Nuovi studi hanno dimostrato la capacità di nalbufina orale a rilascio prolungato di ridurre la frequenza della tosse cronica nei pazienti con fibrosi polmonare idiopatica
I dati ad interim di un piccolo studio randomizzato proof-of-concept di fase II, presentato nel corso del Congresso ERS, tenutosi quest’anno a Barcellona, hanno dimostrato la capacità di nalbufina orale a rilascio prolungato, un agonista/antagonista oppioide di ridurre la frequenza della tosse cronica nei pazienti con fibrosi polmonare idiopatica (IPF), secondo i risultati intermedi di un piccolo studio randomizzato.
Lo studio è interessante in quanto il trattamento sperimentato potrebbe rappresentare la prima opzione terapeutica che potrebbe essere in grado di indurre una riduzione significativa della frequenza della tosse associata ad IPF.
Razionale e disegno dello studio
Come è noto, la tosse rappresenta una delle principali cause di morbilità nei pazienti con IPF, ed è attualmente orfana di terapie efficaci.
“Quelli che hanno una tosse intrattabile hanno punteggi più bassi di qualità di vita, maggiore ansia e depressione – hanno ricordato i ricercatori durante la presentazione dello studio al Congresso”.
Gli agonisti/antagonisti oppioidi misti sono in grado, da dati presenti in letteratura, di ridurre la tosse cronica agendo a livello farmacologico sul sistema oppioide sia a livello del sistema nervoso periferico che di quello centrale.
L’analisi ad interim presentata al Congresso si riferisce ad uno studio di fase II sull’impiego di nalbufina per os a rilascio prolungato, un agonista del recettore oppioide k e antagonista del recettore oppioide µ in pazienti con tosse cronica associata ad IPF, per sondarne l’efficacia (studio proof-of-concept).
Disegno dello studio
La nalbufina è un agonista/antagonista misto degli oppioidi che blocca il recettore degli oppioidi mu e attiva il recettore degli oppioidi kappa, entrambi noti per mediare la tosse e la voglia di grattarsi. Il prodotto, stando ad informazioni dell’azienda che ne cura lo sviluppo (Trevi Therapeutics) è in fase di sperimentazione anche per il prurito cronico.
I ricercatori hanno presentato i risultati di uno studio crossover randomizzato, in doppio cieco, che ha coinvolto 26 adulti (media 72 anni, 84,6% uomini) con IPF probabile o definita e tosse cronica di durata pari o superiore a 8 settimane.
I pazienti sono stati randomizzati a un periodo di trattamento di 22 giorni con placebo o nalbufina a rilascio prolungato, a un dosaggio iniziale di 27 mg una volta al giorno, prima della titolazione della dose verso l’alto (fino a 162 mg due volte al giorno al 16° giorno).
Dopo un periodo di washout di 2 settimane, i pazienti sono passati al trattamento opposto. È stato utilizzato un diario elettronico per registrare gli outcome riferiti dai pazienti.
L’endpoint primario era rappresentato dalla variazione percentuale della media geometrica della frequenza della tosse diurna, misurata da VitaloJAK, mentre tra gli endpoint secondari avevamo la valutazione della gravità della tosse, l’affaticamento e la dispnea.
Risultati principali
Al basale, i pazienti dello studio (per lo più uomini anziani) avevano una media di 31 attacchi di tosse all’ora. Questi si sono ridotti, rispettivamente, di 23,1 e 8,3 attacchi di tosse all’ora con la nalbufina orale e il placebo.
La nalbufina, quindi, ha dimostrato un beneficio molto chiaro in termini di riduzione della frequenza della tosse in questo gruppo di pazienti con tosse intrattabile dovuta a IPF.
Le maggiori riduzioni medie della frequenza della tosse diurna con nalbufina rispetto al placebo sono state osservate sia nei 10 pazienti in trattamento con farmaci antifibrotici concomitanti (riduzione dell’83,1% rispetto al 16,3%) sia nei 16 pazienti non in terapia antifibrotica (60,4% rispetto al 15,6%).
Durante la somministrazione di nalbuphine, un numero maggiore di pazienti ha registrato una riduzione del 50% della frequenza della tosse (58% rispetto al 23% con placebo), nonché una riduzione del 75% della frequenza della tosse (42% rispetto a nessuno).
Quanto alla safety, non sono stati identificati problemi particolari.
E’ stato documentato un evento grave (polmonite) non correlato al trattamento in essere. Cinque pazienti, tuttavia, hanno manifestato eventi avversi con nalbufina che hanno portato all’interruzione del trattamento (agitazione, ansia e dispnea; anoressia; depressione; nausea e vomito; insonnia e affaticamento).
“Attendiamo i dati finali dello studio”, hanno dichiarato i ricercatori al termine della presentazione del lavoro al Congresso. “Tuttavia, riteniamo che i dati qui riportati supportino un ulteriore sviluppo del farmaco come potenziale terapia per la tosse nei pazienti con fibrosi polmonare idiopatica”.
Bibliografia
Maher T et al. Late Breaking Abstract – An interim analysis of a phase 2 trial evaluating oral nalbuphine extended release for treating chronic cough in idiopathic pulmonary fibrosis. Poster session; ERS 2022.