Artrite reumatoide: l’efficacia della prima dose booster di vaccino anti Covid-19 è indipendente dal dosaggio di rituximab secondo nuovi studi
In pazienti con artrite reumatoide (AR) trattati con infusioni di rituximab, è possibile documentare la persistenza di una risposta immunitaria umorale (NdR: nello specifico, della produzione di anticorpi e dell’attivazione della loro funzione effettrice, che include la neutralizzazione delle tossine e dei germi patogeni) dopo primo booster (terza dose) di vaccino anti-Covid-19, indipendentemente dalla prosecuzione del trattamento con il farmaco per infusione.
Queste le conclusioni principali di uno studio pubblicato su Rheumatology che ha anche osservato come l’adozione di una strategia vaccinale basata su dosi ripetute di vaccino somministrate “il più tardi possibile” dopo la dose più bassa possibile di rituximab rappresenti la soluzione ottimale per questa popolazione di pazienti.
Razionale e obiettivi dello studio
“I pazienti affetti da artrite reumatoide AR trattati con rituximab (RTX) presentano sia un aumento del rischio di ospedalizzazione per COVID-19 sia una risposta umorale ridotta dopo la vaccinazione a due dosi, rispetto ad altri farmaci antireumatici modificanti la malattia (DMARD)”, ricordano i ricercatori nell’introduzione allo studio -. Pertanto, per ottimizzare la gestione del rischio COVID-19 in questi pazienti, è importante identificare strategie per aumentare la risposta in questa popolazione”.
L’obiettivo dello studio è stato quello di studiare l’associazione dei dosaggi e del timing di somministrazione di RTX sulla risposta umorale dopo la somministrazione di una prima dose booster (terza dose) di vaccino anti Covid-19 in pazienti precedentemente non-responder a questa misura di immunoprofilassi, nonché la persistenza di una risposta umorale iniziale positiva dopo due dosi di vaccino in pazienti con AR trattati con dosi ridotte di RTX.
Disegno dello studio
Per approfondire la conoscenza delle interazioni tra rituximab e l’efficacia di un primo booster (terza dose) di vaccino COVID-19 nei pazienti con AR, è stato messo a punto uno studio osservazionale monocentrico che fa seguito allo studio RTX-COVAC, condotto dalla stessa equipe di ricercatori, che aveva dimostrato come la risposta umorale dopo due dosi di vaccini anti Covid-19 in pazienti con AR trattati con RTX dipendesse sia dalla posologia che dal timing di somministrazione di questo farmaco.
Nello specifico, il protocollo dello studio prevedeva la conduzione di due analisi: nella prima, i pazienti della coorte COVAC che non avevano risposto alle prime due dosi di vaccino ma che avevano successivamente mostrato l’insorgenza di una risposta umorale da 2 a 6 settimane dopo il primo booster sono stati inclusi nell’analisi del “secondo booster” (terza dose). Nel frattempo, coloro che avevano raggiunto una risposta umorale di follow-up prima della terza dose sono stati inclusi nell’analisi di “persistenza”.
Lo studio è stato condotto da giugno 2021 a gennaio 2022.
Tutti i pazienti inclusi erano stati vaccinati con due dosi di vaccino Pfizer-BioNTech, AstraZeneca o Moderna. Per la terza dose, invece, sono state utilizzate solo le due formulazioni esistenti di vaccino a mRNA.
I ricercatori hanno passato in esame tutte le informazioni demografiche e quelle sulla malattia disponibili, nonché i dettagli del trattamento, tra cui l’uso di DMARD convenzionali e biologici, prednisolone, a dose cumulativa di rituximab e data e dosaggio dell’ultima infusione effettuata di rituximab.
Tra gli outcome principali considerati vi erano la percentuale di pazienti andati incontro a sieroconversione dopo il primo booster (terza dose) di vaccino e quella di pazienti che aveva sperimentato la persistenza della risposta umorale dopo la seconda somministrazione vaccinale.
Lo studio attuale ha incluso un totale di 196 pazienti; di questi, 98 hanno fatto parte dell’analisi del “terzo vaccino” e 23 dell’analisi della “persistenza” della risposta umorale dopo seconda somministrazione vaccinale.
Risultati principali
Dall’analisi del “terzo vaccino” è emerso che il 19% dei pazienti trattati con il booster (19/98) è stato in grado di rispondere all’intervento di immunoprofilassi vaccinale.
Inoltre, la percentuale di pazienti che ha risposto al vaccino è stata maggiore tra coloro che erano in trattamento con rituximab 200 mg rispetto a quelli trattati con il farmaco a dosaggi maggiori (500 mg o 1.000 mg) – 38% vs. 19% e 15%, rispettivamente.
Non solo: lo studio ha documentato l’esistenza di trend non significativi a risposte umorali più elevate in presenza di dosaggi più bassi di RTX [200 vs 1000 mg: odds ratio (OR): 3,66; IC95%: 0,93, 14,0] e di intervalli più lunghi di somministrazione del farmaco [per ciascun mese trascorso dall’infusione: OR: 1,16; IC95%: 0,97, 1,35)].
I risultati della seconda analisi prevista dal protocollo dello studio, invece, hanno dimostrato la persistenza della risposta umorale nel 96% e nell’89% dei pazienti trattati con RTX in due misurazioni consecutive.
Considerazioni conclusive
Nel commentare i risultati, gli autori dello studio hanno sottolineato come i dati dimostrino, con la somministrazione della prima dose booster (terza dose) di vaccino anti Covid-19, l’esistenza di una buona risposta umorale in una percentuale rilevanti di pazienti precedentemente non responder alle prime due dosi di vaccino. Lo studio ha anche dimostrato, anche se non in modo statisticamente significativo, come la risposta umorale sia associata a dosi più basse di RTX e ad intervalli di somministrazione del farmaco più lunghi.
Da ultimo, è stato dimostrato che la persistenza della risposta umorale è molto elevata anche nel contesto di infusioni consecutive di RTX.
In conclusione, alla luce di questi risultati, “…la vaccinazione ripetuta il più tardi possibile dopo la dose più bassa possibile di RTX sembra essere la migliore strategia di vaccinazione in questi pazienti. Inoltre, una volta ottenuta la sieroconversione, si ha la persistenza della risposta umorale indipendentemente dal trattamento con RTX”.
Bibliografia
Van der Togt CJT et al. Seroconversion after a third COVID-19 vaccine is affected by rituximab dose but persistence is not in patients with rheumatoid arthritis. Rheumatology (Oxford). 2022 Aug 24:keac486. doi: 10.1093/rheumatology/keac486. Epub ahead of print.
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