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All’università Palermo lista di studentesse che fanno meglio sesso, è bufera

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Bufera all’Università di Palermo per la lista delle studentesse che fanno meglio sesso: il Collettivo Medusa ha lanciato un’assemblea d’ateneo per giovedì 15

Non si placa la polemica all’Università degli studi di Palermo, dopo che il blog di informazione Younipa ha pubblicato la notizia di un episodio di sessismo all’interno dell’ateneo che sarebbe avvenuto negli scorsi mesi. Il 24 novembre una studentessa ha denunciato tramite il blog di essere finita in una lista di “studentesse dalle migliori prestazioni sessuali”. A redigere questa lista sarebbe stato un dottorando di ricerca del dipartimento di Economia, che l’avrebbe poi diffusa attraverso dei gruppi Whatsapp. Appresa la notizia, un gruppo di studentesse del Collettivo Medusa ha lanciato un’assemblea d’ateneo per giovedì 15, alle 16, presso l’Aula Cocchiara dell’Edificio 12.

“Episodi come questo ci fanno rendere conto di come uno spazio femminista all’Università sia necessario e che l’emancipazione delle donne oggi non sia affatto scontata, nemmeno negli ambienti accademici, tra i banchi dei dottorati, dove prende forma la classe intellettuale di domani, in perfetta continuità con le classi intellettuali stantie e reazionarie di oggi e di ieri – dice Anna Taibi, studentessa di Beni Culturali -. Nel mostrare solidarietà alla collega che sarebbe stata colpita dall’ennesimo episodio di sessismo all’interno dell’Università degli studi di Palermo, sentiamo il dovere di puntare i riflettori sull’ambiente accademico che nasconde e protegge, legittimando, chi fa violenza sulle donne“. Il riferimento è alla reazione della governance universitaria alla segnalazione, diffusa attraverso un sito non ufficiale dell’Ateneo. Secondo quanto ricostruito dall’edizione palermitana del quotidiano ‘la repubblica’, infatti, il Consiglio di amministrazione di Ateneo del 7 dicembre avrebbe affrontato la questione giungendo a una delibera, poi rinviata per approfondimenti legali, con la quale il rettore e il direttore Generale avrebbero chiesto di poter “promuovere tutte le azioni giudiziarie presso le competenti autorità a tutela dei diritti dell’ateneo nei confronti del blog Younipa”.

“La loro soluzione è stata quella di accusare di diffamazione la redazione del blog, senza proferire parola in merito ai fatti riportati – afferma ancora Taibi come riferisce la Dire (www.dire.it) -. La mancanza di un dibattito pubblico intorno alla vicenda la rende ancora più grave, genera il rischio che il tutto venga nascosto e normalizzato e che non vengano messi in discussione i rapporti di potere vigenti all’interno del mondo accademico. Allora, per noi parlarne collettivamente tra studentesse, ricercatrici, professoresse diventa fondamentale. Non basta istituire prorettorati all’Inclusione, Pari opportunità e Politiche di Genere, non basta inaugurare ogni anno panchine rosse per lavare via le responsabilità dell’ambiente accademico. Occorre che la comunità accademica si unisca perché non si permetta il verificarsi di cose simili, occorre che lanci un messaggio chiaro alle studentesse, alle ricercatrici, alle professoresse dell’intero Ateneo: nessuna di noi deve restare isolata”.

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