Prof cacciata da scuola perché trans, arriva la sentenza: licenziamento illegittimo, verrà risarcita. La responsabile Libertà & Diritti di Sinistra Italiana Marilena Grassadonia: “Un’altra battaglia vinta”
“Un’altra battaglia vinta, un altro tassello che si incastra al posto giusto in un puzzle che rappresenta la dignità delle vite delle persone lgbt+ e in questo caso più specificatamente delle persone transgender”. Lo afferma la responsabile Libertà & Diritti di Sinistra Italiana Marilena Grassadonia, dopo che il tribunale di Roma ha riconosciuto le ragioni di una prof cacciata da una scuola privata perché trans.
“I fatti risalgono al 2019, anno in cui la prof.ssa Giovanna Cristina Vivinetto viene assunta a Roma da un istituto scolastico privato- prosegue l’esponente Lgbt di SI- e poi licenziata dopo appena tre settimane. Giovanna decide di fare ricorso contro quella decisione, convinta che la motivazione del suo licenziamento sia legata a un pregiudizio di natura omolesbobitransfobico. Ora il tribunale di Roma dà ragione a Giovanna con una sentenza che le restituisce dignità e giustizia per un licenziamento confermato ingiusto e discriminatorio. Il tribunale di Roma dopo tre anni infatti ha emesso una sentenza le cui parole sono chiare: il licenziamento non è da imputare ad “un’effettiva inadempienza della professoressa Vivinetto ai propri impegni didattici. […] le ragioni che hanno indotto la società resistente a risolvere il rapporto di lavoro con la Vivinetto siano ascrivibili proprio alla sua condizione di transessuale”. “Un grazie a Giovanna per non essersi arresa- conclude Grassadonia- e per aver regalato alla comunità lgbt+ un tassello prezioso di cui essere orgoglios*”. L’Istituto Kennedy presso cui lavorava la docente, dovrà versare un risarcimento di 11mila euro, la cifra che avrebbe percepito se avesse continuato a lavorare fino a scadenza del contratto.