Malattie cardiovascolari: la gran parte dei fattori di rischio è simile nelle donne e negli uomini, secondo un’analisi dello studio PURE
L’entità delle associazioni con le malattie cardiovascolari (CVD) maggiori per la gran parte dei fattori di rischio è simile nelle donne e negli uomini, nonostante le differenze sessuali dei livelli dei fattori di rischio, secondo un’analisi dello studio PURE i cui risultati sono stati pubblicati su “The Lancet”.
Considerati fattori di rischio metabolici, comportamentali e psicosociali
In una panoramica completa della prevalenza dei fattori di rischio metabolici, comportamentali e psicosociali per CVD nelle donne e negli uomini a livello globale, i ricercatori hanno anche scoperto che la dieta era più fortemente associata alle CVD nelle donne rispetto agli uomini.
Tuttavia, alte concentrazioni di lipidi non-HDL e correlati e sintomi di depressione erano più fortemente associati al rischio di CVD negli uomini rispetto alle donne. I modelli sono rimasti coerenti tra paesi indipendentemente dal livello di reddito.
«Studi esistenti, per lo più provenienti da paesi ad alto reddito, hanno riferito che l’ipertensione, il diabete e il fumo sono più fortemente associati alle CVD nelle donne che negli uomini» ricordano gli autori, guidati da Marjan Walli-Attaei, ricercatrice presso il Population Health Research Institute della McMaster University e Hamilton Health Sciences.
«Tali risultati implicherebbero che le donne trarrebbero beneficio in misura maggiore nel ridurre il rischio di CVD dal controllo di questi fattori di rischio rispetto agli uomini. Tuttavia, il peso delle CVD è maggiore nei paesi a basso e medio reddito, per i quali i dati prospettici sull’associazione dei fattori di rischio con le CVD sono scarsi, con povertà di analisi per genere».
Analisi condotta su oltre 150mila adulti di 21 paesi
Walli-Attaei e colleghi hanno analizzato i dati di 155.724 adulti di età compresa tra 35 e 70 anni al basale senza una storia di CVD arruolati nello studio PURE, che includeva partecipanti provenienti da 21 paesi ad alto, medio e basso reddito, e li ha seguiti per circa 10 anni (58% donne; età media basale, 50 anni).
I ricercatori hanno registrato informazioni sui fattori di rischio metabolici, comportamentali e psicosociali dei partecipanti; tutti i soggetti hanno avuto almeno una visita di follow-up. L’esito primario era un composito di eventi cardiovascolari (CV) maggiori, definiti come morte CV, Infarto del miocardio (IM), ictus e insufficienza cardiaca (HF).
I ricercatori hanno riportato la prevalenza di ciascun fattore di rischio in donne e uomini, hazard ratio (HR) e frazioni attribuibili alla popolazione associate a CVD maggiore.
A partire dal cutoff dei dati del 13 settembre 2021, i ricercatori hanno osservato 4.280 eventi CVD maggiori nelle donne (tasso di incidenza standardizzato per età, 5 eventi per 1.000 persone-anno) e 4.911 negli uomini (tasso di incidenza standardizzato per età, 8,2 per 1.000 persone-anno). Rispetto agli uomini, le donne presentavano un profilo di rischio CV più favorevole, specialmente in età più giovane.
Diverso influsso delle non-HDL e della dieta
Gli HR per i fattori di rischio metabolici erano simili nelle donne e negli uomini, a eccezione delle non-HDL, per le quali un alto non-HDL era associato a un HR per CVD maggiore di 1,11 nelle donne (IC 95%, 1,01-1,21) e 1,28 negli uomini (IC 95%, 1,19-1,39; P per interazione = 0,0037), con un pattern coerente per un rischio più elevato tra gli uomini rispetto alle donne con altri marcatori lipidici.
I ricercatori hanno anche osservato che il mantenimento di una dieta con un punteggio PURE di 4 o inferiore (intervallo di punteggio, 0-8) era più fortemente associato alla CVD maggiore nelle donne rispetto agli uomini, con un HR di 1,17 (IC 95%, 1,08-1,26) e 1,07 (IC 95%, 0,99-1,15; P per interazione = 0,0065), rispettivamente.
Sintomi depressivi più frequenti nei maschi
Al contrario, i sintomi della depressione erano più fortemente associati alle CVD negli uomini che nelle donne, con gli HR per i sintomi della depressione più alti negli uomini che nelle donne (P per interazione = 0,0002).
«Gli HR di altri fattori di rischio comportamentali e psicosociali, così come la forza di presa e l’inquinamento atmosferico domestico, erano simili tra donne e uomini» scrivono Walli-Attaei e colleghi.
Le frazioni attribuibili alla popolazione totale associate a fattori di rischio comportamentali e psicosociali erano maggiori negli uomini che nelle donne (15,7% vs 8,4%) principalmente a causa del maggiore contributo del fumo alle frazioni attribuibili alla popolazione negli uomini (10,7%) rispetto alle donne (1,3%).
Il messaggio-chiave
«I nostri risultati sottolineano l’importanza di una strategia simile per la prevenzione delle CVD in entrambi i sessi» scrivono i ricercatori. «Tuttavia, l’aumento del rischio di CVD negli uomini potrebbe essere sostanzialmente attenuato con una migliore riduzione dell’uso del tabacco e delle concentrazioni lipidiche».
Bibliografia:
Walli-Attaei M, Rosengren A, Rangarajan S, et al. Metabolic, behavioural, and psychosocial risk factors and cardiovascular disease in women compared with men in 21 high-income, middle-income, and low-income countries: an analysis of the PURE study. Lancet. 2022;400:811-21. doi: 10.1016/S0140-6736(22)01441-6. Link