Dermatite atopica: il trattamento con gli inibitori della Janus chinasi non sembra essere associato a un maggior rischio di tromboembolismo venoso
Nei pazienti con dermatite atopica, il trattamento con gli inibitori della Janus chinasi non sembra essere associato a un maggior rischio di tromboembolismo venoso, secondo i risultati di una metanalisi pubblicata sulla rivista JAMA Dermatology.
Il tromboembolismo venoso (TEV) consiste nella formazione di un coagulo di sangue in una vena di un arto, solitamente a livello del polpaccio o della coscia, o della pelvi, ma può verificarsi anche in altri distretti venosi. Il TEV comprende due gravi condizioni, ovvero la trombosi venosa profonda e l’embolia polmonare. È un disturbo cardiovascolare molto comune e colpisce 131 persone ogni 100mila ogni anno. Se non trattato, tende a recidivare nel 29% dei casi e porta a morte nel 26% dei casi.
«I risultati di questa metanalisi possono fornire un riferimento per i medici nella prescrizione di JAK inibitori nei pazienti con dermatite atopica» hanno scritto il primo autore dello studio Tai-Li Chen e colleghi del Veterans General Hospital di Taipei, Taiwan.
I risultati gettano una luce positiva sul trattamento per questa popolazione di pazienti, il cui entusiasmo per questi farmaci è stato smorzato da un avviso sul foglietto illustrativo richiesto lo scorso anno dalla Fda. L’avvertimento, che descrive un aumento del rischio di “gravi eventi cardiaci come infarto o ictus, cancro, coaguli di sangue e morte”, è conseguente ai risultati dello studio di sorveglianza ORAL su pazienti con artrite reumatoide trattati con tofacitinib.
Ed è stato inserito anche nelle istruzioni di ruxolitinib topico, un JAK inibitore approvato dalla Fda per l’eczema da lieve a moderato nel 2021, e in quelle dei due JAK inibitori orali upadacitinib e abrocitinib, approvati dalla Fda per la dermatite atopica da moderata a grave nel gennaio 2022.
Alcuni dermatologi raccomandano comunque cautela. «Tutti gli studi sui JAK inibitori sono a breve termine. Penso ancora che si applichi il principio di precauzione e abbiamo bisogno di maggiori informazioni sui rischi che possono comportare» ha affermato Aaron Drucker, dermatologo al Women’s College Hospital e professore associato all’Università di Toronto. «È fantastico disporre di queste nuove opzioni per i nostri pazienti, ma dobbiamo essere consapevoli dei rischi associati a questa classe di farmaci, consigliarli ai pazienti quando li informiamo sui rischi e sui benefici delle possibili terapie e attendere più dati specifici per questa popolazione per prendere decisioni ancora più informate».
Nessun maggior rischio di tromboembolismo venoso
La metanalisi ha esaminato il rischio di TEV incidente sia nei pazienti non trattati con e senza dermatite atopica sia nei pazienti con la malattia cutanea trattati con JAK inibitori rispetto a quelli sottoposti a placebo o dupilumab. Sono stati studiati quattro farmaci: abrocitinib, baricitinib (in fase di revisione della Fda per l’eczema), upadacitinib e il candidato SHR0302 (in fase di studio).
Due trial, per un totale di quasi 460mila partecipanti, hanno rilevato che il tasso di incidenza globale di TEV per i pazienti con dermatite atopica era di 0,23 eventi per 100 anni-paziente, non differente da quello dei soggetti non malati ( hazard ratio raggruppato, HR, 0,95).
Altri 15 studi hanno incluso 8.787 partecipanti con eczema e non hanno riscontrato differenze significative nei tassi di TEV nei pazienti trattati con JAK inibitori (0,05%) rispetto a quelli sottoposti a placebo o dupilumab (0,03%). Tuttavia, considerato il crescente uso di questi farmaci nella dermatite atopica, sono necessari più dati clinici per identificare i pazienti ad alto rischio di TEV» hanno osservato gli autori.
«Abbiamo bisogno di più dati a lungo termine» ha concordato Drucker, aggiungendo che un problema importante è la natura a breve termine degli studi condotti fino a oggi (in genere fino a 16 settimane), che non forniscono un’adeguata rassicurazione. Ha confermato che, anche se l’avvertimento richiesto dalla Fda era legato a un trial su pazienti con artrite reumatoide trattati con tofacitinib (un JAK inibitore meno selettivo di quelli approvati per la dermatite atopica) e gli stessi rischi non sono stati dimostrati specificamente nei pazienti con eczema, continua a essere cauto.
I nuovi dati dovrebbero dirimere la questione
Pur concordando sulla necessità di dati più a lungo termine, Andrew Blauvelt, presidente dell’Oregon Medical Research Center di Portland, ha affermato che i nuovi risultati dovrebbero fornire rassicurazioni ai dermatologi e sono in linea con quelli delle recenti metanalisi pubblicate riguardo all’assenza di un maggior richio di TEV in pazienti con psoriasi, artrite reumatoide o malattia infiammatoria intestinale trattati con inibitori della JAK.
Blauvelt ha affermato che i profili di sicurezza emergenti per le nuove molecole della classe che bloccano le JAK 1/2 sono stati oscurati dai dati più vecchi nell’artrite reumatoide con tofacitinib, che è un inibitore JAK 1/3, nonostante emergano da trattamenti a lungo termine, in monoterapia, in studi clinici su malattie dermatologiche che mostrano rischi rari o nulli di sviluppare gli eventi avversi gravi citati nel foglietto illustrativo.
Sia Blauvelt che Drucker hanno sottolineato che le persone con artrite reumatoide tendono ad avere più comorbilità rispetto a quelle con eczema, condizioni che li rendono più soggetti a eventi avversi. «Infatti circa il 75% dei pazienti nello studio di sorveglianza ORAL era anche in trattamento concomitante con metotrexato e/o prednisone, un fattore che può confondere notevolmente i risultati di sicurezza» ha osservato Blauvelt.
Referenze
Chen TL et al. Association of Risk of Incident Venous Thromboembolism With Atopic Dermatitis and Treatment With Janus Kinase Inhibitors: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Dermatol. 2022 Aug 24;e223516.