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Quattro ragazze italiane bloccate in Perù: appelli sui social

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L’appello delle ragazze italiane bloccate in Perù: “Fateci arrivare in Bolivia”. Le giovani affidano ai social il racconto della surreale avventura che stanno vivendo

C’è ansia in Romagna e in Toscana sulla sorte delle quattro ragazze bloccate da oltre un giorno sulla strada tra il Perù e la Bolivia che stavano raggiungendo su un autobus di linea. Due di loro vengono infatti dalla provincia di Ravenna, Federica e Lorenza Zani, una terza da Cesenatico in provincia di Forlì-Cesena, Giulia Opizzi. Mentre Martina Meoni è di Firenze.

Le ragazze affidano, quando possono, ai social il racconto della surreale avventura che stanno vivendo. Ferme lungo la strada che collega i due Stati sudamericani, con il traffico bloccato in seguito alle manifestazioni seguite al tentativo di golpe, un lunghissimo serpentone di auto, bus e camion che rende complicato qualsiasi intervento, e una situazione non certo pacifica e tranquilla nelle città peruviane, a partire da Cuzco.

I SINDACI SONO IN CONTATTO CON LE FAMIGLIE

L’Unione dei Comuni della Bassa Romagna fa sapere che le amministrazioni comunali sono in contatto da questa mattina con le famiglie e con la Farnesina e seguono da vicino il caso. Hanno inoltre allertato la stampa per ottenere attenzione sulla vicenda, che coinvolge anche cittadini di altre nazioni. Il sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli ha parlato con la mamma di Giulia: la famiglia è in contatto con il consolato e la Farnesina, “in attesa di capire come evolve la situazione. Le famiglie e le ragazze sono preoccupate ma serene“. Intervenire non è certo semplice dato il contesto, anche dal punto di vista logistico, ma da quanto trapela le ragazze preferirebbero di gran lunga avere il via libera verso la Bolivia piuttosto che rimanere in Perù.

SU INSTAGRAM IL RACCONTO DELLA SURREALE AVVENTURA

Giulia Opizzi racconta attraverso le stories su Instagram quanto sta accadendo riprendendo per esempio una fila di automezzi che “dura almeno tre chilometri” o un ragazzo boliviano che denuncia la mancanza di servizi base, di acqua e cibo oltre che della protezione della polizia.
Anche il sindaco di Lugo Davide Ranalli è in contatto con le famiglie coinvolte e ha sentito il babbo di Lorenza che gli ha confermato la preoccupazione delle ragazze per quanto accade in Perù. Il dialogo con le autorità è costante per cercare di capire come intervenire.

MARTINA MEONI: BLOCCATE E A CORTO SOLDI MA NON IN PERICOLO

“Siamo qui da lunedì notte. Stiamo cercando di diffondere la notizia della nostra situazione il più possibile, cerchiamo di metterci in contatto con chiunque”, ha dichiarato Martina Meoni, nel pomeriggio a Rai Radio1 all’interno del programma Menabò, così come si legge in una nota. Il racconto della ragazza prosegue: “Siamo venute in vacanza in Perù 2 settimane fa. Ci saremmo spostate in Bolivia nella notte. Siamo state fermate in questo paesino. Siamo state bloccate dai manifestanti. Dai giornali e dai notiziari in tv a Cuzco e a Lima hanno bloccato tutto: hanno bloccato l’aeroporto di Cuzco, hanno bloccato i trasporti, i treni, gli autobus, hanno chiuso negozi, spaccato vetrine. È una protesta politica. Da stanotte alle 3.00 ci siamo messi in contatto con l’Ambasciata italiana in Perù. Ci hanno detto di aspettare un attimo, che ci faranno sapere al più presto”.

Poi ancora sulle condizioni di salute come riferisce la Dire (www.dire.it): “Non siamo in pericolo, almeno non ci sembra di esserlo. Ma siamo in un paesino, stanno finendo i contanti. Non ci sono posti per prelevare. Non ci sono pos per pagare. C’è gente che ha già finito i contanti. C’è chi non può mangiare o bere. Chi ha i contanti compra per chi non ne ha. Sull’autobus ci sono cileni, argentini, venezuelani, olandesi, francesi, americani. C’è di tutto. C’è una fila di più di 20 chilometri di pullman, macchine, carri. Stanno aspettando che qualcosa si smuova”. Riguardo le comunicazioni, Meoni conclude: “Abbiamo comprato una scheda sim per metterci in contatto e pubblicare sui social. Manca il wifi, non c’è linea. Per ricaricare il cellulare io ho un power bank, credo sia all’ultima ricarica. Chiederemo in caso all’autista di mettere in moto il pullman, così ricarichiamo. Lentamente, ma ricarichiamo”.


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