Uno studio su pazienti con sclerosi multipla ha dimostrato che il trattamento con natalizumab, modulando la dinamica della rete corticale, migliora la funzione motoria
Presentati ad Amsterdam all’ECTRIMS 22, i risultati preliminari di uno studio su pazienti con sclerosi multipla (SM) hanno dimostrato che il trattamento con natalizumab, anticorpo ricombinante umanizzato, modulando la dinamica della rete corticale, migliora la funzione motoria nelle settimane successive all’infusione.
Minore punteggio al Fatigue Symptoms and Impacts Questionnaire
In una coorte di 24 pazienti con SM recidivante-remittente, il trattamento con natalizumab ha determinato un punteggio significativamente più basso del Fatigue Symptoms and Impacts Questionnaire (P = 0,003), indice di resistenza motoria significativamente più alto (P = 0,049), affaticamento centrale significativamente inferiore (P = 0,034) e tendenza alla riduzione nella fatigue sovraspinale (P = 0,05) nei 14 giorni successivi all’infusione.
Questi risultati sono stati presentati dall’autrice senior Anna Conte, professore associato alla Sapienza Università di Roma.
Pazienti testati su scale cliniche pre- e post-infusione del farmaco
Natalizumab, terapia approvata per la SM recidivante dal 2004, ha precedentemente dimostrato di ridurre l’infiammazione, portando all’ipotesi che l’agente potrebbe avere un impatto sui sintomi di affaticamento.
Per verificare questa ipotesi, 24 partecipanti sono stati valutati su scale cliniche 7 (+/-2) giorni prima (T0) e 14 (+/-2) giorni dopo (T1) infusione di natalizumab. Per prima cosa è stato chiesto loro di eseguire blocchi ripetuti della prima contrazione volontaria massimale (MVC) del muscolo interosseo dorsale (FDA) fino a esaurimento.
L’indice di resistenza motoria è stato misurato come il numero di blocchi completati e la forza esercitata, normalizzata tra i partecipanti.
Valutati i sintomi in base a misure neurofisiologiche corticali
L’affaticamento motorio periferico, centrale e sovraspinale è stato valutato mediante metodi di interpolazione utilizzando la stimolazione nervosa periferica e la stimolazione magnetica transcranica (TMS) sulla corteccia motoria primaria.
Inoltre, utilizzando un mezzo di potenziale evocato (TEP) dalla TMS ricostruito all’origine, i ricercatori hanno valutato l’attivazione della rete sensomotoria. I cambiamenti legati alla fatigue nella connettività a riposo delle reti cerebrali sono stati analizzati mediante “small world index” (SWI) – indice di bilanciamento tra integrazione e segregazione nei processi cerebrali – basato sull’EEG a riposo.
I risultati dello studio hanno mostrato che la fatigue era associata a effetti opposti sul SWI nella banda di frequenza theta (P = 0,02) e sui TEP (analisi basata sulla permutazione corretta FDR P<,05) alla pre-infusione rispetto a T1. Theta SWI e TEP erano aumentati post-affaticamento a T0, mentre entrambi erano diminuiti post-affaticamento a T1 come precedentemente osservato nei controlli sani.
Conferme sostanziali al precedente studio TYNERGY
Natalizumab è stato precedentemente valutato nello studio TYNERGY, che comprendeva una coorte reale di 195 pazienti con SM.
Pubblicata nel 2013, la Fatigue Scale for Motor and Cognitive functions (FSMC) è stata utilizzata sia prima che dopo 12 mesi di trattamento per valutare un possibile cambiamento nella fatigue sperimentata dai pazienti.
Nel complesso, alla conclusione dello studio, tutte le variabili di misura, tra cui il punteggio di affaticamento, la qualità della vita, la sonnolenza, la depressione, la cognizione e la progressione della disabilità sono state migliorate rispetto al basale (tutte P<0,0001).
Inoltre, anche la velocità di camminata, valutata dal test del cammino in 6 minuti, è aumentata al mese 12 (P = 0,0016).
Fonte:
Mancuso M, Leodori G, Maccarrone D, et al. Natalizumab improves motor fatigue by restoring abnormal brain networks connectivity and sensorimotor network activation in people with multiple sclerosis. Presented at: 2022 ECTRIMS Congress; October 26-28; Amsterdam, Netherlands. Abstract O090.