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“Re-Spawning” è il nuovo lavoro discografico di Bruno Pitruzzella

bruno pitruzzella

Fuori in digitale “Re-Spawning”, nuovo lavoro discografico del chitarrista siciliano Bruno Pitruzzella. Online anche il videoclip del brano “Depicted”

Esce in digitale “Re-Spawning”, nuovo lavoro discografico del chitarrista siciliano Bruno Pitruzzella, un Ep che costituisce una sorta di secondo volume rispetto al primo album “Spawning” (uscito per Almendra Music nel 2019) e, oltre ad avere una chiara connotazione di “rinascita” (ri-germinazione), rimanda anche all’immaginario videoludico, al gergo dei videogame, come viene sottolineato dalle grafiche 8 bit che caratterizzano tutto il progetto. L’Ep sarà presentato oggi stesso al Circolo Arci “Tavola Tonda” (ore 21.30 – Ingresso 3 euro con Tessera Arci) e verrà proiettato in anteprima il videoclip di “Depicted”.

ASCOLTA EP 

“Il “respawn” – racconta Pitruzzella – consiste nella riapparizione di un personaggio o di un nemico dopo la sua morte o distruzioneConcetto che si sposa con il contenuto musicale di questo nuovo lavoro, che è costituito da cinque tracce tutte strumentali, in cui l’uso creativo del multieffetti e dei loop spesso “maschera” o nasconde totalmente la chitarra acustica, utilizzata con un’accordatura alternativa. In tutti e cinque i brani la scrittura musicale vera e propria cede spesso il passo all’improvvisazione, che si fa scrittura nuovamente e fissa le idee in maniera definitiva (procedimento cardine che sta alla base dell’intero lavoro).”

In contemporanea sarà online anche il videoclip del brano “Depicted”, cortometraggio, realizzato con la tecnica stop-motion, in cui l’immaginifico viaggio di Pit, esploratore di mondi alieni, conduce lo spettatore alla scoperta di un pianeta apparentemente deserto, della cui fine sarà testimone: “Tutti abbiamo un ruolo nell’universo, che ci piaccia o meno – racconta l’artista -. Quello di Pit è duplice: da un lato esplorare, documentare, preservare; dall’altro portare a compimento quello che l’universo inizia. Perché lo spazio ha sempre bisogno di spazio. Depicted è un viaggio attraverso un mondo morente; attraverso gli occhi del suo ultimo spettatore”.

Il video è prodotto da Basaricò studio, con la regia e le animazioni a cura di Nicolò Cucci e Salvo Di Paola, Gaia Picciotto design e animazione e Cecilia Picciotto che ha curato la costruzione del puppet.

GUARDA VIDEOCLIP

5 brani strumentali, registrati allo Zeit Studio di Palermo da Luca Rinaudo, che partono con “Shift” (GUARDA VIDEO): dall’andamento ipnoticoeseguito “live in studio” con la sola chitarra acustica, utilizzata qui nella sua accezione più “elettrica”, tanto da non sembrare quasi più riconoscibile. Il brano è infatti costruito con la loop station ed è caratterizzato da un massiccio uso del modulatore di frequenza. Il sound che ne deriva è quindi connotato in senso “elettronico” e richiama in qualche modo un immaginario da colonna sonora dei primi videogame anni ’80. Poi “Depicted”, eseguito su chitarra acustica “preparata”. La naturale vibrazione delle corde viene smorzata dall’inserimento del plettro in posizione inconsueta (sul primo tasto, tra i cantini). La formula ritmica di base è un arpeggio dal tipico andamento in “4”, che qui si sviluppa in modo decisamente consonante. L’armonia è affidata alle corde basse, mentre i cantini fanno da “pedale”. Dopo un breve intro, l’arpeggio viene “looppato” con conseguente sviluppo armonico e soprattutto melodico, grazie al sopraggiungere del tema principale, sul finale, armonizzato su varie voci con gli overdub. “Bees”, unico pezzo acustico di questo nuovo lavoro discografico, nonché l’unico in ensemble (GUARDA IL VIDEO), eseguito in quartetto accompagnato da Francesco Incandela (violino), Martino Giordano (mandolino), Luca La Russa (basso elettrico). Il tipo di scrittura è di carattere assimilabile all’ambito jazz-pop-folk e alla musica per immagini (soundtrack). Il tema del brano, affidato a violino e mandolino, si sviluppa via via con variazioni sempre più rilevanti sia sul piano melodico che armonico, e, dopo un enigmatico silenzio a metà pezzo, sul finale cede il passo alla libera improvvisazione melodica, caratterizzata da un veemente assolo di violino dai tratti folk/pop. Quarto brano è “Bug 1”, il più “sperimentale” tra i brani dell’EP. Anche qui il plettro è utilizzato in modo inconsueto, inserito tra le prime tre corde sul primo tasto. Dunque, lo stesso stratagemma utilizzato in Depicted per stoppare la vibrazione dei cantini, ma qui la suggestione sonora è nettamente differente. Tutto nasce da una cellula ritmico/melodica arpeggiata, leggermente dissonante. Questa cellula iniziale funge quindi da base per la stratificazione dei loop, che si susseguono dopo un’improvvisazione melodica in stile surf-rock. Complice l’utilizzo di un effetto chorus piuttosto spinto ne consegue uno sviluppo intricato dal ritmo vagamente sudamericano e dal sound straniante ed elettronico. L’Ep chiude con “Clay Riff” (GUARDA VIDEO), caratterizzato da un riff di chitarra in stile rock/funky, carico di basse frequenze per via dell’octaver, che viene poi modellato in modo da trasformarsi completamente e divenire base per la sezione conclusiva del pezzo. Conclusione che risulta poi decisamente più sognante e malinconica rispetto a quanto “promesso” dall’incipit, con un lungo fade out sul “reverse play” della loop station.

Nato a Palermo nel 1987, attento alla musica fin da piccolo e amante della chitarra (che ha cominciato a suonare all’età di dieci anni), Bruno Pitruzzella si è diplomato in chitarra classica al Conservatorio V. Bellini della sua città nel 2011. I suoi maestri sono stati Alberto Di Rosa, Antonello Ghidoni e soprattutto Marco Cappelli e Francesco Guaiana, figure molto importanti per la sua formazione artistico-musicale e umana. Parallelamente agli studi accademici, Bruno ha approfondito la pratica del jazz e dell’improvvisazione con Francesco Guaiana, Mimmo Cafiero, Umberto Fiorentino, Fabio Zeppetella, Antonio Forcione, Lelio Giannetto, l’Orchestra Instabile Disaccordo di Palermo. Un incontro e un workshop con Pat Metheny e  il lavoro sull’improvvisazione radicale insieme all’associazione Curva Minore  (Lelio Giannetto, Dario Buccino, Mike Cooper, Stefano Zorzanello, Aab Baars, Igg Hennemann, Frank Gratkowski, Michiel Braam) hanno dato a un notevole impulso alle sue avventure musicali; così come la collaborazione più che decennale con i componenti storici delle band Forsqueak, Utveggi, Aps (Luca La Russa, Simone Giuffrida, Valerio Mirone, Giuseppe Montalbano, Sergio Schifano, Simone Sfameli).

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