Nardella con Bonaccini nella corsa alla segreteria del Pd


Primarie Pd: il sindaco di Firenze Nardella sarà il coordinatore nazionale della campagna del governatore dell’Emilia-Romagna per la guida del Partito democratico

nardella bonaccini

C’è l’ufficialità: Dario Nardella sarà il coordinatore nazionale di Stefano Bonaccini nella corsa per la segreteria del Pd. Lo ha confermato lo stesso governatore dell’Emilia-Romagna, candidato alla guida dei dem, nel corso dell’evento in tandem con Nardella al Teatro del Sale di Firenze. Volendo un nuovo gruppo dirigente dei territori “mi è sembrato giusto affidargli la guida della nostra mozione”, spiega Bonaccini, che del sindaco fiorentino dice: “Lo stimo tantissimo, ha saputo tenere alta la qualità del buon governo” in questi anni.

Nei prossimi giorni, aggiunge poi Bonaccini, “presenteremo una squadra che sarà paritaria, tante donne e tanti uomini“. Il 10 dicembre, poi, “partiremo da Bari per un grande tour, vogliamo toccare almeno cento luoghi, non solo le città, che vogliamo fare sentire rappresentati”. Una scelta, quella di partire dal Sud, tutt’altro che casuale, precisa il governatore.

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L’IMPORTANZA DEI SINDACI

Nel nuovo Pd gli amministratori, i sindaci, “quelli che vincono nei territori, non dovranno stare in panchina“. Per questo Bonaccini affida a Nardella, la “presidenza e la guida” della sua mozione. “Per troppi anni il Pd non ha vinto le elezioni. Per fortuna, però, nella maggioranza dei Comuni italiani abbiamo continuato a vincere o siamo tornati a vincere in nome e ragione di tante donne, uomini, ragazze e ragazzi che hanno raccolto il consenso di chi vive nella loro comunità – osserva il candidato alla segreteria dem – Ne abbiamo tante e tanti e dobbiamo toglierli nella panchina in cui erano confinati per metterli a disposizione della nuova classe dirigente del Pd“. Bonaccini ribadisce che “poter mettere a guidare la mozione che mi rappresenta Nardella” è stato fatto “anche in nome dei tantissimi altri amministratori, per passare dalle parole ai fatti“.

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TRA BONACCINI E NARDELLA È IL PATTO DEL TOUR DE FRANCE

Nardella e Bonaccini al teatro del Sale a Firenze, e sul palco una bici da corsa. Quello tra il sindaco di Firenze e il governatore emiliano romagnolo, in corsa per la segreteria del Pd, è anche il patto del Tour de France. Perché il feeling tra i due è nato anche attorno a un progetto (sempre più reale): portare la partenza della Grande Boucle in Italia, tra la Toscana e l’Emilia-Romagna, a cavallo dell’Appennino.

La bici nel segno del Tour, ma anche metafora politica, perché per scalare il Pd bisogna faticare. Lo spiega Nardella, dopo aver deciso di fare un passo di lato in favore “dell’amico Stefano”. La bicicletta rappresenta “uno dei primi progetti a cui abbiamo collaborato insieme: la grande partenza del Tour dall’Italia”. Ma la ‘cartolina’ composta guarda anche al congresso e alla rifondazione dei dem: “Sempre di gare, di salite, tornanti, curve e discese” stiamo parlando, nota il sindaco. “Le nostre due terre sono unite dalla grande tradizione del ciclismo e chissà che questa bici non ci porti fortuna“.

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BONACCINI RISPOLVERA LE PRIMARIE PER I PARLAMENTARI: “NON SCEGLIE ROMA”

Bonaccini è pronto a rispolverare le primarie per i candidati, se la legge elettorale non cambierà. “Non accada mai più che i candidati alle politiche vengano scelti in gran parte da Roma”, ammonisce il candidato alla segreteria, che promette: “La prossima volta affideremo ai territori la selezione di gran parte della classe dirigente. Mi auguro che riusciremo a cambiare la legge elettorale, che allontana i cittadini dal voto. Se non cambierà non escludo nemmeno, come facemmo anni fa, di tornare a fare esprimere il nostro popolo”, appunto attraverso le primarie per i candidati in Parlamento.

Accanto a Dario Nardella, oggi a Firenze Bonaccini torna anche a tuonare contro le correnti. “Un partito come è oggi il Pd va smontato e rimontato“, scandisce il presidente della Regione Emilia-Romagna. “Non ho il timore che finisca il Pd, ho timore che diventi un partito irrilevante nella politica italiana“, ribadisce senza trascurare uno stop alla litigiosità interna al partito: “Non ne può più di risse verbali”.

Ed ecco un nuovo “abbraccio a Elly Schlein”, sempre più probabile avversaria nel congresso, e alla sua famiglia “per il gravissimo attentato” nei confronti della sorella. Bonaccini insiste inoltre sulla necessità di vincere nelle urne, non “nei talk show o nei sondaggi sui giornali”. Per fare questo “dobbiamo cambiare la classe dirigente del Pd, io non ce l’ho con nessuno- precisa- ma oggi serve una classe dirigente nuova”.

BONACCINI: “NO A TRE OPPOSIZIONI IN GUERRA”

Un’alleanza, aggiunge Bonaccini, “la si fa partendo dai contenuti. Ed è sui contenuti che dobbiamo andare a vedere chi, tra le altre opposizioni, voglia venire a discutere con noi“. Dato che, spiega il candidato al congresso dem, “con noi tutti dovranno fare i conti”, in vista delle prossime scadenze elettorali, perché senza quel dialogo “sai che le perdi tutte”.

Il governatore fa l’esempio della sanità: “Se riteniamo che il tema della sanità pubblica sia centrale voglio su questo sfidare le altre opposizioni. Ma possiamo immaginare tre opposizioni, ognuna che fa per sé e canta per sé, per i prossimi anni? – si chiede Bonaccini – È legittimo che ognuno abbia le proprie idee, che ognuno cerchi di diventare più forte magari anche a scapito degli altri, ma non in guerra con gli altri, o solo in competizione infinita, ma per cercare di costruire un senso di alternativa a questo Governo“.

NARDELLA: “CON BONACCINI PER VINCERE”

Bonaccini, ricorda ancora Nardella, è “una persona in cui credo e che stimo. Saprà costruire una squadra vincente perché vogliamo vincere. Mi ha convinto nell’idea di fare un percorso insieme“, dice il sindaco prendendo la parola accanto al governatore al teatro del Sale.

“Molti di coloro che mi hanno sostenuto mi hanno chiesto perché non sono andato avanti con la mia candidatura. Io ho trovato dentro di me le ragioni della scelta di sostenere Bonaccini e di fare confluire le mie idee, il mio tempo e la rete di rapporti che abbiamo costruito nel progetto con cui Bonaccini si candida alla segreteria del Pd”, nota Nardella. Anzitutto, la scelta è stata fatta per “coerenza”, perché “i nostri destini vengono dopo” rispetto ad un progetto.

In un secondo luogo il passo indietro del primo cittadino di Firenze serve a “portare un valore aggiunto per tenere unito il più possibile il fronte dei sindaci e degli amministratori“. Nardella cita inoltre la “possibilità di dare una mano a costruire una platea plurale e larga” a sostegno di Bonaccini. Infine c’è la possibilità di “costruire una leadership collettiva. Non possiamo permetterci un altro congresso in cui cambiamo il segretario e non cambiamo il partito“. Per Nardella, infine, la “frammentazione di nomi rischierebbe di indurci ad un confronto dispersivo”.