AIMO chiede investimenti del PNRR sulla telemedicina


Telemedicina, Aimo: dai fondi del Pnrr 1 miliardo di euro a disposizione, necessario investire prima per risparmiare dopo

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“Dobbiamo approfittare del PNRR per utilizzare i fondi al meglio: abbiamo circa 1 miliardo di euro a disposizione per la telemedicina e ci dobbiamo mettere al passo con il resto d’Europa”. Lo ha detto il dottor Danilo Mazzacane, referente di AIMO per la Regione Lombardia e segretario fondatore di GOAL (Gruppo Oculisti Ambulatoriali Liberi), intervenendo ad un incontro sul tema della telemedicina, che si è svolto nell’ambito del 13esimo Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Medici Oculisti, il primo organizzato congiuntamente con la Società Italiana di Scienze Oftalmologiche (SISO). L’evento, che si è aperto ieri nella Capitale, è in programma fino a domani presso le aule del Centro Congressi Europa dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Si tratta di investire prima per risparmiare dopo- ha proseguito Mazzacane- e questo vale anche e soprattutto per quanto riguarda la nostra vista, non dobbiamo rischiare di utilizzare questi fondi dopo, magari per l’invalidità”.

Secondo Mazzacane, quindi, bisogna lavorare in questa direzione “tutti insieme”, medici, pazienti e naturalmente chi governa la sanità: “Proprio di recente- ha fatto sapere- le associazioni dei pazienti hanno avuto la possibilità di partecipare attivamente alle decisioni del ministro della Salute, in una vera e propria alleanza medico-paziente che va a beneficio della gestione della salute di tutti”. Di telemedicina, intanto, si parla dal 2014 e da allora sono state fatte “tante delibere ma in pratica una supera l’altra, non c’è una chiara definizione organizzativa su questo tema. L’ultimo documento risale al 5 ottobre 2022, quando l’AGENAS ha chiesto alle Regioni di presentare i progetti di telemedicina. Il dato di fatto è che l’innovazione tecnologica va molto più velocemente rispetto all’organizzazione sanitaria e la pandemia ha accelerato ulteriormente questi processi”.

Attualmente la telemedicina ancora non sostituisce la visita medico oculistica tradizionale, ma “può essere un utile strumento per far sì che possano essere forniti al medico oculista dei dati importanti per l’approccio diagnostico terapeutico. In pratica- ha spiegato ancora Mazzacane- la telemedicina può essere utilizzata come teleconsulto fra i vari medici, quelli del territorio e quelli dell’ospedale, ma anche dal medico di medicina generale e dal medico oculista per trasferire dati e informazioni. Può essere utilizzata anche tra i pazienti già conosciuti per l’invio di esami che il medico ha richiesto e che il paziente può rispedirgli, ma questo nel caso di un paziente già conosciuto”. Esistono già dei progetti locali di telemedicina per quanto riguarda l’esame del fondo dell’occhio nei pazienti diabetici, anche con “l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, in fase di validazione, che vanno dal 73% al 97%, ma è necessario capire bene tra i vari tipi di IA utilizzati quale effettivamente sia il migliore”.

Un altro esame che può essere inviato è l’OCT, per quanto riguarda invece la retina: “In fase di sperimentazione ci sono anche degli OCT portatili- ha fatto sapere inoltre Mazzacane- perché la priorità per la telemedicina è che andrebbe utilizzata per le cure domiciliari, per il trattamento del paziente cronico a domicilio. Il discorso della telemedicina va sicuramente inserito in quello della collaborazione tra ospedale e territorio”. Con la pandemia quello che è venuto a mancare è stata “proprio” la medicina del territorio “e anche la prevenzione sul territorio, riservando agli ospedali la gestione dei pazienti acuti”. L’esperto ha quindi voluto sottolineare ancora due “importanti” aspetti: “Il primo è la formazione sia del personale sanitario sia del paziente o del cargiver che aiuta il paziente a casa; il secondo è naturalmente quello degli investimenti, per far sì che chi deve usare la telemedicina abbia gli strumenti adeguati. Ricordiamo che una fibra ottica ottimale non è ancora presente su tutto il territorio nazionale e che quindi l’Italia, da questo punto di vista, è ancora indietro rispetto al resto d’Europa”.

Ma la telemedicina non è “tutta rose e fiori”, perché implica diverse problematiche di ordine medico legale. “Il primo problema- ha spiegato durante l’incontro il professor Demetrio Spinelli, Presidente della Società Italiana di Oftalmologia Legale, già Direttore dell’Oculistica presso gli Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano- è quello della privacy sia per il paziente sia per il medico. Nel momento in cui si mette in piedi un servizio di telemedicina la privacy va rispettata. Poi c’è la questione della responsabilità, quindi il paziente dovrebbe sottoscrivere prima di avere un consulto di telemedicina, perché ci possono essere anche degli errori che non sono imputabili al medico ma alla scarsità di tempo e alla metodica necessaria per fare una visita completa, un esame completo e una diagnosi completa”.

Questi, secondo il professor Spinelli, sono i due “problemi fondamentali” dal punto di vista medico legale “a cui bisognerà porre molta attenzione. Le Regioni e il ministro della Salute, che stabiliranno le Linee guida, devono comprendere queste valutazioni”. L’esperto ha infine fatto sapere che i contenziosi nell’area oculistica sono “circa il 6% e siamo tra il sesto e settimo posto tra tutte le specializzazioni. Per questo è importante che questo aspetto sia regolato”, ha concluso.