All’Oratorio di San Sebastiano a Forlì fino al 29 dicembre la mostra di Paolo Graziani dal titolo “Spiragli di Luce, essere apostoli duemila anni dopo”
Un luogo sacro, l’Oratorio di San Sebastiano a Forlì, per una mostra d’arte che fin dal titolo, “Spiragli di Luce, essere apostoli duemila anni dopo”, si annuncia ispirata e intrisa da profonda spiritualità e senso del divino. Autore delle suggestive trenta opere in esposizione, il pittore forlivese, Paolo Graziani. La mostra, che gode del patrocinio del Comune di Forlì, è stata inaugurata il 6 dicembre scorso con la presentazione dello storico dell’arte Marco Vallicelli, e rimarrà aperta fino al prossimo 29 dicembre. “Per amare bisogna imparare a vedere, per vedere devi avere un cuore capace di farlo” è questo il pensiero portante da cui scaturisce l’evento espositivo di Graziani, che tiene a sottolineare quanto la grande mostra “la Maddalena” dedicata a Maria di Magdala, dai Musei San Domenico di Forlì e conclusasi alcuni mesi fa, gli abbia dato conferma del suo sentire interiore espresso poi sulla tela attraverso uno stile informale e materico a carattere concettuale ma di fortissimo impatto espressivo ed emozionale. Quell’incontro – sostiene l’artista forlivese riferendosi all’incontro tra Maria di Mgdala e Gesù – la rese una persona migliore, con più consapevolezza, liberata da demoni e debolezze che la schiacciavano, accolse quella novità che muta il modo di amare, di vedere le cose, gli aspetti della vita e fu la prima ad annunciare l’evento Pasquale. Ora duemila anni dopo, fra i meccanismi malati di questa società, la solitudine, i disincanti, le disillusioni e gli smarrimenti quotidiani, è fondamentale come accogliamo, testimoniamo, condividiamo e annunciamo quelle Parole, quell’infinito messaggio di amore e di speranza”. È un progetto umano e artistico quello che Graziani presenta al San Sebastiano e dove le considerazioni ed i pensieri da lui espressi a didascalia di ogni opera, si configurano come un viaggio che le attraversa una ad una, un viaggio “spirituale unico non replicabile” che rispecchia una ricerca esistenziale, il cui supporto diventa il territorio della riflessione, meditazione, nel quale si scoprono sentieri espressivi nuovi che portano l’artista a rileggersi, interrogarsi, commuoversi, finché non percepisce di aver detto tutto ciò che tiene a comunicare, e nel modo, nella forma, e con l’intensità che desidera trasmettere
“L’espressione artistica concettuale informale e materica necessita di lucidità per essere perforante, creare aperture di lettura e coinvolgere nel profondo chi ci si sofferma”. “La Luce”, e il come uscire dalle zone “buie e scure”, rimane la base della sua prospettiva. E’ propriamente questo che affascina dell’arte, il cercare di rappresentare ciò che non si vede, quello che si sente interiormente e che rimane scolpito nell’animo. “Attribuire estrema importanza alla materia, la necessità di sentirla, plasmarla tra le mani e sul supporto, un invito a percepirla come dimensione tattile, uno spazio in cui perdersi e ritrovarsi, diventa il luogo in cui rileggere l’esistenza, la realtà quotidiana e i tanti accadimenti” conclude Paolo Graziani.
La finalità di generare comuni riflessioni sul momento, sulla nostra vita, costituiscono la cifra del modo di esprimersi dell’artista forlivese: un racconto artistico poetico e visivo di una “Parola” che germoglia vita, genera speranza!
“Spiragli di Luce, essere apostoli duemila anni dopo”
Visitabile: dal lunedì al mercoledi
10:00-12:00 17:00-20.00
dal giovedì alla domenica
10:00-12:00 17:00-22:00