Attivisti di Ultima Generazione hanno bloccato il traffico al Ponte della Libertà sedendosi sull’asfalto della carreggiata del senso di marcia che conduce verso Venezia
Questa mattina verso le ore 10:00 sei cittadini e cittadine di Ultima Generazione hanno bloccato il traffico presso il Ponte della Libertà sedendosi sull’asfalto della carreggiata del senso di marcia che conduce verso la Serenissima. Con loro alcuni striscioni con scritto “NO GAS NO CARBONE”. Nella lunga colonna di auto creatasi in seguito al blocco si trovavano anche almeno dieci autobotti di raffinerie. I cittadini della campagna di disobbedienza civile per tutta la durata dell’azione hanno dialogato con gli automobilisti presenti, discutendo della gravità della situazione climatica corrente e dell’inaccettabilità dell’inazione della Politica per contenerne i danni. Dopo circa venti minuti di blocco, sono arrivate sul posto le Forze dell’Ordine, che in poco tempo hanno portato via i presenti.
“Siamo qui oggi a bloccare il Ponte della Libertà per denunciare le politiche portate avanti dal nostro Governo e che negli anni a venire priveranno le generazioni future della loro libertà e dei loro diritti di lavorare e di vivere in sicurezza, in un mondo che sarà ormai devastato dai cambiamenti climatici”, ha dichiarato Manuel questa mattina.
Venezia prossima vittima del collasso climatico
Venezia è un caso esemplare di situazione ad alto rischio a causa degli effetti del collasso eco-climatico in Italia. È certo, infatti, che sul territorio italiano questa città simbolo sarà tra le prime a essere colpita sempre più regolarmente da fenomeni quali l’innalzamento dei mari, la salinizzazione dei territori coltivabili e tempeste, che porteranno ad un progressivo abbandono di queste meravigliose zone. Come abbiamo potuto vedere dai recenti disastri di Ischia e delle Marche, gli investimenti in provvedimenti palliativi e di recupero danni causati da eventi atmosferici estremi già avvenuti non sono più sufficienti né accettabili; occorre un immediato cambiamento di rotta per affrontare il problema in tutta la sua complessità e immediatezza. L’intera pianura Padana, come il meridione, diventeranno nel prossimo decennio zone invivibili, con un conseguente aumento delle tensioni interne, legate ai flussi migratori per trovare nuovi terreni coltivabili e abitabili. Una visione chiara di ciò che sarà il nostro futuro la osserviamo con sguardo disattento e distaccato quando ci arrivano le notizie su ciò che sta accadendo da diverso tempo in Africa, nel Medio Oriente e in zone del Sud Est asiatico, in cui le migrazioni climatiche sono realtà già drammaticamente attualissime. Il monito, cui assistiamo da una prospettiva di totale indifferenza e insensibilità, deve arrivare a colpire chiunque, smuovendo il bisogno di domandare con forza ai nostri Governi azioni concrete e rapide per prevenire simili scenari, più che probabili anche per noi.
“Sono molto spaventato dal futuro che ci attende ed è per questo che oggi siamo qui per chiedere al Governo italiano di fermare i nuovi investimenti nel petroldollaro, portando invece risorse a supporto della costruzione di un’economia basata su fonti di energia rinnovabile, facendo così da traino per gli altri Paesi! Lo facciamo per amore della vita, per la libertà di un futuro che vogliamo non sia fatto di morti, crisi umanitarie e carestie. Lo facciamo per garantire all’umanità un barlume speranza”, così Luca, Ultima Generazione.
Le richieste della campagna sono:
interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale;
procedere a un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW immediatamente, e creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili.