Il virus respiratorio sinciziale è un virus stagionale responsabile di oltre 64 milioni di infezioni respiratorie acute sia nei bambini che negli anziani: allo studio un vaccino
All’interno del simposio “RSV negli adulti: il nemico nascosto” si è posto l’attenzione sul virus respiratorio sinciziale (RSV), un virus stagionale responsabile di oltre 64 milioni di infezioni respiratorie acute sia nei bambini che negli anziani.
Sin dalla sua scoperta nel 1956, il virus respiratorio sinciziale è stato oggetto di ricerche ed analisi cliniche. Si tratta di un virus respiratorio a RNA, classificato come Pneumovirus, le cui epidemie si verificano a cicli annuali con picchi durante la stagione invernale. Il virus respiratorio sinciziale (RSV) è un agente virale ubiquitario ampiamente diffuso e altamente contagioso, la cui trasmissione può avvenire per via aerea o per contatto diretto con il materiale infetto o le secrezioni nasali contenenti il patogeno. Con più di 64 milioni di infezioni respiratorie acute (ARI) nel mondo tra adulti e bambini in un anno tipico, è una delle principali cause di bronchiolite e polmonite.
Per questo motivo, l’RSV sta destando crescente interesse in termini di salute pubblica in Italia e a livello globale, specialmente per le fasce più anziane della popolazione. Il virus, infatti, colpisce gli adulti di età superiore ai 60 anni e i soggetti di età superiore ai 18 anni con patologie predisponenti allo sviluppo di malattia severa del basso tratto delle vie respiratorie (LRTD). Tra il 3-7% degli adulti più anziani (dai 60 anni in su) e il 4-10% degli adulti ad alto rischio (dai 18 anni in su) sono affetti da RSV in un anno tipico.
Osservando i dati, l’Italia risulta tra i Paesi più anziani d’Europa, con un totale di 13,8 milioni di persone al di sopra dei 65 anni, pari al 23,4% della popolazione, che sono quindi maggiormente a rischio di contrarre il virus.
Altro punto di analisi e di discussione scientifica, è l’attuale assenza di vaccini o antivirali per prevenire o trattare l’RSV negli adulti. A questo proposito, al 55° Congresso Nazionale della Società Italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità Pubblica (SItI) l’Azienda farmaceutica Janssen ha presentato i risultati dell’analisi primaria dello studio CYPRESS di Fase 2b sul suo candidato vaccino per adulti contro il virus respiratorio sinciziale (RSV).
“Siamo molto orgogliosi di rinnovare il nostro costante impegno nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni che possano contribuire a mantenere la popolazione in salute, prevenendo malattie come quella indotta dal virus respiratorio sinciziale -ha dichiarato Alessandra Baldini, Medical Director in Janssen Italia. – I risultati ottenuti sinora ci hanno permesso di fare un ulteriore passo in avanti verso lo sviluppo di un vaccino potenzialmente first in class nella protezione dall’RSV, e crediamo fortemente che abbia il potenziale per prevenire la morbilità e mortalità causata ogni anno da questo virus”.
“I risultati dello studio CYPRESS mostrano che il vaccino sperimentale ha un’efficacia dell’80% nella prevenzione delle forme più severe di infezione da RSV negli adulti di età pari o superiore ai 65 anni – continua Baldini – Per questo motivo, Janssen ha avviato lo studio globale di Fase III, EVERGREEN, che valuterà l’efficacia, la sicurezza e l’immunogenicità del vaccino sperimentale negli adulti di età superiore a 60 anni per la prevenzione della malattia delle basse vie respiratorie causata da RSV.”
Le persone in età adulta avanzata sono dunque esposte ad un rischio maggiore di contrarre il virus e sviluppare malattia severa, così come i soggetti con patologie cardiache e polmonari croniche. Tuttavia, ad oggi, tra coloro i quali presentano sintomi da infezioni respiratorie acute, una percentuale molto bassa viene testata per il virus respiratorio sinciziale. A questo riguardo, sempre più evidenze dimostrano come un sistema di sorveglianza allargato possa garantire una corretta caratterizzazione dell’epidemiologia, contribuendo all’utilizzo più appropriato di risorse mediche e farmacologiche come ad esempio le terapie antibiotiche.
I sintomi, possono essere difficili da distinguere dall’influenza o da altre infezioni respiratorie come il COVID-19,ed è spesso complesso arrivare ad una diagnosi precisa.
Proprio per far luce su questo virus e sul suo corretto approccio dal punto di vista della prevenzione, diagnosi e cura, a livello mondiale, il mese di ottobre è stato dedicato alla conoscenza e consapevolezza dell’RSV.