I soggetti che hanno intenzione di acquistare la prima casa in Italia possono godere di alcune agevolazioni, come ad esempio la riduzione dell’imposta di registro o dell’IVA, ma solo se in possesso di determinati requisiti. Ma cosa si intende per “prima casa”? Questo termine indica la prima abitazione posseduta in un determinato comune, dove intende trasferire la sua residenza e quella del suo nucleo familiare, entro e non oltre 18 mesi dall’acquisto.
Mutuo prima casa
Al fine di agevolare l’acquisto delle prime case sono stati introdotti dalle banche nel sistema economico dei mutui ad hoc, ovvero, particolarmente vantaggiosi. È risaputo, infatti, che la maggior parte dei soggetti che hanno intenzione di acquistare la prima casa stipulano un mutuo in modo da ottenere la somma necessaria. Ebbene, al fine di garantire tali operazioni, sono stati concepiti i cosiddetti mutui prima casa. Ma come scegliere quale mutuo stipulare? Il segreto è confrontare le migliori offerte per mutui prima casa in modo da scegliere quello maggiormente conveniente in base alle proprie esigenze.
Documenti preliminari all’acquisto
Il contratto di compravendita immobiliare richiede una serie di controlli e accertamenti che il notaio (e non solo) deve effettuare al fine di garantire la massima sicurezza al soggetto acquirente. Ovviamente i suddetti controlli sono necessari non solo per l’acquisto della prima casa, al contrario, il legislatore li ha imposti per svariati atti aventi a oggetto beni immobili. Tra i documenti da allegare a un contratto di compravendita è possibile citare: certificato di agibilità del bene, attestato di prestazione energetica, titoli abilitativi edilizi (come, ad esempio, il permesso di costruire) e molti altri ancora.
Quali sono le agevolazioni sulla prima casa?
Per comprendere il tema delle agevolazioni sulla prima casa, bisogna prima fare una distinzione tra l’acquisto da parte di un privato (oppure un’azienda che vende in esenzione Iva) e quello effettuato da un’impresa. Nel primo caso, per quanto concerne le imposte di registro, è necessario versare il 2% del valore catastale dell’immobile invece del 9%. Le imposte ipotecarie e catastale, invece, sono pari a 50 euro ciascuna, e si tratta di un ammontare fisso, indipendentemente dal valore dell’immobile. Se, invece, il venditore dell’abitazione è un’impresa con vendita soggetta a IVA, l’imposta sul valore aggiunto viene calcolata sul prezzo della cessione ed è pari al 4% (invece del 10%). L’imposta catastale, quella ipotecaria e quella di registro sono pari a 200 euro ciascuna. Per quanto riguarda l’IMU e la TASI, queste sono state abolite per l’abitazione principale. Se non vi è il trasferimento della residenza, però, bisogna pagare l’IMU. Un’altra agevolazione da sottolineare, è la possibilità di detrarre il 19% dei compensi corrisposti agli intermediari immobiliari (fino ad un massimo di 1.000 euro) per gli acquisti effettuati tramite agenzie immobiliari. Bisogna ricordare, però, che tali agevolazioni si perdono in alcuni casi, cioè se il trasferimento della residenza nel comune dove è presente la casa acquistata non avviene entro 18 mesi, oppure se si vende o si dona la casa prima dei 5 anni dall’acquisto (salvo l’acquisto di un altro immobile da adibire ad abitazione principale entro i successivi 12 mesi).