“Superstiti”, il disco d’esordio di BARBATO, parla dei nostri tempi. È un ritratto sincero e lieve delle nostre fragilità, articolato come 9 lettere aperte a chi ci ama e ci ha amato
Sentimenti che mutano come stagioni, una Napoli soleggiata che ferisce come il sole d’estate, idee così strette che ci fanno inciampare e anni di pietra che lasciano lividi. SUPERSTITI, il disco d’esordio di BARBATO, parla dei nostri tempi. È un ritratto sincero e lieve delle nostre fragilità, articolato come 9 lettere aperte a chi ci ama, ci ha amato e a quella parte di noi che non esponiamo mai.
C’è tanta malinconia, tra le dolorose mancanze e ciottoli di consapevolezza che si depositano in fondo al cuore, ma anche una scintilla di implacabile speranza, che si fa largo tra le preoccupazioni, aggirando la disillusione e sgretolando le nostre convinzioni più granitiche.
Link al disco: https://spoti.fi/3ftcfpE
In un’epoca di precarietà, sentimentale e sociale, vorremmo dare una misura a tutto, per contenere e contenerci. Per controllare tutto quello che può ferirci e pensare che possa esistere una precisa dose d’amore capace di guarirci. Ma è solo nell’abbandono che possiamo trovare un senso profondo dell’esistenza e lasciare che il nostro capitale umano possa emergere, in tutta la sua forza: è la riappacificazione con la nostra parte più autentica a cauterizzare ferite e proiettarci in un futuro pieno di senso e scevro di paure. Finalmente libero.
SUPERSTITI è la necessità di capire chi siamo, al di là di tutto. È la volontà di non ignorare i nostri abissi, ma di accettarli e integrarli in un presente dove c’è spazio per tutto: per le nostre luci e le nostre ombre.
Il disco è stato interamente registrato a “LeNuvole Studio”, missato agli “Indigo Studios” di Palermo da Fabio Rizzo, masterizzato agli “Schuller Sound” di Valencia da Pablo Schuller e ha visto la produzione artistica di Massimo “Blindur” De Vita.
BARBATO è un cantautore campano, capace di restituire emozioni complesse, senza avere la necessità di costruire testi macchinosi e cercando, allo stesso tempo, un sound che vesta perfettamente l’indie contemporaneo, tra contaminazioni rock, pop e folk: si presenta con un disco intenso e ispirato, frutto di un lungo percorso di ricerca.