Herpes zoster: in Lombardia vaccinato circa il 20% degli anziani nelle RSA. L’infezione può causare complicanze gravi, soprattutto nei pazienti fragili
In una fase in cui è alta l’attenzione verso gli strumenti di prevenzione vaccinale, in Lombardia si fa strada anche la vaccinazione contro l’herpes zoster o Fuoco di Sant’Antonio, soprattutto nella fascia di popolazione più fragile: gli anziani assistiti nelle RSA, tra i più esposti all’insorgenza e alla gravità della malattia e delle sue complicanze. Da giugno di quest’anno ad oggi, infatti, il numero delle somministrazioni del vaccino ricombinante anti-herpes zoster è passato da 1.553 a 10.457, facendo salire a circa il 20% il livello di copertura tra gli anziani nelle RSA. All’interno delle residenze, inoltre, più del 60% degli anziani ha già ricevuto il vaccino antinfluenzale.
Se ne è discusso nelle settimane scorse a Milano, presso Palazzo Pirelli, durante il convegno di Italia Longeva “Strategie e strumenti per aumentare la prevenzione vaccinale contro l’herpes zoster”, patrocinato da Regione Lombardia, da FIMMG Lombardia, dalla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) e dalla Società Italiana di Igiene (SItI). L’evento ha riunito istituzioni, esperti e attori della sanità per confrontarsi sulle strategie più efficaci per innalzare le coperture vaccinali e condividere le esperienze virtuose implementate sul territorio. Il convegno è stato inoltre l’occasione per veicolare lo spot della campagna sociale di Italia Longeva #MiVaccinoNonMiAccendo, patrocinata da Pubblicità Progresso, finalizzata ad aumentare la consapevolezza dell’herpes zoster e dell’importanza della vaccinazione.
Si calcola che circa 1 adulto su 3 sia a rischio di sviluppare l’herpes zoster, causato dalla riattivazione del virus della varicella avuta da bambini – rimasto latente nell’organismo, a livello del sistema nervoso -, che provoca manifestazioni cutanee e neurologiche che possono essere anche molto dolorose, limitando la qualità di vita del paziente. In Italia oltre 150.000 persone l’anno si ammalano di zoster, la cui severità aumenta con l’età a causa di difese immunitarie più deboli e della presenza di malattie croniche che rendono gli anziani più vulnerabili anche rispetto all’insorgenza e alla gravità delle complicanze. Tra queste, la nevralgia post-erpetica, che si manifesta all’incirca nel 25% dei pazienti con un dolore in molti casi talmente forte da comportare una perdita permanente di indipendenza con ripercussioni non solo sui pazienti ma anche sui familiari, oltre ad aumentare i ricoveri e la richiesta di assistenza a lungo termine. Il vaccino resta l’unica arma di prevenzione per contrastare l’insorgenza della malattia e delle sue complicanze.
È possibile vaccinarsi contro l’herpes zoster in qualsiasi periodo dell’anno, anche in concomitanza con la vaccinazione antinfluenzale. In Lombardia, la co-somministrazione dei due vaccini viene offerta presso i Centri vaccinali, gli ospedali e le RSA dove, ad oggi, si è vaccinato contro l’influenza stagionale il 20% del totale degli oltre 920.000 over-60 lombardi immunizzati (il 31,15%).
“L’herpes zoster è un nemico subdolo e intenso da cui proteggersi perché causa una pessima qualità della vita. Tuttavia, c’è una bassa percezione del rischio di contrarre l’infezione e della potenziale gravità della malattia, che si somma a una diffusa disinformazione circa l’esistenza di vaccini efficaci e gratuiti per i sessantacinquenni”, spiega Roberto Bernabei, Presidente di Italia Longeva. “L’attenzione a vaccinare la popolazione più fragile, quella delle RSA, così come l’opportunità di sfruttare la somministrazione del vaccino antinfluenzale per promuovere l’adesione alle altre vaccinazioni raccomandate degli anziani, possono rappresentare delle valide strategie per innalzare le coperture dello zoster e proteggere chi è più vulnerabile. È questo lo spirito del progetto di Italia Longeva: promuovere la condivisione delle esperienze virtuose adottate a livello territoriale, ma anche informare e scuotere l’opinione pubblica facendo leva sulla buona comunicazione”.