Regali di Natale poco graditi? Un italiano su 2 è pronto a riciclarli: è quanto emerge da una ricerca del Centro Studi di Confcooperative
Regali di Natale, gli italiani confermano la tendenza che è andata consolidandosi negli ultimi anni, quella di essere “riciclatori seriali”. Nonostante l’aumento delle tredicesime (+4% dai 44 miliardi del 2021, ai 45,7 di quest’anno) e il recupero, seppur parziale del lavoro, a guidare la dinamica dei consumi e la propensione alla spesa ci sono la ricerca spasmodica del risparmio per l’incertezza del domani, determinata dalle dinamiche inflative e dal caro energia che erodono i risparmi e il potere di acquisto per una fetta notevole di italiani che talvolta per egoismo, altre per necessità puntano a proteggere la loro spesa personale, tanto che sono 10 milioni gli italiani in povertà (assoluta e relativa). Si annuncia così, una vera e propria “contro spesa”, vale a dire un risparmio di 3,2 miliardi di euro per quanti ricicleranno i regali: 400 milioni più dell’anno scorso, ma pur sempre 100 meno del Natale pre pandemia. Questa tendenza, forse sarebbe meglio dire malcostume, coinvolge quasi un italiano su due. Parliamo di oltre 26 milioni di persone. Quella del riciclo si conferma essere una tendenza in crescita costante negli ultimi anni. È quanto emerge da una ricerca del Centro Studi di Confcooperative.
Il riciclo ha forme e modalità diverse. Tra le principali troviamo che 5 su 10 ricicleranno i doni ricevuti queste festività o che conservano durante l’anno per utilizzarli al momento opportuno (53% donne e 47% uomini); ci sono addirittura quelli che guadagnano dalla vendita del regalo ricevuto attraverso la vendita sulle piattaforme online, parliamo di 3 riciclatori su 10 (60% uomini, 40% donne), mentre 2 su 10 scambieranno i doni ricevuti nei negozi di acquisto per trasformarli in buoni da spendere o prendere altri oggetti da regalare a loro volta (55% donne 45% uomini).
IN CHE MODO RICICLERANNO GLI ITALIANI?
Tra i regali riciclati troviamo in pole position i generi alimentari per il 45% (vini, spumanti, salumi, formaggi, prosecchi, grappe, amari, panettoni, pandori, cioccolato, torroni, miele, marmellata, dolci regionali e altri prodotti enogastronomici); seguono al 29% sciarpe, guanti, cappelli, calzini prodotti personali come cosmetici e creme; per il 15% libri, articoli di cancelleria e pelletteria, 11% giocattoli.