Nomadi Digitali e lavoro: una ricerca di GoStudent spiega come guadagnare con l’insegnamento online e girare il mondo lavorando
Sono sempre di più i professionisti che cambiano lavoro o città, iniziano a viaggiare, oppure danno più spazio agli affetti e al tempo libero. Andare alla ricerca di nuovi orizzonti in nome della ‘Yolo Economy’ (da You Only Live Once, si vive una volta sola) può spesso voler dire lasciare la propria occupazione, ma anche trovarne una nuova, da dipendente o da libero professionista, più adatta alle proprie esigenze. In questo senso, il digitale apre frontiere enormi rispetto al passato.
Con il prendere piede della ‘Yolo Economy’, anche il nomadismo digitale sta diventando un trend sempre più in voga. Oggi si può adattare il lavoro al proprio stile di vita e viaggiare lavorando – o lavorare viaggiando – non è più un miraggio, ma una possibilità concreta.
Secondo un’indagine condotta dal portale di viaggi Volagratis, il nomadismo digitale è già stato scelto dall’8,4% degli italiani – contro il 5,7% dei francesi e il 7,8% dei tedeschi – e, soprattutto, attira oltre il 64% della popolazione dello Stivale, tra chi si sta informando a riguardo (21,3%) e chi, per ora, si limita a sognare ad occhi aperti (43,1%).
Tecnologia e web regalano infinite possibilità professionali a chi desidera iniziare un’esperienza da digital nomad. Ma quali sono gli impieghi più gettonati?
- Marketing manager, SEO specialist, social media strategist e copywriter
- Programmatore e software developer
- Web e graphic designer
- Fotografi e videomaker
- Insegnanti online
- Coach e consulenti
- Blogger, content creator, influencer e dropshipper
- Traduttori freelance
- Scrittori e giornalisti
- Imprenditori con un proprio business già avviato
La maggior parte dei nomadi digitali e remote worker lavora in settori ad alto valore aggiunto, con competenze che spaziano dal mondo della comunicazione all’insegnamento, passando per imprenditoria, information technology, traduzione e marketing.
Come si fa, quindi, a girare il mondo lavorando? Aurora Righetti, digital nomad e tutor della piattaforma di e-learning e ripetizioni GoStudent, ha stilato una lista di consigli pratici per tutti coloro che vorrebbero abbracciare il nomadismo digitale guadagnando con l’insegnamento online (così come con molte altre professioni digitali), ma non sanno da dove iniziare. L’esperienza di Aurora offre, infatti, un esempio calzante di come si possa essere nomadi digitali e, al contempo, lavorare e conseguire un master.
1) Assicurarsi di avere accesso ad una rete internet e verificarne l’affidabilità con dei test.
La vita di un nomade digitale dipende da una buona rete internet. Una connessione scarsa o instabile è sicuramente il più grande ostacolo per chiunque voglia esercitare la professione di online tutor o qualsiasi altro lavoro da remoto. Oltre ad assicurarsi che il luogo in cui si è deciso di insegnare disponga di un collegamento ad internet, è anche consigliabile eseguire dei test preventivi per verificare che la connessione sia stabile e ad una velocità adeguata (almeno 400 kb/s). A questo proposito, possono tornare utili alcuni siti, come Fast.com o Speedtest.net, con cui è possibile condurre dei test.
Anche portare sempre con sé un cavo ethernet può essere una buona idea e un’ottima ancora di salvezza. Infatti, in caso di funzionamento del router, ma di impossibilità a connettersi al Wi-Fi, si potrà collegare ugualmente il proprio computer alla rete con l’ausilio del cavo.
2) Munirsi di un hotspot portatile per essere connessi sempre e da ogni parte del mondo.
In mancanza di una connessione Wi-Fi adeguata, è possibile utilizzare il proprio smartphone a mo’ di hotspot servendosi dei dati mobili del telefono per connettere a internet un altro telefono, un tablet o un pc. Questa può essere un’opzione se ci si trova in Unione Europea, ma può diventare molto dispendioso in altri Paesi, dove il roaming comporta ancora costi aggiuntivi per l’utente che effettua chiamate o naviga in rete.
Una buona soluzione per avere sempre una connessione alla rete, anche nel caso non sia disponibile il Wi-Fi, è quella di munirsi di un hotspot portatile. In questo caso, basta acquistare una SIM card locale, ricaricarla con del credito, inserirla nell’hotspot e collegarsi ad internet, con uno o più dispositivi.
Per i nomadi digitali e remote worker che si spostano frequentemente al di fuori dei confini europei, è consigliabile avere un hotspot che offra una connessione veloce alla rete, senza la necessità di acquistare SIM card locali, come lo Skyroam Solis, un hotspot LTE portatile che permette di fare a meno della SIM e garantisce connettività 4G in oltre 130 nazioni del mondo.
4) Dotarsi di cuffie per attenuare i rumori ambientali e mantenere alta la concentrazione.
Una buona cuffia, meglio se con microfono a cancellazione attiva del rumore, è senz’altro un ottimo investimento da fare per poter lavorare da remoto, in mobilità. Avere a disposizione un buon headset consente di attenuare i rumori di sottofondo e mantenere la comunicazione chiara ed efficace. Così è possibile continuare a svolgere la propria professione anche da luoghi molto rumorosi, come gli aeroporti, senza che la propria concentrazione o quella dello studente vengano meno o che la qualità della lezione ne risenta.
5) Trovare una valida alternativa all’ufficio: bar, biblioteche e coworking offrono ottime soluzioni.
Negli ultimi anni il lavoro da remoto ha preso sempre più piede ed è diventato più semplice, anche per i nomadi digitali, trovare degli spazi, al di fuori del proprio alloggio, da cui lavorare in tranquillità. In quest’ottica, possono tornare molto utili app come WorkFrom, grazie a cui è possibile identificare i coworking e gli spazi da cui lavorare presenti nelle vicinanze.
Ma quali sono le caratteristiche da ricercare in queste alternative all’ufficio tradizionale? Per prima cosa, è fondamentale che siano facilmente raggiungibili. Inoltre, è importante che offrano una buona connessione Wi-Fi e prese di corrente in abbondanza e che mettano a disposizione dei remote worker postazioni confortevoli e, nei limiti del possibile, silenziose.
Spesso le biblioteche permettono di riservare dei cubicoli. Altrimenti, una buona opzione possono essere anche i caffè, gli ambienti polifunzionali o i coworking. Un consiglio è quello di identificare subito all’arrivo in una nuova città uno spazio da cui svolgere il proprio lavoro e di prendere immediatamente accordi con il gestore, così da poter scegliere la postazione migliore e prenotarla con anticipo. A differenza di altri lavori digitali, che più si prestano ad essere svolti in qualsiasi tipo di contesto, per l’insegnante online poter contare su un ambiente raccolto e silenzioso è cruciale per evitare distrazioni e dare il massimo durante la lezione.
6) Optare per alloggi ‘digital nomad-friendly’.
La ricerca dell’alloggio è un aspetto fondamentale per qualsiasi viaggiatore, ma lo è ancora di più per coloro che hanno la necessità di coniugare viaggio e lavoro.
Con il diffondersi del trend del nomadismo digitale, stanno nascendo sempre più strutture studiate appositamente per sposare le esigenze di questa nuova tipologia di viaggiatori. Un esempio è la catena di ostelli Selina che, oltre ad offrire sistemazioni di alto livello ad un prezzo abbordabile, mette a disposizione dei propri ospiti spazi di coworking, da cui poter lavorare in tutta tranquillità mentre si è in viaggio. Optare per una struttura ‘digital nomad-friendly’ permette di svolgere la professione di tutor o qualsiasi altra occupazione online direttamente dall’hotel, senza doversi adoperare per trovare luoghi alternativi da cui lavorare. Inoltre, è un ottimo modo per entrare in contatto con molti altri digital nomad con cui scambiarsi idee ed esperienze.
7) Preparare con anticipo le lezioni.
Come qualsiasi insegnante, anche coloro che svolgono questa professione online hanno la necessità e il dovere di preparare in anticipo le proprie lezioni. Nel caso dei nomadi digitali questo aspetto risulta ancora più cruciale: l’aver abbracciato uno stile di vita ‘alternativo’ li rende, infatti, più soggetti a contrattempi, fuoriprogramma o imprevisti rispetto agli insegnanti tradizionali. Pianificare gli argomenti da trattare e la scaletta della lezione con largo anticipo è un’ottima strategia per minimizzare qualsiasi inconveniente dell’ultimo minuto e garantire sempre la massima professionalità e qualità di insegnamento ai propri studenti.
8) Utilizzare i propri viaggi come spunto per l’insegnamento.
Essere autentici è un ottimo modo per rendere interessanti le proprie lezioni e far sì che possa nascere una bella sinergia con gli studenti. In questo senso, i viaggi offrono infiniti spunti e permettono al tutor di far emergere il proprio lato più genuino e personale. Partendo da una foto, per esempio, è possibile dare il via a conversazioni interessanti, con cui ispirare e motivare gli alunni.
Nel caso specifico degli insegnanti di lingue straniere, il tema del viaggio può essere incorporato nelle lezioni di grammatica in cui si affrontano i tempi verbali, così come in quelle di vocabolario. Anche gli argomenti di attualità e geopolitica vengono solitamente accolti bene dagli studenti, soprattutto da quelli più grandi o con un livello di padronanza della lingua già avanzato.
Inoltre, trascorrere lunghi periodi in Paesi dove si parla correntemente la lingua insegnata è un ottimo modo, per i tutor stessi, per continuare a praticare con costanza, rimanere sempre aggiornati su nuovi slang o modi di dire colloquiali e non correre il rischio di arrugginirsi.
“Sono originaria di Jesi, ma negli ultimi anni ho vissuto tra Marche, Toscana, Francia e Costa Rica. Al momento faccio base ad Utrecht, nei Paesi Bassi, dove sto conseguendo un master in Intercultural Communication. Viaggio spessissimo, a volte anche per settimane, e durante i miei spostamenti continuo a seguire le lezioni online per il master e ad insegnare sulla piattaforma di e-learning GoStudent. Sono una tutor d’inglese e mi piace raccontare agli studenti dei miei viaggi per accrescere in loro la motivazione e dimostrare quanto una buona conoscenza delle lingue straniere sia imprescindibile per viaggiare o trasferirsi all’estero. La scorsa settimana ero in Norvegia, la prossima sarò in Belgio, poi tornerò brevemente in Italia e successivamente di nuovo in Olanda. Nel 2023 ho in programma di andare ancora più lontano: destinazione Sud America. Al momento, i Paesi che sto tenendo d’occhio sono Colombia e Costa Rica. In passato ho già avuto modo di insegnare online dal Costa Rica. Lì la differenza d’orario è particolarmente vantaggiosa: la mattina a San José coincide con il pomeriggio in Italia, che è il momento della giornata più gettonato dagli studenti per fare ripetizioni. Così posso concentrare tutte le lezioni nella prima parte della giornata e tenermi libero il pomeriggio per studiare o esplorare posti nuovi”, ha commentato la digital nomad e tutor di GoStudent Aurora Righetti. “Ho sempre avuto una forte vocazione per l’insegnamento e, grazie a GoStudent, ho potuto fare di questa mia passione una professione. Insegnare da freelance con GoStudent mi garantisce massima flessibilità, buone entrate e molte soddisfazioni personali, tutto questo senza dover mai rinunciare a viaggiare”, ha concluso Aurora Righetti.
Per entrare a far parte della Tutor Community di GoStudent, che attualmente conta oltre 23.000 insegnanti freelance a livello globale e più di 2.150 solo in Italia, è necessario collegarsi al sito https://www.gostudent.org/it/diventare-insegnante, inviare la propria candidatura e superare un processo di selezione in tre step, in cui vengono assodate sia la preparazione che la passione e l’attitudine all’insegnamento. Una volta passate le selezioni, è subito possibile iniziare ad insegnare