituì con una scopa in qualche modo riadattata, che si portava dietro pure a scuola. Quando arrivò la prima vera, essendo lui mancino, semplicemente la rovesciò imparando velocemente a suonarla, da autodidatta. Con la Fender Stratocaster, la sua più famosa fu una olimpic white con cui strabiliò Woodstock all’alba di un nuovo giorno, ebbe coraggio e incoscienza di prendere pezzi storicamente inavvicinabili come la dylaniana All Along The watchtower, rendendola più sua. Come pure Hey Joe di Billy Roberts, scritta nel 1962 ma trasformata in oro da Hendrix 4 anni dopo. Oggi, ricorda la Dire (www.dire.it), avrebbe compiuto 80 anni e oltre 50 passati dalla sua morte, il rimpianto più grande.