Covid e miopatie: studio indaga quanto sono frequenti


Uno studio italiano pubblicato su Clinical Neurophysiology ha evidenziato che persone ricoverate in terapia intensiva con Covid grave sviluppano miopatie

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Uno studio tutto italiano pubblicato su Clinical Neurophysiology ha evidenziato che persone ricoverate in terapia intensiva con covid grave sviluppano cambiamenti nelle fibre neuromuscolari e in particolare miopatia primaria.

Un gran numero di pazienti con malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) richiede il ricovero in unità di terapia intensiva (ICU). I pazienti critici possono sviluppare complicazioni neuromuscolari come miopatia da malattia critica (CIM) o neuropatia (CIP) o entrambe (CIPM), sebbene potrebbero esserci altre condizioni miopatiche, probabilmente causate dalla degenza in terapia intensiva, dalla risposta infiammatoria all’infezione o dal danno virale diretto alle fibre muscolari.

Lo scopo di questo studio era quello di rilevare la presenza di miopatie nei pazienti in terapia intensiva affetti da COVID-19 e caratterizzare condizioni miopatiche, correlando anomalie neurofisiologiche ai risultati della biopsia muscolare.

A tal fine sono stati considerati pazienti Sars-CoV2-positivi, senza una storia di disturbi neuromuscolari sottostanti o fattori di rischio, che hanno sviluppato debolezza generalizzata durante la degenza in terapia intensiva.
Se i pazienti presentavano una forza ridotta significativa (punteggio del Medical Research Council [MRC] < 48/60) almeno 5 giorni dopo il ricovero in terapia intensiva, venivano sottoposti a valutazione neurofisiologica e biopsia muscolare.

L’elettrodiagnosi includeva studi di conduzione nervosa motoria e sensoriale e valutazione delle onde F (anche dopo stimolazione nervosa ripetitiva a 20 Hz per 1 secondo).

L’elettromiografia qualitativa (EMG) è stata eseguita in almeno due muscoli ed è stata ottenuta l’analisi quantitativa del potenziale d’azione dell’unità multi-motoria (MUAP) quando possibile. I campioni bioptici del muscolo vasto laterale sono stati sottoposti a diverse analisi istologiche e istochimiche. Sulla base dei risultati istologici, sono stati scelti pannelli di anticorpi/valutazione microbiologica per caratterizzare la patologia sottostante.
Nello studio sono stati inclusi dieci pazienti.

L’intervallo di punteggio della somma MRC era compreso tra 18 e 45. Nove pazienti sono stati sottoposti a una diagnosi neurofisiologica di CIM, mentre solo uno ha mostrato un coinvolgimento sensoriale concomitante (CIPM).
L’anomalia neurofisiologica più comune era la ridotta ampiezza dei potenziali d’azione muscolari composti con concomitante aumento della durata.
In un paziente è stata osservata attività spontanea. L’analisi MUAP ha mostrato cambiamenti miopatici in 8 soggetti su 10 (ridotta durata media MUAP e/o aumento della percentuale di valori anomali di durata limite inferiore) con diversi livelli di gravità.

Un paziente ha presentato solo una maggiore quantità di potenziali polifasici, mentre un soggetto ha avuto un normale esame dell’ago.
Le caratteristiche istopatologiche muscolari erano coerenti con la miopatia primaria (CIM): in particolare, tutti i pazienti presentavano perdita di filamenti di miosina, necrosi delle fibre muscolari e atrofia delle fibre. Queste anomalie erano presenti in ogni paziente ed espresse in modo variabile.

In conclusione, gli autori sottolineano che questo studio evidenzia l’importanza delle valutazioni neurofisiologiche nei pazienti in terapia intensiva per caratterizzare meglio le condizioni dell’ICUAW e per identificare diversi modelli elettromiografici perché la diversa espressione delle caratteristiche istopatologiche tipiche del CIM spiega la variabilità nei risultati neurofisiologici.

Andrea Rasera et al., WE-163. Myopathy in Sars-CoV2-positive patients with Intensive Care Unit Acquired Weakness (ICUAW): correlations between neurophysiological anomalies and muscle biopsy findings. Clinical Neurophysiology, Volume 141, Supplement, 2022, Page S78. leggi