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Allarme SIOMMMS: il 70% di pazienti fratturati a rischio rifrattura

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Fratture: allarme della SIOMMMS, società scientifica che si occupa dell’osteoporosi, delle malattie metaboliche dello scheletro e dei disordini del ricambio minerale

”Noi trattiamo soltanto il 30% dei soggetti che dovrebbero essere trattati. Il 70%, pari a circa 350.000 pazienti l’anno, non viene trattato, per una ragione estremamente banale: non vengono identificati. Il nostro sistema sanitario non è infatti attrezzato per far partire un alert dai pronto soccorso nel momento in cui si ha a che fare con pazienti con fratture vertebrali e fratture di femore, che devono immediatamente andare dallo specialista. Il rischio di rifrattura è dunque altissimo e nei soggetti più a rischio, vedi gli anziani, ma non solo, possono provare anche conseguenze irreparabili, finanche il decesso”.

Non va sul sottile il prof. Iacopo Chiodini, presidente di SIOMMMS, la più importante società scientifica che in Italia si occupa dell’osteoporosi, delle malattie metaboliche dello scheletro e dei disordini del ricambio minerale, e professore associato dell’Università di Milano e primario del Centro Clinico e di Ricerca sulle Malattie del Metabolismo Osseo e Diabetologia all’Istituto Auxologico Italiano.

A Bari nelle settimane scorse si è tenuto il XXII Congresso Nazionale SIOMMMS.

“Il fatto che oltre 500.000 pazienti ogni anno in Italia soffrono di fratture da fragilità e in particolare di frattura di femore è un grosso problema”, aggiunge Chiodini, “per i pazienti in primis, ma anche per il sistema sanitario nazionale , considerando che i costi delle fratture di femore sono estremamente elevati. Oltretutto nel futuro il numero dei pazienti con fratture da fragilità crescerà notevolmente, si stima di almeno il 23/25% nei prossimi 10 anni, fino a 700mila casi l’anno”.

Nel corso del congresso si parlerà delle recenti ricerche che hanno messo in dubbio il ruolo della vitamina D. “Che non rappresenta la cura dell’osteoporosi o della fragilità”, spiega il presidente di SIOMMMS, “ma la mancanza di vitamina D è un elemento che contribuisce in modo sostanzialmente all’aumento delle fratture di fragilità. Noi dobbiamo assicurare ai nostri pazienti che abbiano normali livelli vitamina D nel sangue. In moltissimi casi è fondamentale la supplementazione routinaria con vitamina D, perché specie in Italia la carenza di vitamina D è un problema che riguarda moltissime persone, non soltanto quelle che ci aspettiamo siano a rischio, ma a volte anche i giovani se non si espongono correttamente alla luce solare”.

Il congresso ha almeno tre obiettivi. Portare i giovani nuovamente, come era in passato, ad apprezzare le patologie osteometaboliche. La ricerca è il secondo grande obiettivo: “Senza ricerca in Italia non c’è futuro, i giovani sono l’anima della ricerca e la ricerca è l’anima del futuro e della sanità in Italia”, sottolinea Chiodini. Infine l’obiettivo è quello di stimolare delle linee di guida, dei percorsi diagnostico-terapeutici, quindi la possibilità di seguire i pazienti in modo più adeguate. “La frattura da fragilità è importante e molte volte purtroppo non viene riconosciuta, questo problema deve essere risolto sul territorio e SIOMMMS deve farsi portavoce insieme alle altre società scientifiche che condividono queste tematiche dello sviluppo di percorsi diagnostico-terapeutici da parte delle Regioni per i pazienti con frattura di fragilità. SIOMMMS ha lanciato il Progetto #IMPACT che prevede proprio lo sviluppo del modello multidisciplinare FLS, già sperimentato da 10 anni in Inghilterra, per identificare, diagnosticare e curare le fratture da fragilità in Italia”.

La scelta di Bari per il congresso non è casuale. “Bari e la Puglia”, conclude Chiodini, “sono state la culla per moltissimi anni della ricerca osteometabolica in Italia e quindi era un giustissimo riconoscimento di questa eredità e di questo futuro che la Puglia ha ancora per quanto riguarda la ricerca nell’ambito delle malattie ostemetaboliche. Per tanti anni il nostro congresso non era stato portato al sud. L’Italia deve essere unificata da queste problematiche. Il prossimo congresso lo faremo di nuovo al sud, a Taormina, in Sicilia”.

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