Dopo l’intervento del Governo contro il caro carburanti, i benzinai proclamano due giorni di sciopero per il 25 e 26 gennaio
La decisione dei benzinai di proclamare due giorni di sciopero equivale ad un atto di guerra contro i consumatori, una protesta assurda e immotivata che ci porta oggi a presentare una istanza urgente al Garante per gli scioperi affinché blocchi la mobilitazione dei gestori.
Con tale sciopero i benzinai sembrano dimostrare di non gradire la trasparenza sui prezzi dei carburanti decisa dal Governo attraverso il decreto approvato dal Consiglio dei ministri, e di voler difendere ombre e ambiguità che investono il settore – afferma il Codacons – Uno sciopero che danneggia solo i consumatori, già vittime di listini alla pompa eccessivi e del rialzo delle accise scattato lo scorso 1 gennaio.
Per tale motivo il Codacons presenta oggi stesso una istanza alla Commissione di garanzia sugli scioperi, chiedendo di bloccare la protesta dei benzinai e di sanzionare qualsiasi mobilitazione lesiva dei diritti degli utenti.
Meloni rivendica la scelta sul taglio delle accise
I prezzi della benzina continuano a salire e Giorgia Meloni decide di fare chiarezza sulle scelte delle governo attraverso un video sui social. La premier ha rivendicato la decisione di non prolungare il taglio delle accise, parlando di scelta “di giustizia sociale”. “Punto primo, gira il video del 2019 in cui parlavo della necessità di tagliare le accise della benzina. Si è detto che sono incoerente. Non è un caso che quel video sia del 2019 e non dell’ultima campagna elettorale. Da allora ad oggi il mondo è cambiato”, spiega la premier su Twitter. “Stiamo affrontando una questione emergenziale, su diversi fronti– prosegue – Io non ho promesso in questa campagna elettorale che avrei tagliato le accise sulla benzina perché sapevo qual era la situazione davanti alla quale mi sarei trovata. Ma sono speranzosa che prima o poi faremo un taglio strutturale, ma servono le risorse”.
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Poco dopo Meloni spiega cosa è previsto nella legge di bilancio sulla questione: “Il governo non ha aumentato le accise- precisa la presidente del Consiglio-. Noi abbiamo confermato la scelta del precedente governo che tagliava momentaneamente le accise. Era una misura temporaneamente per vedere come andava il mercato delle benzina”.
Meloni ha quindi rivendicato la scelta di non prolungare il taglio sulle accise spiegando che la misura, che costa circa 1 miliardo al mese, 10 miliardi l’anno, non avrebbe permesso al governo di intervenire in altri ambiti, ad esempio sul taglio del costo sul lavoro, sull’aumento del 50% l’assegno unico per le famiglie o sul fondo sanità. Intanto il governo, attraverso un decreto approvato dal Cdm, ha imposto l’obbligo per ogni distributore di carburante di esporre il prezzo medio nazionale della benzina e del diesel, consentendo all’automobilista di comparare i prezzi.