Adolescenti più fragili dopo la pandemia. La cura? Le relazioni. Se n’è parlato a Roma in occasione dell’incontro ‘Adolescenza. Un viaggio bellissimo e pieno di insidie’
‘Quaranteenagers‘. È l’appellativo che il New York Times ha coniato per gli adolescenti al tempo dell’isolamento causa Covid. La pandemia, infatti, ha reso ancora più complessa una fase della vita considerata, anche prima della crisi sanitaria, insidiosa e travagliata. Se n’è parlato nel Chiostro del Convento di Santa Maria sopra Minerva, a Roma, in occasione dell’incontro ‘Adolescenza. Un viaggio bellissimo e pieno di insidie‘, organizzato su iniziativa di ‘Ore 12 sanità’ con la Regione Lazio. Un dibattito tra esperti e istituzioni per analizzare le ferite lasciate dalla pandemia e individuare insieme soluzioni per curarle.
“Quella dell’adolescenza è una fase bellissima ma piena di rischi– ha detto in apertura il deputato Roberto Morassut, del Partito Democratico-parlando da padre, mi chiedo cosa ci sia nei giovani di oggi. Credo l’incertezza del futuro, questa velocità che stordisce anche i meno giovani. Il Covid ha accentuato questo elemento polemico e dialettico. Dopo il covid sono aumentati i fenomeni di conflittualità, la tendenza a fare gruppo, il bullismo. La famiglia e la scuola devono aiutare i giovani a trovare la loro molla, il loro stimolo. Questa è la sfida di questo drammatico momento segnato dall’ordinarietà delle crisi”.
Pasquale Ciacciarelli, consigliere della Regione Lazio, ha detto che “su queste materie abbiamo investito molto, con tutta una serie di azioni portate avanti negli istituti del Lazio”. E ha ricordato i fondi per dotare le scuole di psicologi, e le norme per limitare la circolazione di immagini sensibili online.
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“I social accorciano le distanze, ma spesso vengono anche usati in maniera errata”, ha aggiunto.
Hanno contribuito al dibattito anche il reverendo Andrea Ciucci, della pontifica Accademia della Vita, che ha sottolineato l’importanza della famiglia e della presenza, e Maddalena Cialdella, psicologa e presidente di Aires Onlus. “Un genitore deve oscillare tra la presenza e l’assenza- ha detto la psicologa- Non deve invadere il campo del proprio figlio. Né offrire al figlio un sentimento di vuoto. Quindi un genitore adeguato dovrebbe sottrarsi ma anche esserci. Per garantire la presenza e veicolare il messaggio di autonomia per il proprio figlio”.
Ospiti dell’ incontro, moderato da Eva Evangelista e Pietro Romano, sono stati anche Manuela Cacciamani, Founder One More Picture e presidente Unione Editori e Creators digitali di ANCIA, e Ranieri Razzante, già consigliere per la cybersicurezza del governo Draghi.
Franco Vaccari, psicologo e presidente di Rondine Cittadella della pace, ha spiegato il principio alla base della Cittadella: far incontrare e formare insieme giovani provenienti dalle zone di conflitto di tutto il mondo. Con loro, anche adolescenti italiani al quarto anno di studi superiori. “La nostra esperienza ci ha fatto capire cose incredibili sul potere delle relazioni- ha spiegato- e dal lavoro sulla cura delle relazioni è emerso un successo oltre ogni rosea aspettativa. Si può cambiare il mondo, in maniera autentica, partendo da sé. Oggi il percorso è uscito da Rondine ed è arrivato anche in 13 sezione di scuole italiane, dove hanno imparato a prendersi cura tra di loro”.
Tra i relatori del dibattito anche Paolo Maria Reale, rettore del Convitto nazionale ‘Vittorio Emanuele II’ di Roma; Angelo Chiorazzo, fondatore della Cooperativa Auxiliu; Donatella Possemato, presidente dell’associazione Impresa per la vita e Direttore della clinica Santa Famiglia e Stefano De Lillo, vice presidente Omceo.