Dalle cellule staminali una soluzione naturale allo stress


Lo stress in Italia affligge 9 persone su 10. A contribuire alla sua diminuzione, però, arrivano delle armi del tutto naturali: le cellule staminali

staminali ematopoietiche

Pandemia, difficoltà economiche, inquinamento, mancanza di attività fisica, tensioni sul lavoro: sono alcune tra le maggiori cause di stress, che in Italia affligge 9 persone su 10. A contribuire alla sua diminuzione, però, arrivano delle armi del tutto naturali: le cellule staminali, il motore rigenerativo del nostro organismo, in grado di darci informazioni sul nostro stato di salute. Con un semplice prelievo del sangue – come per la misurazione del colesterolo – è possibile misurare il proprio livello di ‘staminalità’ e decidere se intervenire per aumentarlo. Infatti, un maggiore numero di queste cellule significa più benessere, risoluzione di problemi di salute, ferite e disturbi dermatologici, effetti anti-aging e un’importante riduzione dello stress, tra i principali responsabili della loro diminuzione. Di temi che sono propri della medicina rigenerativa, come le terapie innovative e il concetto di risoluzione biologica, si è parlato al 7° Congresso Nazionale della SIMCRI, la Società Italiana di Medicina e Chirurgia Rigenerativa Polispecialistica, a Napoli.

“Le cellule staminali sono in grado di indicarci come stiamo e come dovremmo intervenire per aumentare il nostro benessere – spiega Eugenio Caradonna, Presidente SIMCRI –. La scoperta, nel 2002, della loro presenza in tutti i tessuti del corpo, ha aperto la strada a numerosissimi impieghi: oggi sono alla base di terapie in ambito dermatologico, ginecologico, algologico, per non parlare del loro vasto utilizzo in medicina estetica. Possono essere affiancate a molti trattamenti che sfruttano le nuove tecnologie, come la radiofrequenza e i campi magnetici. La loro misurazione è davvero semplice, è sufficiente un prelievo di sangue per poter agire con strumenti mirati a diminuire i livelli di stress e a migliorare la qualità di vita. La VII edizione del Congresso ci permetterà di analizzarne i maggiori utilizzi, ma anche di parlare di biomateriali e biotecnologie, di medicina rigenerativa in ambito cardiovascolare e di fare il punto, grazie a una sessione legislativa, sui problemi inerenti le terapie cellulari. Parleremo anche di cura delle ferite, terapia del dolore e sviluppo dell’economia circolare, che si traduce in prevenzione delle malattie. Di cellule staminali come anti-aging discuteremo nella tavola rotonda Wellness, benessere, invecchiamento e medicina rigenerativa, mentre i temi della sostenibilità ambientale e dei benefici dei nutraceutici verranno affrontati nell’incontro Le nuove frontiere per un’economia sostenibile, l’approccio rigenerativo dall’agricoltura alla salute dell’uomo.”

La due giorni comprenderà anche la 4° edizione del Congresso SIMCRI School, la scuola di alta formazione professionale teorico-pratica ideata dalla Società, che costituisce ormai da anni un rilevante punto di riferimento nella formazione dei professionisti nell’ambito della medicina rigenerativa per le terapie avanzate. “La formazione di giovani medici è uno dei nostri principali obiettivi – commenta Michele Angelo Farina, Presidente SIMCRI School e Presidente Onorario e Fondatore SIMCRI –. In un momento storico in cui le figure professionali in ambito sanitario tendono a mancare, investire su di loro è necessario e fondamentale. La medicina rigenerativa ricoprirà un ruolo sempre più importante nelle terapie del futuro, perché può dare ottimi risultati in ogni ramo della sanità. Per questo garantire una preparazione attenta, completa e aggiornata sulle ultime innovazioni tecnologiche è necessario. Il nostro impegno come SIMCRI è testimoniato dalla presenza di 12 CMR (Centri di Medicina Rigenerativa) pubblici e privati in Italia. Partecipiamo inoltre alla costituzione delle linee guida per l’applicazione dei protocolli di trattamento.”

“Oggi, grazie alla medicina rigenerativa, abbiamo a disposizione una serie di possibilità che portano a ritardare o addirittura evitare gli interventi relativi all’apparato muscolo-scheletrico – sottolinea Donato Rosa, Professore di Ortopedia e Traumatologia e responsabile del Programma di medicina rigenerativa e apparato muscolo-scheletrico all’Università Federico II di Napoli –. Aziende e pazienti mostrano un crescente interesse per queste opportunità di cura, che vanno dall’impiego delle cellule staminali fino alle cellule cartilaginee. In ortopedia c’è un importante fiorire di possibilità sia intraoperatorie che extraoperatorie e un grande fervore scientifico e di ricerca. Queste occasioni di incontro e confronto sono davvero importanti, perché ci permettono di puntualizzare le linee guida di utilizzo nell’ambito delle singole patologie.”